Rete idrica colabrodo: solo un quarto dell'acqua arriva nelle case

Mercoledì 22 Marzo 2023 di Yvonne Toscani
Acquedotto colabrodo

BELLUNO - L'Istat conferma il colabrodo della rete idrica provinciale. Rispetto al Veneto, al Nordest e alla media nazionale, in provincia viene immesso il doppio dell'acqua, il cui valore poi effettivamente erogato per usi autorizzati è però in linea con gli altri dati di riferimento. Le perdite totali, lungo le ramificazioni dell'acquedotto bellunese, ammontano al 70,6 per cento. Quasi il doppio della media del Nordest, ferma a 37,8 per cento e di molto superiore a quella italiana del 42,2 per cento e del Veneto (43,2). Esse in parte sono fisiologiche e legate all'estensione della rete, al numero di allacci e alla pressione di esercizio, in parte sono possedute a rotture e vetustà degli impianti, prevalenti soprattutto in alcune aree del territorio italiano, come per l'appunto il Bellunese.

I NUMERI
Nel 2020, a fronte di un volume complessivo di acqua immessa pari ad oltre 63 milioni di metri cubi, l'acqua erogata per usi autorizzati è stata di 18 milioni e mezzo, cioè del 29,4 per cento. L'acqua immessa corrisponde alla quantità di acqua ad uso potabile addotta da acquedotti o proveniente da apporti diretti da opere di captazione o derivazione, navi cisterna o autobotti, in uscita dalle vasche di alimentazione (come serbatoi ed impianti di pompaggio) della rete di distribuzione , ai singoli punti di utilizzo (abitazioni, stabilimenti, negozi, uffici). Se nella rete vengono immessi, giornalmente, 861 litri per ogni cittadino (oltre il doppio rispetto alle tre medie territoriali), soltanto 253 (sostanzialmente in linea con i dati regionali, della macroarea e nazionale) vengono poi effettivamente consumati per usi autorizzati e misurati ai contatori dei diversi utenti, compresi gli usi pubblici, tra i quali la pulizia delle strade, l'acqua nelle scuole e negli ospedali, l'innaffiamento di verde pubblico, i fontanili. Quotidianamente ogni bellunese consuma mediamente un quarto di metro cubo d'acqua.

IL SERVIZIO
Quasi l'intera rete bellunese è affidata alla gestione specializzata, attraverso Bim Gsp. Fa eccezione soltanto lo 0,1 per cento gestito in economia, per il volume limitato di 60mila metri cubi. È il caso del Comune di San Nicolò Comelico. Non esiste comune alcuno completamente privo del servizio idrico di distribuzione dell'acqua per uso civile, di fognatura o di depurazione. La copertura del servizio pubblico di fognatura, sempre nel 2020, ha registrato un valore percentuale sulla popolazione residente pari all'84,4 per cento. Gli impianti di depurazione delle acque reflue urbane in esercizio sono complessivamente 317. Di questi 253, inclusi i quattro gestiti in economia, riguardano le vasche imhoff e il trattamento primario, che consentono la chiarificazione dei liquidi domestici provenienti da insediamenti civili di ridotte dimensioni. In 64 casi, invece, gli impianti sono previsti per il trattamento secondario o avanzato. Nel capoluogo, a fronte di un volume di acqua immessa nella rete comunale di distribuzione dell'acqua potabile pari a quasi 9 milioni e mezzo di metri cubi (723 litri per abitante al giorno), a causa delle perdite, gli utenti finali dispongono di 3 milioni di metri cubi di acqua erogata per usi autorizzati (231 litri per abitante al giorno), comprendente gli usi sia fatturati sia non fatturati (tra gli altri, fontanili, lavaggio strade, antincendio). L'Istat prosegue, dunque, con la diffusione dei risultati del Censimento delle acque per uso civile 2020.
 

Ultimo aggiornamento: 13:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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