Acc, tre gruppi manifestano interesse per l'acquisto: «Ora serve l'offerta vincolante»

Martedì 23 Novembre 2021 di Lauredana Marsiglia
Il tavolo al Mise

BORGO VALBELLLUNA -  Chi ieri al tavolo del Ministero dello Sviluppo economico si attendeva il funerale di Acc, e il pessimismo era forte, ha dovuto prendere atto delle tre manifestazioni di interesse raccolte dal commissario straordinario Maurizio Castro, calate dopo un lungo silenzio che lasciava presagire il peggio. 
Si tratta di un gruppo italiano che è già presente nel settore della componentistica per elettrodomestici; un’altra proviene da una grande associazione del movimento cooperativo e propone una operazione di workers byout, ovvero un intervento che coinvolge anche i dipendenti; una terza infine arriva da un grande produttore asiatico, che potrebbe essere cinese, coreano o giapponese, altri non ce ne sono in questo settore. I nomi non vengono fatti per non inquinare l’iter di gara che entra nel momento più delicato: ovvero la trasformazione delle manifestazioni di interesse in offerte vincolanti. Bisognerà vedere quanti di questi tre procederanno, ma a differenza della prima asta, quanto il quadro Acc era ancora “inquinato” dal caso Italcomp (la public company che avrebbe dovuto rilevare Acc ed ex Embraco senza però andare a buon fine in una sequenza di contrasti tra il ministro Giorgetti e la sua vice Todde), stavolta lo scenario è sicuramente più povero ma finalmente chiaro.
La tempistica dipenderà da quante offerte arriveranno e dal relativo piano industriale. Se tutti e tre gli interessamenti si concretizzeranno bisognerà dare il tempo al commissario di valutare a fondo le offerte, compararle e nell’eventualità di un sostanziale pareggio di offerta fare una sorta di gara interna. La fase commissariale scadrà il 16 marzo 2022 ed è vitale non mettere pressioni. Nel frattempo gli ordini continuano ad arrivare, ma Acc è ferma per carenza di liquidità, quella che il Governo, dal quale Acc dipende, non ha mai saputo garantire, limitandosi a promesse. Per gennaio e febbraio prossimi è prevista la produzione di 60mila pezzi ordinati dalla Bosch. La carenza di liquidità sarà superata grazie all’anticipazione che l’acquirente è disposto a fare.
Castro, al termini dell’incontro al Tavolo ministeriale, al quale non erano presenti né il ministro Giancarlo Giorgetti né la sua vice Alessandra Todde (c’era Luca Annibaletti, coordinatore della Struttura di crisi d’impresa),  anche se è evidente come le tre offerte siano frutto di un lungo lavoro di tessitura a livello internazionale per riposizionare Acc dopo il disastro lasciato dal gruppo cinese Wanbao uscito di scena nel febbraio 2019 dopo aver accumulato una montagna di debiti, ma non con le banche. E questo, per quanto onesto sia stato da parte loro, è stato un vulnus nel non ottenere più credito. Se ci fossero stati soldi da recuperare con buona probabilità l’istituto creditore avrebbe avuto tutto l’interesse ad aprire i rubinetti contando su un rilancio dell’impresa che avrebbe permesso poi di recuperare anche il pregresso.
Fallita anche l’attivazione della legge Prodi-bis grazie alla quale era stato possibile attivare il secondo commissariamento dopo il primo seguito dal fallimento di Acc Compressors. La Commissione europea non ha mai sdoganato gli aiuti di Stato. 
Al Tavolo di ieri erano presenti il ministro Federico D’Incà, l’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan, ovviamente il commissario Castro, e tutte le sigle sindacali. Per il ministro Giorgetti, che non ha rilasciato dichiarazioni, c'era Luca Annibaletti. Le parti si son lasciate con l’intento di ritrovarsi ai primi di dicembre.
 

Ultimo aggiornamento: 07:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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