«Acc: in Parlamento si è messa la parola fine al progetto-salvezza Italcomp»

Venerdì 2 Luglio 2021 di Lauredana Marsiglia
I lavoratori di Acc

BORGO VALBELLUNA - Che il progetto Italcomp fosse stato accantonato con il cambio della guarda al ministero dello Sviluppo eocnomico, con il leghista Giancarlo Giorgetti al posto del pentastellato Stefano Patuanelli, lo si era capito subito, ma ieri in Parlamento il de profundis è stato annunciato dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, nell’affrontare la dismissione per fallimento dello stabilimento ex Embraco di Riva di Chieri (Torino). Con Acc avrebbe dovuto confluire in Italcomp, ovvero una public company che avrebbe rilanciato il settore della componentistica per la refrigerazione a livello nazionale sotto la regia iniziale dello Stato. Sulla partecipazione di Stato a maggioranza c’era stata la virata di Giorgetti spostando l’onere sui privati. 
«SILENTE E INOPEROSO»
La pazienza a Mel è ormai finita per i 309 lavorati da mesi ostaggio di un tira e molla fatto di promesse e nessun aiuto concreto. Alla carenza di liquidità si aggiunge ora la carenza di progettualità per il futuro.
Inevitabilmente duro l’attacco della Fiom Cgil a ministro Giorgetti definito «silente e inoperoso». Perché ad annunciare l’abbandono di Italcomp, spiega il segretario Stefano Bona, avrebbe dovuto essere lui, non il collega Orlando. A lui spettano quelle politiche industriali che stanno stravolgendo, in un’ottica globale, l’assetto delle varie filiere.
«SCIATTERINA INACCETTABILE»
«Il doppio silenzio del Mise (Italcomp e articolo 37 che dovrebbe liberare i fondi necessari ad Acc per spravvivere) - afferma Bona - prefigura oltre al triste e drammatico abbandono di Chieri al suo destino, anche una inaccettabile sciatteria verso il Veneto e un attacco indiretto ai posti di lavoro di Borgo Valbelluna. Quanto a lungo pensa il ministro Giorgetti possano essere clienti e fornitori a farsi carico di un sostegno finanziario che spetta invece al suo dicastero, essendo l’azieNda commissariata? Chi pensa il signor Ministro, possa essere interessato a comprare Acc nella gara in corso senza sapere se la stessa avrà i fondi per completare il nuovo motore VSD e assistendo ogni giorno alla erosione delle sue quote di mercato causata dall’autoriduzione dei volumi per sopravvivere senza liquidità? Ora il Mise sta davvero prendendo in giro il Veneto e le lavoratrici e i lavoratori di Acc. Il governatore Luca Zaia, l’assessore veneto Elena Donazzan, lavoratori e comunità meritano ed esigono rispetto - incalza Bona -. Ministro Federico D’Incà quando un moto di orgoglio di appartenenza? Prenda le distanze dal Mise, oppure prenderemo atto che ne è complice».
«D’INCÀ PRENDA LE DISTANZE»
D’Incà, fatti, si era mosso per cercare di salvare Mel, ma ora nessuno più parla.
«Basta solo dire quando il Dm ex art. 37 sarà pubblicato in gazzetta ufficiale e quando arriveranno i soldi per Acc e quanti saranno, è proprio così difficile per il governo dei migliori e del Pnrr! Altro che ministro del fare, Giorgetti è il ministro del tacere, se ha fatto o intende fare qualcosa lo spieghi alle parti sociali, siamo in Italia o nella Turchia di Erdogan».
Bona conclude invocando la conclusione di quel processo di autonomia da anni inseguito dalla Regione Veneto. Ma anche questa è una strada tortuosa. Un tema sul quale Fiom si prefigge di aprire un dibattito entro fine mese.
 

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