Crisi Embraco-Acc, la protesta monta in sella al Giro d'Italia: «Tutti devono sapere»

Domenica 9 Maggio 2021 di Lauredana Marsiglia
I lavoratori di Acc di Mel, a rischio 315 posti

BORGO VALBELLUNA - La protesta dei 400 lavoratori della fallita Embraco di Riva di Chieri (To) ieri mattina ha fatto irruzione alla partenza del Giro d’Italia da piazza Castello a Torino. Ed ora la possibilità di sfruttare l’importante finestra mediatica è al vaglio anche dei sindacati della Acc. La carovana rosa passerà in provincia il 24 maggio nella tappa Sacile-Cortina. Il passaggio a Belluno potrebbe essere l’occasione per alzare l’asticella della protesta, ma soprattutto del disperato bisogno di visibilità. Acc ed ex Embraco sono ormai legate a doppio filo nel progetto salvezza chiamato Italcomp, ovvero la nascita di un polo nazionale del freddo sul quale però il Governo ha fatto retromarcia rispetto all’idea iniziale di realizzarlo attraverso una public company. Il ministero, infatti, ha invertito la grandezza d’ordine delle quote societarie della NewCo: la maggioranza deve andare ai privati, e non allo Stato. Privati che però non si trovano. E così tutto si è arenato. Acc con i suoi 315 operai rischia di chiudere il 2 giugno e la fallita Embraco ha avviato i licenziamenti per i 400 lavoratori.

MERCOLEDÌ IN REGIONE
Acc resta la scialuppa alla quale l’ex Embraco si aggrappa per non affondare, ma anche Acc non regge più la tempesta di una politica che tergiversa e non riesce a trovare la strada per concedere un prestito di 12,5 milioni di euro. Nello stabilimento di Mel sono già stati tagliati stipendi e produzione, nonostante i numeri in crescita sul mercato dei compressori per la refrigerazione domestica. I sindacati di categoria Fim, Fiom e Uilm hanno in agenda una protesta sotto il palazzo della Giunta regionale, mercoledì mattina. Chiederanno di incontrare il governatore Luca Zaia. Ad accoglierli ci sarà l’assessore regionale al lavoro Elena Donazzan, da anni impegnata sulle tragiche vertenze che hanno attraversato Acc. 
VALORE INDUSTRIALE
Sulla crisi Acc, prende posizione anche il Circolo Pd di Borgo Valbelluna unitamente al capogruppo in Regione Arturo Lorenzoni: «Una situazione paradossale. La transizione energetica, sostenuta da tutti a gran voce, insieme alla politica di ristrutturazione edilizia avviata in Italia, passa necessariamente attraverso l’utilizzo delle pompe di calore. Si tratta di un mercato che sta conoscendo una crescita spaventosa. Peraltro, oggi la parte dei compressori è un po’ il segmento nobile del ciclo di riscaldamento e raffrescamento, che il mercato premia se di qualità. Lo si è visto con un aumento importante del fatturato conseguito nel 2020 e nel primo scorcio del 2021. Un incremento che non è frutto del caso – spiega - come sa bene il commissario Castro che tanto si è speso per un solido rilancio dello stabilimento. Personalmente mi unisco al coro di tutti coloro che vedono nel valore industriale dell’azienda un potenziale enorme. Ecco perché gli imprenditori veneti dovrebbero intervenire: il rischio è davvero minimo, per chi osserva l’evoluzione verso il “tutto elettrico”».
 

Ultimo aggiornamento: 18:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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