Bar Schenot un'istituzione da più di 50 anni ad Agordo, i coniugi Schena: «Dopo le nozze d'oro nel 2026 decideremo se continuare»

Giovedì 16 Febbraio 2023 di Claudio Fontanive
Rosangela e Roberto Schena, casa e bottega nel bar di Agordo

AGORDO - I libri di storia ce lo insegnano: il 20 luglio 1969 l’uomo per la prima volta sbarcò sulla Luna. Alcuni lettori probabilmente ricorderanno quella data per aver gioito davanti al televisore. Ma forse qualche abitante dell’Agordino potrebbe ricordare quel lontano giorno dell’estate di 54 anni fa, anche per aver festeggiato l’apertura del Bar Schenot in località Pragrande, alle porte di Agordo. Già, allora Roberto Schena, che aveva soltanto 14 anni quando era lì, dietro al bancone ad aiutare mamma Maria e papà Carlo. Oggi con la moglie Rosangela è ancora lì ad offrire un servizio fondamentale.

CASA E BOTTEGA

I primi anni Roberto li ha passati dividendosi fra studio e l’apprendimento del lavoro da barista. Poi, nel maggio del 1976, le nozze con Rosangela, che ha deciso di condividere quella vita di sacrifici, impegno e gioia. Di lì a poco la nascita di Enos, e la non facile conciliazione dei ritmi di lavoro con la crescita del figlio. Le serrande al bar Schenot oggi come allora si aprono alle 5,30 del mattino e si chiudono a notte fonda.

LA PASSIONE

Col passare degli anni in Roberto e Rosangela nasce quella che col tempo diventerà la loro passione comune: quella dello studio e della conoscenza del buon vino. Il loro locale, in breve tempo, si sviluppa e cresce anche come enoteca, con centinaia di etichette italiane ed estere. Infatti la sala interna prende il nome di “La Notola” e da anni è teatro di conferenze e incontri enogastronomici, nonché luogo di ritrovo per gli appassionati del bere bene. Rosangela, in più, dal lontano 1983 custodisce il diploma di somellier professionista, e insieme al marito, non lesina di dispensare suggerimenti e scambi di opinioni sul tema con gli avventori. C’è di più: i due, assieme al compianto Gigi Fontanive, sono stati i fondatori nel lontano 1990 della “Confraternita Enogastronomica Capitaniato de Agort”, nata e tutt’ora attiva nella promozione della cultura enogastronomica agordina.

L’IMPEGNO

Accennavamo prima ai ritmi. Come se non bastassero i ritmi lavorativi del bar .- enoteca, Schenot (d’ora in avanti Roberto lo chiameremo così, come d’altro canto è conosciuto pressoché ovunque) trova il tempo di dedicarsi anche alle passioni più “d’ufficio”. Infatti dal 2000 ricopre la carica di Delegato Pubblici Esercizi dell’Agordino, e ancora precedentemente quella di delegato Ascom sempre per il territorio agordino. Ruoli che mantiene tutt’ora con passione e coinvolgimento, per la tutela e valorizzazione del tessuto economico e commerciale del territorio. Finita qui? Macché. Andando indietro nel tempo, come non dimenticare la nascita del consorzio “Vivi Agordo” nel lontano 1996. Anche in questo caso “Schenot” ne fu una delle anime e degli organizzatori delle tante iniziative che portò a compimento in quello che probabilmente rimarrà negli annali come uno dei sodalizi di commercianti più partecipati della recente storia di Agordo. Si arrivò infatti a circa 100 adesioni.

I TRAGUARDI

Ma il tempo passa, e l’obiettivo “50 anni di attività” arriva nel 2019 quando in un caldo giorno d’estate, bar Schenot chiamò a raccolta tutti gli amici e clienti per i festeggiamenti. I brindisi si prolungarono dal pomeriggio e fino a notte fonda, e si dovette addirittura provvedere a un servizio di navetta da e per il centro di Agordo, tanta era la gente presente. Oggi? I ritmi sono cambiati. Il centro di Agordo e la vita serale sono diversi rispetto agli anni pre-covid, ma i coniugi Schenot sono sempre lì, a servire colazioni di mattino presto, aperitivi a mezzogiorno e sera Forse ora riescono a terminare la loro giornata dietro il banco attorno alla mezzanotte. Ma pensano ancora al futuro. E alla domanda fino a quando andrete avanti con l’attività? La risposta è unanime, e sorprendentemente decisa e ricca di significato: «Fino al 2026, quando festeggeremo le nostre personali nozze d’oro. A quel punto vedremo. Se nostro figlio Enos, che attualmente si occupa di catering a Verona, avrà la volontà con la sua famiglia di continuare l’attività, sarà per noi un piacere cedergli le chiavi del locale. Viceversa, serenamente, valuteremo altre soluzioni»

Ultimo aggiornamento: 17:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci