​Rimpasto senza fine dopo gli addii: «Ora si dimetta anche il sindaco»

Lunedì 17 Giugno 2019 di Alessia Trentin
Belluno. Rimpasto senza fine dopo gli addii: «Ora si dimetta anche il sindaco»
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BELLUNO - Quaranta giorni dalle dimissioni-choc dei due assessori comunali Busatta e Tomasi: tutto tace. «È la consigliatura dell'incertezza e della provvisorietà tuona il consigliere del Partito Democratico, Paolo Bello -. Il sindaco si dimetta, qui nessuno è indispensabile». Mentre si susseguono le riunioni tra sindaco, giunta e maggioranza, nelle stanze dei bottoni di Palazzo Rosso, l'opposizione si spazientisce. Coglie al balzo il ritardo per puntare il dito contro l'amministrazione, rea di dimostrare ancora una volta scarsa programmazione. Ma il sindaco non ci sta alle accuse e ribatte «Il nostro è un metodo diverso». 
L'INVITOLe parole più dure sono quelle di Bello, che invita il sindaco a dimettersi, ma anche il collega Raffaele Addamiano non si risparmia quando parla di mal governo della città causato da faide intestine alla maggioranza. «Questa doveva essere la consigliatura del rilancio della città dopo il primo mandato che era servito per sistemare i conti dichiara Bello -. Invece è la consigliatura dell'incertezza e della provvisorietà, esattamente quello di cui Belluno non ha bisogno. Assessore che vince non si cambia. Tutto programmato? Dopo 40 giorni non ci crede più nessuno. E se anche fosse stato vero, beh mi permetto di dubitare dell'efficienza di questa programmazione. Forse Massaro non ritiene che Belluno meriti una programmazione migliore. E i malumori in seno alla maggioranza rinforzano le nostre perplessità e le nostre osservazioni. Tutti utili, nessuno indispensabile. Questo il mantra di tutti gli assessori: vale anche per il sindaco. Non è indispensabile, è ora di cambiare». Le dimissioni del capogruppo di un gruppo di maggioranza, Fabio Rufus Bristot (Insieme per Belluno), secondo Bello sono la riprova di un certo temporale in corso sopra Palazzo Rosso.
I MALUMORISulle beghe interne ai gruppi vicini a Massaro, si concentrano le riflessioni di Addamiano (Obiettivo Belluno): ritiene che il vero freno messo al capoluogo e ai progetti è la maretta in corso tra i fedelissimi. «Noi consiglieri di minoranza non siamo isterici, siamo preoccupati per lo stallo amministrativo e le sue conseguenze sulla città spiega -. Ci sono problemi interni alla maggioranza, questo è chiaro e la prova sono state le dimissioni di Bristot e il suo passaggio al gruppo misto». Il capoluogo è sospeso in una bolla d'aria, dove non accade nulla. Addamiano porta come esempi il progetto del nuovo ponte Bailey e il Nevegal, per il quale il sindaco ha annunciato grandi progetti e un investimento da un milione di euro. 
IL SINDACOMassaro non ci sta, non se la prende ma nemmeno si giustifica perché, lascia intendere, lui sta giocando un'altra partita. «Profondo rispetto per le opinioni dei consiglieri risponde il primo cittadino con particolare riferimento alle parole di Bello -, ma questa è un'opinione basata su un metodo tradizionale di approccio al governo di una città, un metodo diverso da quello abbracciato da questa maggioranza. Non pensiamo a caselle da riempire, ma a progetti e persone che le debbano interpretare. Il metodo che proponiamo è quello scelto dai cittadini, attraverso il voto espresso sia nel 2012 che nel 2017 per cui proseguiremo lungo questa strada».
Alessia Trentin
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