Crisi Acc: sit in sotto la prefettura e davanti alle filiali delle banche

Sabato 29 Agosto 2020 di Federica Fant
Una delle tante manifestazioni di protesta ai cui sono stati costretti i lavoratori della Acc di Mel
BORGO VALBELLUNA - Non si rassegnano i dipendenti dell’Acc di Villa di Villa, anzi. Hanno già in programma una manifestazione per il 2 settembre. Prenderanno di mira le banche e la prefettura. Ieri in azienda, infatti, si è tenuta una riunione tra le sigle sindacali Fiom, Fim, Uilm e le Rsu, per decidere quali azioni intraprendere dopo il no delle banche a finanziare, con un prestito garantito dallo Stato, il salvataggio dell’azienda che produce compressori per la refrigerazione domestica e che è in amministrazione straordinaria.
«Riteniamo incomprensibile e non in linea con la loro responsabilità istituzionale l’atteggiamento degli istituti bancari nei confronti della amministrazione straordinaria di Acc – si legge nella nota stilata a fine riunione -. La decisione di non concedere il prestito ponte pur in presenza di ampie garanzie mette in discussone i faticosi risultati fin qui raggiunti nella vertenza Wanbao-Acc, mettendo in difficoltà un intero territorio già alle prese con una difficile situazione dovuta alla pandemia». 
DECISI A NON MOLLARE
Sindacati e rappresentanti sindacali aziendali sono concordi: «Un intervento finanziario è necessario per il sostegno del piano industriale e a tale fine sono state offerte sufficienti garanzie alle banche che però ad oggi non hanno risposto positivamente alle numerose sollecitazioni istituzionali. Le organizzazioni sindacali provinciali Fim-Fiom-Uilm unitariamente alla Rsu Wanbao-Acc hanno deciso di riprendere la mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici e organizzano per mercoledì 2 settembre alle ore 11. Una manifestazione davanti alla prefettura di Belluno e ai maggiori istituti di credito presenti in provincia. Tutti insieme non lasceremo nulla di intentato per garantire un futuro industriale alla Acc e assicurare la continuità occupazionale per le lavoratrici e i lavoratori. Mai come ora questa storia la scriviamo noi». 
NO ALLA RASSEGNAZIONE
«Non c’è da abbassare le armi - afferma Stefano Bona, segretario Fiom - e stiamo decidendo cosa proporre ai lavoratori, la rassegnazione non fa parte del nostro credo. Noi non demordiamo. Da un lato ci si domanda perché le banche non abbiano voluto, dall’altro pensiamo alla mobilitazione per sensibilizzare un ulteriore impegno». 
La situazione dell’azienda, che occupa 305 dipendenti, una quindicina dei quali assunti dal commissario Maurizio Castro che ha fatto salire la produzione del 13 per cento, è sempre stata caratterizzata da un’alternanza di buone e cattive notizie. Ora, però, i tempi sono stretti. Castro ha annunciato che i fondi a disposizione finiranno entro settembre.
Alle banche era stato chiesto un credito di 12,5 milioni di euro, che sarebbero poi stati coperti dallo Stato. Ma da tutti gli istituti è arrivato un secco no. La Regione Veneto, pertanto ha riconvocato un tavolo di confronto per martedì 8 settembre. L’obiettivo è quello di far cambiare idea alle banche, magari ponendon nuove garanzie come suggerito da Castro.
 
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