Silvia, 22 anni: «Così sono atterrata con l'aereo sulla neve a duemila metri. Paura? Mai»

Venerdì 30 Dicembre 2022 di Daniela De Donà
Silvia De Bon in ospedale
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TRENTO/LONGARONE - Un sorriso tra i lunghi capelli neri, le escoriazioni al volto, qualche bendaggio e il collare bianco che la protegge. Dal letto del reparto di chirurgia dell'ospedale Santa Chiara di Trento Silvia De Bon, la pilota del Piper planato per un'avaria sul Lagorai mercoledì pomeriggio, mostra tutta la sua grinta.

Lei è così, lo è sempre stata, anche da studentessa al liceo linguistico Renier di Belluno: una forza della natura, sempre ottimista. Adattabile.

Nata a Pieve di Cadore 22 anni fa, e residente a Longarone, ha lavorato per Dolomiti bus come stagista, poi assunta come receptionist e ora come capo-accoglienza all'Hotel Alaska di Cortina d'Ampezzo. Storia vecchia la passione per il volo. L'accompagna da quando aveva 11 anni. «Diciamo che mio fratello Mattia è controllore di volo. Ma già da bambina avevo gli occhi sempre in su, diretti verso il cielo. E da ragazzina pensavo che volevo volare come Leonardo».

In tasca hai il brevetto Ptl, cioè la licenza di pilota privato. «Da poco sono tornata dagli Stati Uniti. In Florida ho volato sessanta ore. Mi sono immersa in una esperienza che era formativa, culturale e linguistica. E, soprattutto, ho volato». Altri progetti? «Diventare pilota di linea. Non ho dubbi: sono decisa su questo punto. L'incidente mi ha toccato, ma non sarà quello che mi fermerà dal raggiungere l'obiettivo».
Certo quello che è accaduto è una avventura, finita bene, che fa venire i brividi: un atterraggio con il Piper PA28, a quota 2100 metri, sulla neve, tra le cime del Lagorai, nelle Dolomiti trentine a un centinaio di metri a valle del bivacco Paolo e Nicola. Una manovra ha salvato lei, pilota, e due passeggeri: il fratello Mattia, 26 anni, e la sua fidanzata Giorgia Qualizza, 28 anni di Alpago. Il suo aereo da turismo, partito dall'aeroporto Arturo Dell'Oro di Belluno, al cui Aereo Club Silvia è iscritta da due anni, ha avuto un problemino: «Prima di valicare il costone ha iniziato a perdere leggermente quota. Notavo che mi stavo avvicinando alle rocce e nella mia testa ho calcolato che non sarei riuscita a superare la cima, allora ho iniziato a guardare a sinistra e a destra per capire se potevo effettuare una manovra di rientro». Il tutto dentro la testa, in pochi secondi. «La decisione era difficile da prendere: ho continuato diritta nella speranza di superare la vetta, ma non era possibile. Quindi non ho avuto altra scelta: impattare».
Per questa manovra ardita che ha salvato tutti e tre i passeggeri, ha ricevuto più di un complimento. Anche di chi se ne intende e comprende meglio dei profani: «Mi hanno telefonato o mandato messaggi, mi ha fatto piacere». Oggi Silvia De Bon dovrebbe essere dimessa. «Ma rimane tanto mal di testa e dolori al collo e mal di schiena». Eppure il sorriso e la voglia di scherzare è ancora la sua cifra. Tanto che, con l'incidente alle spalle, offre una lettura che, a suo dire, rappresenta un messaggio che vale per la vita: «Nei momenti di difficoltà occorre rapidità di decisione e prontezza, senza farsi prendere dal panico. Se non la pensassi così come potrei fare la pilota di linea?».

L'INTERVENTO
Ieri - 29 dicembre - in mattinata è intervenuto il Nucleo soccorso alpino e fluviale di Trento per mettere in sicurezza l'area in cui è planato l'aereo. Il personale del Nucleo elicotteri della Provincia autonoma di Trento ha trasportato ai piedi di Cima Cece il Nucleo Saf del Corpo permanente dei Vigili del fuoco di Trento, che ha ancorato l'aereo a un masso affinché non scivolasse verso valle e svuotato i serbatoi posizionati nelle ali mediante una pompa azionata ad aria compressa. Sul posto anche il Soccorso alpino della Guardia di finanza per le indagini di competenza. Il velivolo è ora sotto sequestro per consentire le indagini delle autorità competenti. Il trasporto del mezzo a valle non è stato ancora programmato.

