Da gennaio chiuse 75 aziende nel Bellunese, ma qualcuna riparte

Sabato 29 Ottobre 2022 di Davide Piol
Da gennaio chiuse 75 aziende nel Bellunese, ma qualcuna riparte

BELLUNO - C'è un piccolo segnale di ripresa, in provincia di Belluno, ma è talmente timido che basta considerare il dato su base annuale per scoprire che non c'è niente da gioire.

Il settore che soffre di più è il commercio che perde in un anno 54 sedi d'impresa ma segno negativo anche per l'occhialeria. Bene solo le costruzioni e le attività immobiliari. «I dati della demografia d'impresa al 30 settembre tornano ad evidenziare le tendenze già commentate nel trimestre precedente sottolinea il Presidente della Camera di Commercio di Treviso-Belluno Dolomiti, Mario Pozza - il comparto dell'edilizia continua a trainare la crescita delle imprese su base annua, soprattutto a Treviso, ancora per effetto dei vari incentivi che hanno drogato la domanda e saturato la capacità produttiva del comparto. Nel bellunese le cifre, più contenute, evidenziano una crescita di 17 sedi per le agenzie immobiliari e 5 per le costruzioni. Dall'altro lato, continua la sofferenza del commercio al dettaglio».


SEDI D'IMPRESA
La consistenza delle sedi d'impresa bellunesi, pari a 13.818 unità al 30 settembre 2022, risulta in crescita rispetto allo scorso giugno (25 sedi in più), ma in flessione su base annuale (75 unità in meno). Si conferma invece la tendenza di crescita delle unità locali, pari a 4.544, che fanno registrare incrementi su tutti i periodi osservati (27 unità in più su base congiunturale, 106 rispetto a settembre 2021). Le sedi d'impresa artigiane, costituite da 4.658 unità, risultano sostanzialmente stazionarie rispetto al trimestre precedente (+5), ma in flessione rispetto allo stock di un anno fa (-48). I settori con consistenza in crescita sono: le costruzioni (+13 su base congiunturale e +5 su base annuale), le attività immobiliari (stabili nel trimestre, +17 sedi nell'ultimo anno), l'alloggio che, in particolare su base annua guadagna +15 sedi e +18 filiali dipendenti. Per contro, il settore della ristorazione risulta in flessione: 20 sedi d'impresa in meno rispetto ad un anno fa, in parte compensata da 8 nuove filiali. Il manifatturiero, che si mantiene stazionario per le sedi d'impresa rispetto al trimestre precedente (+3), accusa una contrazione su base annua pari a 29 unità, di cui un terzo costituite da imprese artigiane (-9 unità). La diminuzione interessa quasi tutti i principali settori economici, ma in particolare le attività collegate all'occhialeria (-9 sedi).


IL COMMERCIO
Anche in provincia di Belluno il commercio risulta il settore in maggiore sofferenza perché perde 54 sedi d'impresa su base annua, concentrate soprattutto nella tipologia al dettaglio (-39) e solo parzialmente compensate dalla crescita di filiali dipendenti (+8). Rispetto a settembre 2019 la consistenza delle sedi del comparto totale si è ridotta di -146 unità. Il comparto dei servizi alle persone risulta pressoché stazionario sia rispetto al trimestre che all'anno precedente: effetto di una compensazione fra crescita nella sanità e assistenza sociale di +10 imprese e contrazione di -15 imprese nelle altre attività dei servizi. L'agricoltura si mantiene sopra alla stazionarietà su base trimestrale (+6), ma perde -11 sedi d'impresa rispetto a settembre 2021. «Temo che nei prossimi mesi, e soprattutto con il giro di anno aggiunge Pozza - la nati-mortalità d'impresa potrà peggiorare: bisogna intervenire in fretta per mitigare gli effetti dei rincari energetici. Continuo ad incontrare esercenti che, nella disperazione, mi comunicano che sono costretti a chiudere e a lasciare a casa i propri collaboratori. Famiglie che rimangono senza reddito, città che si svuotano, centri che rimangano senza i negozi di vicinato, filiere d'impresa che si interrompono. Ribadisco che bisogna fare presto».

Ultimo aggiornamento: 30 Ottobre, 10:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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