Crisi Acc, i sindacati al Governo: produzione record ma servono soldi

Mercoledì 6 Gennaio 2021 di Federica Fant
I lavoratori della Acc ancora in trincea per salvare la fabbrica e 305 posti di lavoro

BORGO VALBELLUNA - Le segreterie provinciali di Fim, Fiom e Uilm chiedono con somma urgenza un incontro con il Governo sul caso Acc. La produzione tocca record mai visti negli ultimi dieci anni, ma la liquidità ormai ha le ore contate. C’è urgenza di misure alternative dopo che la Commissione europea ha preso tempo nel liberare i richiesti aiuti di Stato.
2,2 MILIONI DI COMPRESSORI
Ieri si è svolto un incontro con il commissario straordinario Maurizio Castro che ha fornito i dettagli della situazione. 
«I volumi produttivi previsti per il 2021 si confermano altissimi, oltre i 2,2 milioni di compressori e l’inizio d’anno è corrispondente a quelli del primo decennio del secolo quando Acc era tra i leader mondiali del settore – chiariscono Fim-Fiom-Ulim provinciali, insieme alle Rsu -. Il nuovo compressore modello 139 a velocità variabile sta riscuotendo grande interesse sul mercato in quanto le sue prestazioni lo collocano al vertice della categoria dei compressori cosiddetti “premium” e la sua industrializzazione avrà inizio a partire dal mese di settembre 2021. Eppure, la liquidità di Acc si esaurirà nelle prossime settimane, a causa del mancato apporto dei finanziamenti bancari attesi a seguito dell’autorizzazione Europea che invece è stata procrastinata nel tempo». 
FABBRICA A PIENO REGIME
I sindacati ribadiscono come l’Acc di Mel sia una fabbrica «che produce a pieno regime, è riconosciuta dal mercato della refrigerazione domestica europea come essenziale e ha grandi potenzialità di accrescere le sue quote di mercato, la sua tecnologia e i suoi livelli occupazionali». Il Governo si è sempre dichiarato pronto e disponibile a fare ogni passo necessario per salvarla e farla diventare l’asse portante del grande progetto del Polo integrato del compressore italiano (ItalComp) insieme all’ex Embraco di Chieri (To) «per sfidare i colossi asiatici che scorrazzano indisturbati nei mercati europei a colpi di dumping, nell’indifferenza della Commissione europea, che da un lato finge di non accorgersi degli aiuti pubblici ai grandi gruppi cinesi del compressore e smentisce se stessa autorizzando la giapponese Nidec a riaprire lo stabilimento austriaco ex Acc che le aveva ordinato di vendere solo qualche mese prima, e dall’altro è particolarmente solerte nel paralizzare con ripetuti rinvii la continuità di Mel».
URGE UNA RISPOSTA
Sindacati e lavoratori sollecitano un incontro decisivo per il futuro di Acc. «Il Governo deve a stretto giro (pochi giorni) convocare le Regioni, i sindacati, gli enti locali, il commissario straordinario» per definire l’operatività della NewCo ItalComp a guida Invitalia e affidare a un soggetto imprenditoriale bancario o industriale un intervento-ponte a favore di Acc. 
 

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