Duemila badanti in provincia, ma non bastano. E il 40 per cento non è in regola

Venerdì 20 Gennaio 2023 di Claudio Fontanive
Una badante insieme a un'anziana

BELLUNO - Sono 2mila le assistenti familiari in provincia, il 40% sono in attesa di essere regolarizzate. Ma la domanda è altissima e inarrestabile e deve fare i conti con la carenza di lavoratrici straniere, a cui questa professione solitamente si lega. Non che la provincia di Belluno si distingua in generale per numeri di lavoratori stranieri. Siamo infatti la provincia veneta con la minore incidenza di stranieri residenti sul totale degli abitanti, nell’ordine del 6 per cento del totale, vale a dire poco più di dodicimila mila persone. È significativo rimarcare che la presenza straniera in Veneto contribuisce in maniera sostanziosa al Prodotto interno lordo; i lavoratori stranieri ne contribuiscono per ben 17 miliardi di euro, pari al 12 per cento del totale del Pil stesso.

LA RICERCA

Chi ha avuto a che fare con la necessità di reperire colf e badanti sa quanto sia ardua ed estenuante la ricerca. Ora c’è anche un aspetto di natura economica rilevante. Infatti da gennaio scatta l’aumento di retribuzione per le assistenti familiari, e se può essere una buona notizia che rende forse più attrattiva questa mansione, dall’altro lato per le famiglie costituisce un vero salasso. Al tavolo del ministero del Lavoro le associazioni datoriali e i sindacati dei lavoratori domestici: è mancata l’intesa tra le parti e la conseguenza è stata l’adeguamento all’80% dell’indice Istat per quando concerne le retribuzioni minime, che aumentano ora quindi del 9,2%, e che sale all’11,5% per chi ha vitto e alloggio.

I NUMERI

Maria Rita Gentilin segretaria provinciale Spi Cgil: «Stimiamo che in provincia di siano circa 2000 assistenti familiari, di cui il 60 per cento sono già state regolarizzate, mentre il 40 per cento sono ancora in attesa». «Negli scorsi anni avevamo parecchie donne provenienti dalla Bielorussia, Albania e Romania che si dedicavano ai nostri anziani - prosegue la segretaria dei pensionati Cgil -, mentre recentemente sono aumentate le cittadine ucraine, che ora possiamo stimare nell’ordine del 30 per cento sul totale delle assistenti familiari. Purtroppo in questi ultimi mesi molte di queste donne hanno avuto e hanno necessità di ricongiungersi, anche solo temporaneamente, ai loro familiari in patria, a causa dell’emergenza guerra in corso nella loro terra. Di conseguenza, i nostri anziani sono in notevole difficoltà, spesso le famiglie si trovano di punto in bianco senza queste fondamentali figure professionali».

LE RICHIESTE

«Giornalmente - continua Gentilin - si rivolgono anche presso i nostri uffici famiglie da tutta la provincia, dal Comelico al Feltrino, alla ricerca di assistenti familiari, ma è sempre più difficile reperire queste figure, anche perché purtroppo la non autosufficienza può arrivare in maniera improvvisa. Come se non bastasse, c’è anche il noto aumento delle rette nelle case di riposo, che stimiamo nell’ordine del 20 per cento e anche più, e sono rincarate anche le tariffe dell’assistenza domiciliare». «Stiamo attendendo - fa sapere Gentilin - le tabelle di adeguamento delle retribuzioni per il lavoro domestico, che dovrebbero essere adeguate al tasso medio d’inflazione; i contratti sono comunque di diverso tipo a seconda se prevedono la convivenza oppure no». «Sarebbe a questo punto quanto mai urgente - conclude Gentilin - che venisse varata la legge sulla non autosufficienza, ferma al palo da tempo; purtroppo nella legge di bilancio 2023 questa misura non è stata neanche menzionata»

Ultimo aggiornamento: 16:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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