Alpago senza acqua, tutto il comune ora rischia il razionamento

Martedì 26 Luglio 2022 di Giovanni Santin
In Alpago corsa a riempire taniche e secchi d'acqua
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«Ora deve passare un unico messaggio: acqua non ce n’è, è il momento di stare attenti all’uso che se ne fa che deve essere responsabile e parsimonioso. Chi è rimasto senz’acqua in questi giorni sa cosa vuole dire. Poi, finita questa emergenza, ci sarà il tempo per parlare di tutto e di capire quali interventi strutturali fare e sarà fatto il check up di tutto, faremo il punto quali siano gli interventi strutturali da fare. Perché l’ho detto anche al Bim: quello che sta accadendo in questi giorni, non deve più succedere». Il tono della voce del sindaco di Alpago Alberto Peterle è teso e la preoccupazione si percepisce chiaramente anche se mediata dal telefono: l’acquedotto del Caotes con cui si approvvigionano Farra e Puos non basta; insufficiente anche il Venal per le frazioni di Pieve, Sitran, Tignes e zona Paludi. «Il nostro Comune conta 6.800 abitanti e dobbiamo capire se andiamo verso il razionamento – che però deve essere omogeneo per tutti perché non ci sono cittadini di serie A e di serie B - o se riusciamo a mantenere dei livelli di servizio minimo in maniera stabile. E Bim sta valutando se chiudere l’erogazione dell’acqua nelle ore notturne per gestire meglio le risorse a disposizione».
LE DOCCE
La misura di quanto profonda sia l’emergenza si comprende dal promemoria che il primo cittadino fa ai propri amministrati: «Ricordiamo la possibilità di fare la doccia ai campi di Pieve dalle 8 alle 20 e di ritirare acqua potabile presso le cisterne posizionate alla ex-latteria di Farra». Anche ieri le autobotti del Bim e dei Vigli del Fuoco hanno percorso le strade del Comune per rifornire le vasche di Pianture, Buscole e ai Piai di Farra; anche ieri si sono susseguite le riunioni con il Bim e con il Coc. «Al momento moltissime utenze di Puos e Farra sono senza acqua – ha detto ancora il sindaco - siamo in costante contatto con i tecnici di Bim Gsp che sono al lavoro e che al momento non sanno dare tempi per tornare alla normalità. Stanno continuando i rifornimenti delle vasche con le autobotti; la mancanza di precipitazioni ha causato il dimezzamento delle normali portate delle sorgenti».
«MANCA PROGRAMMAZIONE»
Su quanto sta accadendo prendono posizione anche i consiglieri di minoranza Massimo Bortoluzzi e Attilio Bortoluzzi individuando nella mancanza di programmazione la colpa: «Prima Farra, adesso anche Puos: in Alpago l’emergenza idrica non conosce fine. Da questa mattina (ieri ndr) anzi si è allargata, includendo altre decine e decine di utenze. Rubinetti a secco, autobotti chiamate agli straordinari. Perché è alzarsi la mattina e scoprire che non c’è acqua per una doccia, per cucinare, o più semplicemente per tirare lo sciacquone non fa certo cominciare bene la giornata. La mancanza d’acqua è un disservizio che non vorremmo mai provare». Una situazione che i due consiglieri faranno diventare un’interrogazione consiliare: «Non basta l’impegno del sindaco a cercare di risolvere il problema. Lo ringraziamo per quanto sta facendo in queste ore, adoperandosi per limitare il disservizio e ripristinare la normale erogazione idrica, ma forse poteva agire diversamente con i preavvisi, praticamente inesistenti. Togliere l’acqua di notte per agevolare il riempimento dei vasconi di accumulo aiuterebbe ad avere un servizio regolare durante il giorno».

Ma quest’ultima è una valutazione – come ha detto proprio ieri Peterle – che sta facendo Bim Gsp, società che i due consiglieri citano una sola volta per dire che la crisi idrica “non è solo colpa” sua. Piuttosto, chiudono, il problema «nasce da una cattiva gestione di lungo corso» un’accusa dalla quale «l’attuale sindaco non può essere esente, visto il ruolo che ha avuto nelle passate amministrazioni, sia di Farra che di Alpago».

Ultimo aggiornamento: 27 Luglio, 11:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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