Calalzo, rifugio Galassi diventa sentinella ambientale per i ricercatori del Cnr

Venerdì 8 Luglio 2022 di Giuditta Bolzonello
Il rifugio Galassi diventa sentinella del clima in quota per conto del Cnr

CALALZO - Per fare il punto su “La risorsa acqua: dalle Dolomiti al mare”, si è scelto il rifugio Galassi, ai piedi dell’Antelao, di proprietà del Cai di Mestre. In questo fine settimana, promosso dal Cai, Cnr, Ufficio Regionale Unesco per la Scienza e la Cultura in Europa, Fondazione Dolomiti Unesco, si metterà a fuoco una problematica drammaticamente d’attualità vista la siccità che interessa non solo la pianura. Lo testimoniano anche i gestori del Galassi che, come spiega Alessandro Bonaldo, presidente del Cai Mestre, «stanno toccando con mano quotidianamente e non vedono più le lingue di neve primaverile che permeavano fino a metà luglio ‘la tenda’ di ghiaccio sotto la cima dell’Antelao». 


IL LAVORO
Le giornate di lavoro saranno l’occasione per la promozione del progetto “Rifugi montani sentinelle del clima e dell’ambiente” che entra nel vivo grazie all’accordo tra Cnr e Cai con l’obiettivo di migliorare la conoscenza degli ambienti e degli ecosistemi di alta quota. Le osservazioni sulla temperatura del Pianeta riferiscono che gli ultimi due decenni sono stati i più caldi dal 1850; il 2020 a livello mondiale è stato circa 1,25 °C. Anche per l’Europa il 2020 si è rivelato l’anno più caldo fin qui registrato, mentre in Italia, a partire dal 1800, è stato secondo solo al 2018, ma si attendono i dati di questo 2022 per aggiornare la classifica negativa. 


L’OBIETTIVO
Ecco dunque l’iniziativa che ha lo scopo di elevare i rifugi montani a luoghi di monitoraggio meteo climatico ed ambientale, per mettere a sistema il controllo dell’ecosistema delle aree di alta quota, ma anche per migliorare quello meteorologico. I gestori forniranno in diretta i dati raccolti in quota e alla fine della stagione il quadro del periodo sarà completo. Verrà anche installata una webcam per tenere sotto controllo la situazione ambientale anche a rifugio chiuso.


IL PROGETTO
E ancora i rifugi alpini saranno proposti come luoghi di diffusione della cultura scientifica “sul campo”;saranno promossi studi a scala locale su aspetti correlati non solo alla meteorologia, ma anche al clima, alla composizione dell’atmosfera, alle analisi ambientali, geologiche e geomorfologiche e, nei siti idonei, con particolare riferimento alle aree glaciali e periglaciali.

Oltre al Galassi altri due i rifugi bellunesi sono coinvolti nel progetto. Il Col Margherita a 2.514 metri in Agordino, osservatorio climatico strategico per la condizione di quel versante delle Alpi dove non sono presenti analoghe infrastrutture e il Città di Carpi a 2.110 metri a Forcella Maraia, nel Gruppo dei Cadini di Misurina.

Ultimo aggiornamento: 9 Luglio, 21:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci