Piper planato sul Lagorai, l'aeroclub: «Ora il recupero per capire le cause». E i dubbi sulla rotta seguita da Silvia

Sabato 31 Dicembre 2022 di Giovanni Longhi
«Ora il recupero per capire le cause». E i dubbi sulla rotta seguita da Silvia

LONGARONE - È tornata a casa a Longarone dall'ospedale di Trento ieri - 30 dicembre - nel tardo pomeriggio, Silvia De Bon, la 22enne che mercoledì scorso ai comandi di un Piper dell’Aeroclub di Belluno ha effettuato l'atterraggio di emergenza su un canalone innevato a Cima Cece, a quota 2100 metri sul gruppo del Lagorai. Con lei a bordo c’erano il fratello Mattia, 26 anni, controllore di volo all’aeroporto di Trento, e la sua fidanzata Giorgia Qualizza di 28 anni di Alpago che già mercoledì sera, dopo un controllo all’ospedale Santa Chiara di Trento, erano stati dimessi. Passata la paura è ora il tempo della ricerca delle cause dell’incidente. 

IL RECUPERO
Il giorno dopo il fortunato epilogo, una squadra del Nucleo saf dei vigili del fuoco di Trento era stata accompagnata in quota dall’elicottero della Provincia di Trento e sotto l’occhio di militari della Guardia di finanza ha ancorato il velivolo a un masso per evitare che scivolasse a valle; poi ha vuotato con una pompa i serbatoi e delimitato l’area con nastro bianco rosso. Ora l’aeroclub di Belluno sta organizzando il recupero che potrebbe avvenire nei prossimi giorni: c’è fretta anche per evitare che le nevicate coprano il Piper rendendo le operazioni ancor più difficili. L’aereo dovrebbe essere agganciato a un elicottero dei vigili del fuoco di Trento e trasportato con tutte le cautele del caso in un luogo ancora da definire, interdetto al pubblico, molto probabilmente all’interno dell’aeroporto di Trento. 

L’ESAME
«Lì verrà eseguita l’indagine tecnica - spiega Davide Zampieri, vicepresidente dell’aeroclub Dall’Oro al quale è iscritta Silvia - per accertare cosa sia effettivamente successo. Per ora non posso dire nulla sulle cause, aspettiamo di avere l’esito delle verifiche, poi se ne saprà di più». Nell’immediatezza dell’incidente era stata fatta l’ipotesi di un calo di potenza, versione da accertare, mentre è esclusa la mancanza di carburante, tant’è che i pompieri sul luogo dell’incidente hanno eseguito lo svuotamento dei serbatoi dall’aereo adagiato sulla neve.

Qualche interrogativo c'è sulla rotta: secondo piloti esperti il rientro da Bolzano dove il Piper aveva eseguito una breve sosta proveniente da Trento (e qui da Belluno) , tecnicamente un “touch and go”, avrebbe dovuto seguire un’altra traccia che ignorasse le montagne e seguisse la verticale della val d’Adige, Trento, Pergine, la Valsugana fino a raggiungere con una virata verso sinistra la Val Belluna e l’aeroporto in zona La Rossa.

Silvia invece ha tagliato dritto trovandosi sopra Cima Cece, forse con correnti da nord che hanno “schiacciato” l’aereo che a quel punto con tre persone a bordo e il pieno di carburante avrebbe avuto difficoltà a riprendere quota per scavallare la cima. Tutte ipotesi sulle quale l’indagine dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo farà chiarezza. «Quando avviene un incidente in volo, non è mai una sola causa, ma si innesca una serie di eventi a catena», commenta Zampieri, che comunque una sua ipotesi su come sono andate le cose lassù mercoledì pomeriggio ce l’ha ed è ben deciso, per ora, a tenerla per sé. Resta la freddezza con la quale Silvia è riuscita a pilotare l’aereo fino a farlo adagiare sulla neve evitando conseguenze gravi a se stessa e ai suoi due passeggeri. 



IL CLUB
Di quel modello di Piper l’aeroclub possiede altri 4 esemplari che vengono affidati in una forma di noleggio ai soci per tariffe orarie che variano tra 180 e i 200 euro. Oltre ai Piper sono disponibili anche altri due ultraleggeri. 
 

Ultimo aggiornamento: 1 Gennaio, 09:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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