Affitto in nero per il vigile urbano, tre a processo in Comune

Giovedì 18 Ottobre 2018 di Lauredana Marsiglia
Affitto in nero per il vigile urbano, tre a processo in Comune
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SANTO STEFANO - Una gestione vai come va, questa la sintesi delle accuse mosse contro il Comune di Santo Stefano che ieri ha visto aprire il processo contro il vicesindaco Paolo Tonon, la consigliera comunale Lara Zandonella Pinton e la ragioniera comunale Dina Pomerè. Sono accusati di abuso d'ufficio in concorso tra loro. Al centro del contenzioso, aperto dopo un esposto di alcuni cittadini stanchi del presunto andazzo amministrativo, un appartamento di Donatella De Candido preso in affitto dal Comune per ospitare le trasferte estive del vigile urbano Silvio Cunial, di Asolo.
 
Lo avrebbero fatto aggirando la legge sulla Spending Review, pagando il canone in contanti e a nero. In tutto 5mila euro per le stagioni 2013-2014. L'escamotage trovato per coprire l'esborso sarebbe stato quello di deliberare contributi per la gestione della biblioteca. Doppia la violazione: non solo per aver bypassato le leggi sul divieto di locazione degli immobili vigente per gli Enti locali, ma anche di aver favorito il vigile in trasferta, mettendogli gratuitamente a disposizione l'alloggio.
Il dibattimento si è aperto ieri davanti al tribunale presieduto da Antonella Coniglio (a latere Angela Feletto e Cristina Cittolin). La ricostruzione dei fatti, in apertura, è stata fatta dal pubblico ministero Roberta Gallego, seguita poi dall'audizione dei soggetti che presentarono l'esposto. Secondo la loro versione, questo sarebbe solo un esempio di una gestione amministrativa un po' troppo fai-da-te.
Sentito anche il vigile Cunial che ha confermato la gratuità dell'alloggio. Non senza un sforzo investigativo da parte del pubblico ministero, costretto a pressare su più fronti il teste per chiarire alcuni passaggi tracciati solo in maniera vaga.
Sotto il profilo amministrativo-contabile ha fatto chiarezza il consulente della pubblica accusa, Manuel Bruno, che ha promosso le spese di economato, regolari, ma ha trovato l'anomalia di una deliberà per dare 2mila euro al Comitato di gestione della biblioteca, soldi che sarebbero stati dati a nero alla locataria dopo essere stati riscossi dalla ragionierà Pomarè. Ma qui, in controesame, Bruno, ha dovuto rettificare il tiro, affermando che fu la Zandonella a riscuotere. La Pomarè, poi, eseguì solo un ordine disceso da una decisione politica. Si torna in aula il 31 ottobre. Pomaerè è difesa da Valerio Piller Roner e gli altri due imputati da Anna Casciarri (studio Paniz).
Lauredana Marsiglia
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