Fermò il traffico in A27 prima della frana: Gianantonio Faoro il dipendente-eroe di Autostrade per l’Italia

Martedì 25 Maggio 2021
Gianantonio Faoro di Arsè (con il giubbino giallo): il dipendente-eroe di Autostrade

LA CERIMONIA
ARSIÈ - Prima della partenza delle 16. tappa del Giro d’Italia a Sacile la Polizia Stradale ha consegnato un riconoscimento per l’impegno manifestato nel proprio lavoro all’agente Gianantonio Faoro di Arsiè per la prontezza dimostrata nel bloccare il traffico che, a causa del forte maltempo, rischiava di essere messo in pericolo a seguito a un inevitabile smottamento. 

LA PRONTEZZA
L’episodio risale alla notte tra il 5 e il 6 dicembre 2020, nelle giornate di maltempo che tanti danni ha causato nel Bellunese. La Direzione di Tronco di Udine di Aspi aveva istituito un presidio notturno, coordinato da Gianantonio Faoro di Arsiè, viste le previsioni di piogge intense. A partire dalla mezzanotte del sabato i tecnici si rendono conto che al chilometro 70 dell’A27, in corsia nord verso Belluno, dal versante scorre una notevole quantità d’acqua. Gianantonio decide di posizionare una squadra dedicata al monitoraggio del versante. Una scelta provvidenziale che ha evitato tragedie. Alle 3 di notte, nel pieno del temporale, Giannantonio percepisce il rischio di un immediato smottamento al di fuori della carreggiata e interviene immediatamente per fermare il traffico in direzione nord, predisponendo l’uscita obbligatoria a Fadalto e mettendo così in sicurezza degli utenti in transito verso Belluno.

L’OPERA D’ARTE
A proposito di riconoscimenti, ce n’è stato un altro, ieri, con una storia particolare.

Un’opera d’arte che sintetizza il connubio fra tre eccellenze venete riconosciute dall’Unesco: Venezia, le colline del Prosecco, le Dolomiti. Si chiama Conversus ed è un bicchiere nato dall’idea dell’artista Roberto Bertazzon e realizzato nelle fornaci della prestigiosa vetreria muranese Carlo Moretti. L’opera è stata patrocinata da Silvana Curto e Massimo De Nardo, grandi mecenati di cultura e arte. Ma chi ha compreso la forza evocativa di questo pezzo d’arte sono i fratelli Alberto e Marco Stocco, che hanno fatto del concetto di leisure il cardine del successo delle strutture ricettive di famiglia: Ca’ del Poggio, a San Pietro di Feletto, sorge nel cuore delle colline del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, diventando così il perfetto punto di raccordo dei tre Patrimoni Unesco. Conversus vuole essere esattamente questo: la celebrazione della bellezza del territorio con un’opera d’arte nella quale riconoscersi all’unisono. Un’ideale staffetta che parte da Venezia – dalla storica vetreria muranese – passa per le colline del Prosecco e arriva a Cortina dove ieri il bicchiere ideato da Bertazzon ha fatto la sua prima passerella ufficiale, incoronando il vincitore della tappa veneta del Giro. Conversus è un prezioso pezzo di artigianato muranese. Non solo, per il vincitore della tappa del Giro d’Italia è stata disegnata una coppa di dimensioni straordinarie: 35 centimetri di altezza di vetro soffiato e lavorato con una forma in legno massiccio di pero dagli abili maestri vetrai della Carlo Moretti che hanno eseguito alla perfezione, nella loro “fabbrica d’autore”, l’idea nata e disegnata da Roberto Bertazzon. Sul fondo rosso della coppa sono poi incise le parole del maestro Bertazzon che sintetizzano il progetto Conversus: “Nel gesto sta il mio nome, nel mio nome sta il tuo traguardo”.

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