BELLUNO - Nella mattinata di ieri, 8 aprile, gli uomini della Questura di Belluno hanno eseguito un’ordinanza cautelare di custodia in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Belluno su richiesta della Procura a carico di Roberto Dal Borgo, gestore del “Bar Sport” di Sois.
L’indagine, condotta dalla Squadra Mobile con il coordinamento della Procura e iniziata nell’estate del 2020, ha permesso di delineare come l’indagato, da diversi anni, in maniera professionale ed organizzata, avesse creato presso l’esercizio commerciale da lui gestito, un punto di riferimento per l’acquisto di cocaina al dettaglio per consumatori provenienti dall’intera provincia.
L’indagine è iniziata acquisendo informazioni su quali potessero essere i canali di rifornimento di Dal Borgo dato che il numero di clienti che riusciva a soddisfare giornalmente, facevano presumere notevoli quantitativi smerciati. Da subito veniva individuato un soggetto di origine sudamericana, Jimenez Juan Manuel, 36 anni, proveniente da Montevarchi (AR). Venivano riscostruiti gli spostamenti dell’uomo sul territorio nazionale, scoprendo che, nonostante lui non avesse alcun tipo di legami in Provincia di Belluno, in diverse occasioni dall’inizio dell’estate 2020 si era recato fino a Sois permanendovi per poco tempo e ripartendo subito verso la Toscana. Era uno dei fornitori.
Poi gli sforzi degli uomini della “Sezione Antidroga” della Mobile si sono concentrati su Celislami Gentian, albanese di 43 anni residente a Belluno, altro soggetto che le investigazioni avevano delineato come approvvigionatore e custode dello stupefacente per conto di Dal Borgo: è stato arrestato il 3 febbraio scorso perché trovato con 660 grammi di cocaina, tra dosi già confezionate per la vendita al dettaglio e un mattoncino ancora da frazionare. Da ultimo, scoperto un nuovo canale sempre proveniente da Belluno, la Squadra Mobile ha effettuato un ultimo arresto sul terzo fornitore il 25 febbraio scorso, trovandolo poco lontano dal “Bar Sport” con 108g di cocaina.
Questi importantissimi riscontri, unitamente ad altre risultanze investigative ed incroci di dati frutto di mesi di indagine, hanno permesso agli inquirenti di ricostruire il flusso di cocaina in entrata ed uscita dal “Bar Sport” ed il conseguente volume d’affari, tenuto conto che una dose di cocaina da circa un grammo veniva venduta dai 70 ai 100€ cadauna, corrispondente per difetto a 200/300 mila euro annui.
«Oltre a ciò - spiega la questura - è stato ricostruito anche un episodio di calunnia che il Dal Borgo aveva architettato contro un testimone, nel sospetto che potessero esserci indagini a suo carico: il 23 dicembre scorso contattava il 113, asserendo che tale soggetto aveva posizionato 5 dosi di cocaina da 1 grammo all’interno del suo bar con il fine di metterlo nei guai con la Polizia. La droga veniva effettivamente rinvenuta e sequestrata dalla Volante intervenuta, ma le indagini hanno chiarito come il teste fosse estraneo a tale episodio, orchestrato appositamente da Dal Borgo».
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