Nuova predazione dei lupi vicino alle case, a Tignes sale la tensione

Mercoledì 24 Marzo 2021
Nuova predazione del lupo vicino alle case
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ALPAGO
Il lupo ha fatto la sua ricomparsa nella conca dell’Alpago, in particolare nella frazione di Tignes, a Pieve in Comune di Alpago. Se ne è accorto un anziano allevatore hobbista ieri mattina: cinque pecore e quattro agnelli sono stati il bottino del carnivoro, che già la scorsa settimana si era lasciato fotografare in centro paese, mentre camminava insieme a parte del branco. Non gli è stato difficile scavalcare la recinzione, che non era elettrificata. Ha ucciso gli animali assaggiandoli appena. Inutile descrivere la tristezza e la rabbia dell’uomo che, da tempo, si curava di quelli ovini, che qualche settimana fa aveva visto nascere i quattro agnellini.
IL PROTOCOLLO
Ma chi avrebbe pensato che il lupo si sarebbe avvicinato così alle case? Se lo chiedono in tanti, in Alpago. I consiglieri provinciali delegati Massimo Bortoluzzi (Difesa del suolo) e Franco De Bon (Settore faunistico), prima di conoscere i fatti della nuova predazione, avevano preso in esame la questione del lupo, già nella mattinata, in giunta. L’idea, benché prematura, è inserire all’interno del protocollo d’intesa sottoscritto con le altre province interamente montane di Verbania e Sondrio anche la gestione del lupo. Il protocollo è lo strumento con il quale le tre Province, interamente montane ma a Statuto ordinario, propongono una strategia condivisa ed una azione unitaria nei confronti delle altre istituzioni nazionali, regionali e locali. Franco De Bon spiega cosa significa “gestione del lupo”. Certamente non abbatterli, quanto piuttosto studiare dei sistemi di difesa attivi. L’ipotesi, per ora non ancora sviluppata, sarebbe quella di applicare un protocollo comune, in via sperimentale che gestisca la presenza del predatore nell’arco alpino. Ma nel Bellunese ci sono molte case sparse, mentre in altre parti d’Italia si vive su nuclei di abitazioni. Un aspetto molto importante lo sottolinea il consigliere provinciale Franco De Bon: «Così come abbiamo assistito a scene di persone che davano da mangiare ai cervi, mi sento di raccomandare di non abbandonare proteine vicino casa. Se gettiamo resti di carne vicino alle abitazioni, il lupo, che è un animale opportunista, torna perché sa che li trova da sfamarsi». 
IL PERICOLO
C’è poi l’aspetto dell’abbandono del territorio. Anche l’allevatore hobbista che ieri si è visto predare nove ovini, tra pecore e agnelli, che erano di fatto animali da compagnia che servivano per mantenere in ordine quell’area, sta pensando di abbandonare la passione dell’allevamento. Il consigliere delegato Bortoluzzi, che è dell’Alpago, conosce bene la questione: «La mia paura riguarda l’abbandono della montagna. Anche questo allevatore hobbista mi ha riferito che non terrà più pecore. Significa che quel prato non lo terrà più pulito. Questi episodi, purtroppo, incentivano lo spopolamento e bisogna approfondire il fenomeno e gestirlo. Il lupo, che sta ai vertici della catena alimentare, sta sicuramente riequilibrando anche la popolazione di ungulati, che sono comunque molti, ma se trova prede più facili si rivolge a quelle. Il mio timore è che questo predatore si abitui troppo al fatto che è lasciato indisturbato e finisce per colonizzare tutto». E Bortoluzzi conclude: «Intendo dire che bisognerebbe valutare alcune azioni di difesa attiva. C’è poi una questione molto più delicata. Il consigliere la definisce il «disagio sociale, quello della paura del lupo. I genitori stanno cominciando a temerlo. Riflettono bene se far uscire i bimbi vicino al bosco, magari è una paura importata, ma lo mandereste il bambino da solo, alle 7 di mattina, a prendere il pulmino?». 
Federica Fant
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Ultimo aggiornamento: 08:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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