Corsa contro il tempo per rifare l'acquedotto prima del grande freddo

Martedì 6 Novembre 2018
Corsa contro il tempo per rifare l'acquedotto prima del grande freddo

ROCCA PIETORE (BELLUNO) - Non c'è solo la sfida della natura: ora c'è pure la corsa contro il tempo. Fra le tante emergenze che deve fronteggiare Rocca Pietore, la più impellente è quella dell'acqua, visto che da una settimana oltre metà delle utenze non è più servita dalla condotta idrica. Ieri mattina sembrava che un impianto provvisorio potesse tamponare il problema, ma in serata l'operazione non era ancora riuscita e in ogni caso non potrebbe durare a lungo, dal momento che all'inizio dell'inverno manca solo un mese e mezzo. Di fatto il territorio comunale è diviso in due e la frontiera è fissata sul ponte che conduce verso il Fedaia. Dalla spalletta posta appena prima della galleria Serrai è ben visibile l'interruzione della strada che si incuneava nella gola: sotto quel percorso  correvano i tubi dell'acquedotto, spazzati via dalla furia del maltempo. Da lì in su, verso Malga Ciapela, la conduttura è rimasta. Invece da lì in giù, in direzione di Alleghe, è saltato tutto. Di conseguenza sono 700 i residenti nella frazione di Rocca costretti ad approvvigionarsi di acqua potabile dalle autobotti dei Vigili del fuoco, che inizialmente erano due e poi sono diventate tre, considerato che le necessità aumentano con il passare dei giorni. «Nella parte non servita ancora da acquedotto nel Comune di Rocca Pietore ha comunicato verso sera la Regione sono in servizio tre autocisterne con ampia capacità di erogazione di acqua potabile; rimane ancora ostruita la tubazione da Sottoguda, sopra Caprile. I tecnici del Bim stanno lavorando incessantemente per ripulirla, ma ci vorrà ancora tempo. Alcune utenze di Sottoguda sono state comunque già rialimentate».
IL BYPASSHa spiegato il sindaco Andrea De Bernardin: «L'idea era di realizzare un bypass, una struttura temporanea che domenica aveva dato segnali di funzionamento, tant'è vero che avevo pregato i miei concittadini di chiudere tutti i rubinetti in vista della riapertura del flusso idrico. Invece sono uscite solo poche gocce, la potenza non è sufficiente, probabilmente a causa dell'ostruzione delle tubazioni. Speriamo di poter risolvere anche questo problema, anche se siamo consapevoli che sarebbe comunque una soluzione provvisoria. Con l'arrivo del gelo, tutto si ghiaccerebbe e dovremmo evacuare la popolazione». Ha confermato Gianpaolo Bottacin, assessore regionale della Protezione Civile, nel corso di un sopralluogo a Sottoguda con Nicola Dell'Acqua, direttore dell'area Tutela e sviluppo del territorio: «Qui d'inverno la temperatura scende anche a meno 20 o meno 25 gradi sotto lo zero, è una fortuna che non stia nevicando già adesso. Per questo stiamo monitorando ora per ora la situazione, per risolvere innanzitutto i disagi primari della popolazione, che hanno ovviamente la priorità in modo da riportare il prima possibile le famiglie alla normalità quotidiana».
IL FUTUROMa nel frattempo bisognerà pensare anche all'immediato futuro, tant'è vero che i tecnici sono già al lavoro per progettare il nuovo acquedotto. «Sarà realizzato con tubi di ghisa interrati anticipa il sindaco De Bernardin e seguirà un tracciato diverso rispetto a quello dei Serrai». Il primo traguardo di questa corsa contro il tempo è fissato per i primi di dicembre, quando tradizionalmente comincia la stagione sciistica. «Non dobbiamo assolutamente far passare il messaggio sottolinea il primo cittadino che non siamo in grado di ripartire. Per questo motivo non chiediamo generi alimentari ma, come ho detto al governatore Luca Zaia e al ministro Matteo Salvini, i soldi con cui fare i lavori e il congelamento dei contributi già erogati per altre opere: ne stavamo avviando 23, ma dobbiamo bloccarle per dare la precedenza alle urgenze, con la volontà però di riprenderle quando saremo usciti da questo tunnel».Pur in mezzo a mille difficoltà, Rocca Pietore ha infatti una certezza: «Ce la faremo. Abbiamo le Dolomiti e la Marmolada patrimonio Unesco, la funivia più alta delle Alpi Orientali e il museo più alto d'Europa. Non intendiamo certo finire per attirare il turismo macabro... Qui i turisti devono tornare per le nostre bellezze, mica per le nostre disgrazie».
A.Pe.

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