Adescava i ragazzini online: «Ciao sono Martina Mimì», invece era un pedofilo. Condannato a 9 anni

Martedì 30 Novembre 2021 di Davide Piol
Pedofilia online
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FELTRINO - Nuova condanna per Bruno Minute, il 29enne di origini bulgare e residente nel Feltrino, imputato di violenza sessuale continuata su minore, tentata violenza sessuale su altri ragazzini, sostituzione di persona, detenzione e scambio di materiale pedopornografico.

Il giudice di Venezia l'ha condannato in primo grado a 2 anni e 4 mesi di reclusione, riconoscendo la continuazione con la pena già confermata in Cassazione (per gli stessi reati) a 6 anni, 6 mesi e 20 giorni. Il totale ammonta a quasi 9 anni di carcere ma il giovane potrebbe uscire a breve perché ha già scontato la maggior parte della pena e l'avvocato Pierluigi Cesa chiederà l'affidamento in prova ai servizi sociali.

Un passo indietro. È il 2015.  Minute decide di aprire finti profili sul social network Facebook con lo pseudonimo di Martina Mimi. Raggiunta una certa confidenza con due ragazzi di 14 e 15 anni, riesce a farsi inviare foto equivoche. Non appena le riceve, fa scattare la trappola: «Se non mi inviate altri video li pubblicherò sui social» scrive ai due minorenni. Dalla realtà virtuale, passa ai fatti. In un parcheggio di Belluno Minute incontra uno dei due ragazzi. Si trovano a gennaio e febbraio del 2016. In entrambe le occasioni, sempre sotto la minaccia di pubblicare i filmati, lo costringe a compiere e subire atti sessuali. L'altro ragazzo, invece, lo adesca alla discoteca Paradiso di Sedico che entrambi frequentano. Insieme si dirigono dietro a una chiesa, che si trova a pochi metri di distanza dal locale, e lì si ripete lo stesso copione. Il ragazzo viene costretto a praticare atti sessuali sotto la minaccia di una pistola. Non appena arriva a casa, si confida con i genitori e scattano le perquisizioni a casa di Minute.

L'INDAGINE

Gli inquirenti trovano 383 immagini e video di minori in atti sessuali su un cellulare, altri 1456 in un altro (sempre di sua proprietà). Parte l'inchiesta, alla fine della quale il giovane viene rinviato a giudizio con 14 capi d'imputazione. Tre violenze sessuali su minori, altre 3 tentate violenze e 8 reati satelliti, tra cui violenza privata e produzione, detenzione e scambio di materiale pedo-pornografico. La condanna in primo grado è pari a 9 anni di reclusione, poi ridotta in Corte d'Appello a 6 anni, 6 mesi e 20 giorni e confermata dalla Cassazione. Oltre al risarcimento delle vittime di quasi 40mila euro. Ieri mattina il tribunale di Venezia ha pronunciato un'altra condanna nei suoi confronti di 2 anni e 4 mesi di reclusione in continuazione con la precedente.

A suo carico, infatti, c'era un'altra inchiesta su alcuni fatti accaduti nel 2017 per i quali risultava imputato degli stessi reati: violenza sessuale continuata su minore, tentata violenza sessuale su altri minorenni, sostituzione di persona, detenzione e scambio di materiale pedopornografico. Il pubblico ministero ha considerato questo fascicolo separato dal principale, chiedendo una condanna dell'imputato a 7 anni di reclusione. Mentre la difesa, avvocato Cesa, ha sostenuto che i fatti dovessero essere considerati in continuazione con i precedenti, sottolineando inoltre alcune possibili attenuanti come disturbi del comportamento. Il giudice ha accolto la tesi difensiva condannando l'imputato a oltre 2 anni di carcere. Si tratta di una condanna in primo grado, ma è probabile che l'avvocato deciderà di non fare appello. E il motivo è semplice: Minute ha già trascorso un anno in carcere e tre agli arresti domiciliari (tra casa e comunità). Considerati la buona condotta e alcuni sconti di pena possibili, la condanna dovrebbe diminuirsi degli anni necessari per chiedere l'affidamento in prova ai servizi sociali. Di conseguenza, Minute potrebbe uscire dal carcere a breve.
 

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