IL VOLO
Il piccolo Piper di proprietà dell'Aeroclub di Belluno noleggiato dai tre giovani era decollato da Belluno alle 13.30 ed era atterrato a Trento poco meno di un'ora dopo. Da lì il nuovo decollo per un touch and go a Bolzano ed infine la rotta di rientro verso Belluno. Sulla verticale del gruppo del Lagorai il motore ha però perso potenza e quota gettando nel panico i passeggeri. Non la giovane pilota che ha mantenuto gran sangue freddo riuscendo a condurre la planata fino a un canalone innevato.
 

«Ho visto le rocce avvicinarsi e ho pensato che non sarei riuscita ad evitarle, ho cercato una via di fuga a destra e a sinistra, alla fine sono andata dritta e ho impattato sulla neve, è andata bene»: non dimenticherà tanto presto quegli istanti di mercoledì pomeriggio quando il Piper che stava pilotando sopra ai Lagorai ha perso di colpo potenza Silvia De Bon, la 22enne di Longarone che oggi sarà dimessa dall’ospedale di Trento. La sua freddezza ha salvato la vita anche ai suoi passeggeri, il fratello Mattia, di 26 anni e la sua fidanzata Giorgia Qualizza, 28enne di Alpago che invece erano già stati dimessi poche ore dopo la visita al Pronto soccorso del Santa Chiara; per loro solo un grande spavento. 

IN QUOTA
Ieri in mattinata intanto è intervenuto il Nucleo soccorso alpino e fluviale di Trento per mettere in sicurezza l’area in cui è planato l’aereo. Il personale del Nucleo elicotteri della Provincia autonoma di Trento ha trasportato ai piedi di Cima Cece il Nucleo Saf del Corpo permanente dei Vigili del fuoco di Trento, che ha ancorato l’aereo a un masso affinché non scivolasse verso valle e svuotato i serbatoi posizionati nelle ali mediante una pompa azionata ad aria compressa. Sul posto anche il Soccorso alpino della Guardia di finanza per le indagini di competenza. Il velivolo è ora sotto sequestro per consentire le indagini delle autorità competenti. Il trasporto del mezzo a valle non è stato ancora programmato.
IL VOLO
Il piccolo Piper di proprietà dell’Aeroclub di Belluno noleggiato dai tre giovani era decollato da Belluno alle 13.30 ed era atterrato a Trento poco meno di un’ora dopo. Da lì il nuovo decollo per un “touch and go” a Bolzano ed infine la rotta di rientro verso Belluno. Sulla verticale del gruppo dei Lagorai il motore ha però perso potenza e quota. La giovane pilota che ha mantenuto gran sangue freddo riuscendo a condurre la planata fino a un canalone innevato. Superato il primo choc e constatato di essere ancora tutti interi i tre giovani sono usciti dal velivolo, hanno chiamato il 112 che ha inviato sul luogo l’elicottero di Trento Emergenza. Nel frattempo Silvia, Mattia e Giorgia hanno percorso un centinaio di metri nella neve fino a raggiungere il vicino bivacco Paolo e Nicola. Al riparo hanno atteso l’arrivo dell’elicottero che in hovering li ha poi imbarcati per portarli all’ospedale Santa Chiara. Da lì Mattia ha chiamato il papà Ettore chiedendogli se c’era qualcuno che poteva dar loro un passaggio a casa da Trento. Solo allora il papà ha saputo dell’avventura a lieto a fine, si è messo in macchina per raggiungere il capoluogo trentino. 
 
Tra le possibili cause che hanno determinato il calo di potenza del Piper forse un’anomalia al motore, mentre è escluso un problema di disponibilità del carburante, ma sarà compito dei periti stabilire esattamente cosa è successo mercoledì pomeriggio sul cielo del Lagorai. Silvia De Bon ha ottenuto il brevetto poco più di un anno fa ed ha già parecchie ore di volo alle spalle. Ora anche un atterraggio di fortuna in un canalone innevato a quota 2100 metri. Un merito del quale forse avrebbe fatto a meno, ma che ha salvato tre vite umane.

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Ultimo aggiornamento: 31 Dicembre, 11:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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