Proposte sessuali agli uomini in strada: le rom rubavano i Rolex con gli abbracci

Mercoledì 19 Giugno 2019
Proposte sessuali agli uomini in strada: le rom rubavano i Rolex con gli abbracci
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BELLUNO -  La polizia di Stato ha smascherato due rom della “banda dell’abbraccio”. Avevano colpito in città, in galleria Cavour, un anno fa avvicinando uomini attempati. L’approccio iniziale è la richiesta di un lavoro ma poi passano subito a proposte sessuali, prendendogli la mano e mettendosela sul seno. In un caso, il 26 maggio 2018, toccò a un 57enne che era a spasso con il cane: una bella ragazza che parlava spagnolo gli sfilò un Rolex da 20mila euro. Era Rebeca Vaduva, 23enne rom senza fissa dimora in Italia, che era fuggita su una Fiat Bravo con il complice. Stesso bottino e stesso posto il 23 giugno 2018. La vittima prescelta: un 87enne di Longarone che stava salendo in una casa in galleria Cavour. La bella che parlava spagnolo, questa volta, era Angelica Stefan 27enne, rom fuggita poi su una Fiat Punto con al volante un uomo la stava aspettando. Entrambe sono state identificate dagli agenti della sezione antirapina della squadra Mobile e sono state rinviate a giudizio per furto aggravato con strappo, al termine dell’inchiesta coordinata dal pm Marco Faion. La Stefan è in carcere, la Vaduva irreperibie.
LE INDAGINI
La complessa e certosina attività degli agenti, coordinati dal capo della Mobile Vincenzo Zonno, è stata spiegata ieri mattina in una conferenza stampa in questura. «Si tratta di furti con destrezza - ha detto il questore Lucio Aprile - sottraggono degli orologi attraverso un abbraccio e utilizzano delle sostanze che aiutano a sfilare velocemente il gioiello». Il questore ha spiegato che l’anno scorso in un solo mese ci sono stati 5 episodi a Belluno. «Solo due - ha spiegato - siamo riusciti a attribuirli con certezza alle donne, gli altri tre riteniamo che siano opera delle stesse persone, ma non sono stati acquisiti gli elementi». Il capo della Mobile Vincenzo Zonno ha parlato di «un’attività dispendiosa». «Siamo partiti da delle immagini - ha detto -, ma non era facile, perché stiamo parlando di un’organizzazione strutturata. Sono organizzatissimi girano con varie macchine, si incontrano in bed and breakfast, si scambiano le donne e vanno a colpire nelle varie città. Appena il colpo viene messo a segno lasciano subito il territorio». «Siamo partiti da un censimento delle migliaia di targhe che erano passate in zona - ha spiegato Zonno -. Abbiamo fatto screening e individuato una Fiat Bravo, intestata a una società di noleggio a Rogoredo (MI). Abbiamo trovato altre 323 macchine come quella. Abbiamo avuto la fortuna che questa auto è stata controllata a Bologna e facendo tabulati telefonici siamo riusciti a identificare la prima donna». Stesso lavoro per il secondo colpo. «Stiamo parlando di una cinquantina di donne - ha sottolineato Zonno -: noi le abbiamo censite tutte in questa indagine».
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