Acc Wanbao, resta un solo mese di tempo per evitare il fallimento

Venerdì 22 Ottobre 2021 di Eleonora Scarton
La protesta dei lavoratori Acc

BORGO VALBELLUNA - Il Ministero dello Sviluppo Economico apre un secondo giro di asta pubblica per trovare un’acquirente interessato ad acquistare lo stabilimento Acc di Mel. Sarebbe una bella notizia per tutti se non fosse per i tempi ristretti dati dal Mise: l’asta infatti si chiuderà il 20 di novembre, fra un mese. Tempistiche davvero strette per poter convincere competitor internazionali ad investire sul compressore.

Anche perchè, a fronte di un nuovo esito negativo, il Commissario Straordinario dovrà convertire la procedura di amministrazione straordinaria in procedura di fallimento, decretando di fatto la chiusura dello stabilimento zumellese. Significherebbe infatti portare i libri alla sezione fallimentare del tribunale di Venezia. 


La situazione è complessa. Il 5 ottobre scorso si è chiusa l’asta di vendita per lo stabilimento Acc; asta che è andata deserta. Nonostante alcuni investitori, due in particolare (la giapponese Nidec e la tedesca Secop) avessero manifestato il loro interesse nell’acquisizione dell’azienda, alla fine nessuna delle due ha concretamente presentato un’offerta. La strada che solitamente viene intrapresa in questi casi è quella della trattativa privata. Il Mise dà mandato al Commissario Straordinario di intraprendere delle trattative con realtà che potrebbero essere interessate all’acquisizione, così da poter vendere l’azienda; il tutto alle migliori condizioni possibili. A livello di tempistiche, all’indomani dell’annuncio dell’asta deserta, si parlava del 16 marzo 2022, con possibile proroga di ulteriori tre mesi. 


Le cose però non sono andate in questo modo. Dopo la richiesta avanzata dal Commissario Castro di poter proseguire la ricerca di un compratore, è arrivata la risposta del Mise: mercoledì sera è infatti arrivata al Commissario l’autorizzazione alla gara. Questo significa che il provvedimento del Ministero non fa riferimento al passaggio tipico che avviene per le aziende in amministrazione straordinaria, quindi da una gara pubblica ad una fase di trattativa privata, ma all’apertura di un secondo giro di gara pubblica. Quello che ha spiazzato ancor di più però è la tempistica. La gara, la cui autorizzazione all’avvio è arrivata mercoledì sera, quindi il 20 di ottobre, si chiuderà il 20 di novembre. Il Commissario Castro avrà solamente un mese di tempo per cercare di convincere almeno una realtà imprenditoriale internazionale ad investire sullo stabilimento di Mel. 


Un lavoro tutto in salita anche per il Commissario Castro che in questi anni è riuscito a compiere qualche miracolo permettendo all’azienda di sopravvivere. Quello che sicuramente penalizza è il fattore tempo in quanto un mese è davvero poco per poter instaurare una trattativa che possa convincere investitori internazionali a credere nel sito zumellese ed a presentare una propria manifestazione di interesse. Ma nulla è impossibile e quindi l’auspicio è che entro il 20 di novembre arrivi almeno una manifestazione di interesse. Che sia una o più d’una, chi presenterà la propria manifestazioni avrà tempo fino alla fine dell’anno per trasformarla in offerta vincolante. 


Ma cosa accadrà se anche questo secondo giro di gara pubblica andasse deserto? Se entro il 20 di novembre non arriveranno manifestazioni di interesse, il Ministero dello sviluppo Economico costringerà il Commissario Castro a presentare un’istanza al tribunale delle imprese di Venezia per la conversione da procedura di amministrazione straordinaria a procedura di fallimento. Non appena poi il tribunale emetterà il decreto di fallimento verrà nominato un curatore il quale deciderà se proseguire l’attività o meno. Chiaramente il curatore deve fare gli interessi dei creditori per cui, essendo che l’Acc attualmente produce in perdita, è obbligato a cessare l’attività produttiva. Insomma, i cancelli si chiuderanno e i lavoratori rimarranno definitivamente a casa. Difficile dire quando questo accadrà concretamente, in quanto toccherà poi al tribunale dettare i tempi, ma la strada sarebbe comunque tracciata. Un esito che sarebbe una vera e propria sconfitta, in primis per le istituzioni che hanno sempre sostenuto di fare il possibile per evitare che un sito produttivo così strategico per la provincia di Belluno chiudesse per sempre.

Ultimo aggiornamento: 17:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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