Bar chiusi in Cadore: bandi a vuoto, i Comuni non riescono a trovare i gestori

Mercoledì 30 Marzo 2022 di Giuditta Bolzonello
Il bar Alpino a Calalzo di Cadore

CADORE - Bar molto noti, non più in servizio da tempo, cercano interessati alla gestione. Succede in Cadore fra Calalzo e Valle, comprensorio dove resta chiuso il locale simbolo dell'alta provincia di Belluno: il Gran Caffè Tiziano. Divenne Gran Caffè nel 1821, ai tempi del Regno Lombardo Veneto, era uno dei più vecchi locali storici della Regione, per poco non si sono potuti festeggiare i due secoli di attività. Vani i pur numerosi tentativi fatti per trovare chi lo potesse riaprire resta vuoto in una piazza che, grazie alla pedonalizzazione, è una delle più belle e vivibili, un dispiacere che unisce la comunità cadorina. Ed è la quarta volta che il comune di Calalzo prova ad affidare la gestione del Bar Alpino. Il locale si trova in località Caravaggio all’imbocco della Val d’Oten.

L’area è particolarmente interessante dal punto di vista naturalistico, da lì si possono raggiungere le più belle e note località delle Marmarole quale i rifugi Galassi, con la Forcella Piccola, Monte Antelao, rifugio Chiggiato, rifugio Bajon da cui si ripartono tutti i vari sentieri Cai per raggiungere le zone montane dei comuni limitrofi (Lozzo, Auronzo, Domegge, San Vito, Borca e Pieve di Cadore). Insomma se non è il centro del mondo alpino dolomitico poco ci manca. Eppure è ancora chiuso, le offerte dei possibili gestori devono arrivare oggi entro le 11, l'apertura delle offerte sarà giovedì dalle 10.30; il canone annuo a base di gara è stato fissato in 6 mila euro. C'è ancora del tempo invece, fino alle ore 12 dell'11 aprile, per partecipare al bando che il comune di Valle ha aperto per affidare la gestione del bar ristoro nell'edificio polivalente che si trova sulla ciclabile “La lunga via delle Dolomiti”, bar che dalle gestioni precedenti era stato battezzato La Tappa. Locale molto frequentato proprio per la felice posizione che lo ha fatto diventare meta dei bikers, sempre più numerosi, ma anche degli avventori locali, il canone annuo è stato fissato in 7 mila 200 euro. Se ci sarà interesse verso le due proposte lo si potrà capire all'apertura delle offerte, certo è che, soprattutto nel caso calaltino, l'aver provato più volte senza successo non tranquillizza la proprietà. Tempi difficili, periodi segnati dalle chiusure per il covid e aumentano le serrate in Cadore, i paesi continuano a perdere servizi ma anche punti di aggregazione sociale. Ma per Marco Genova, referente per la zona di Ascom, questa è solo una faccia della medaglia, ci sono state delle chiusure ma anche tante iniziative di resilienza. Così Genova: ”Credo e vedo segnali incoraggianti, gli addetti si mettono in discussione e lavorano per costruire margini. Certo la pandemia è stata traumatizzante soprattutto per i pubblici esercizi, ma non ho visto una categoria fermarsi, piuttosto si sono rimessi in gioco. Penso al delivery che di fatto ha reinventato il lavoro, ho visto soggetti resilienti che hanno saputo riconquistare un ruolo e che hanno e stanno svolgendo un compito anche sociale”. Qualche esempio? A Perarolo, paese tagliato fuori da quando la statale di Alemagna si è spostata sul ponte Cadore, la nuova gestione dell'unico bar ha saputo proporre novità e garantire ai residenti non solo le consumazioni, ma anche il servizio dell'ambulante che, consegnando le scorte al locale, si mette a disposizione con prodotti alimentari per la popolazione visto che un negozio dedicato non c'è più. A Pozzale, la frazione più in quota del comune di Pieve, il bar resta aperto grazie al nuovo gestore, un giovane poco più che ventenne, “i giovani ci stanno sorprendendo, lo verifico ogni giorno, è vero che questi non sono anni facili ma sono convinto che se ci si crede si possono fare cose importanti” assicura Marco Genova.

Ultimo aggiornamento: 16:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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