Crisi Acc, il commissario Castro: «Le banche non danno prestiti: liquidità finita entro settembre» Oltre 300 lavoratori a rischio

Giovedì 27 Agosto 2020 di Lauredana Marsiglia
Lo stabilimento di Villa di Villa che produce compressori per la refrigerazione domestica
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BORGO VALBELLUNA - «Le confermo che, alla fine del mese di settembre 2020, si esaurirà la liquidità disponibile, con tutte le drammatiche, laceranti conseguenze industriali e sociali connesse a una simile condizione traumatica».
Si chiude così la lunga missiva inviata ieri da Maurizio Castro, commissario straordinario dell’Acc di Mel all’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan che prontamente replica: «Di fronte all’assenza di disponibilità a concedere un supporto finanziario da parte del sistema bancario, a fronte di garanzie statali, il lavoro fatto finora rischia di essere incomprensibilmente vanificato».

ANCORA SUL BARATRO
Il sito industriale di Mel, unico produttore in Italia di compressori per la refrigerazione domestica, torna così sull’orlo del precipizio, posto che ci si sia mai allontanato in decenni di battaglie e di travasi da una società all’altra. Alla mezzanotte di ieri scadeva il termine dato alle banche, convocate il 7 luglio scorso dalla Regione Veneto, per chiedere supporto. Servono 12,5 milioni di euro, soldi che saranno poi ristorati dallo Stato. Al tavolo regionale c’erano i più grandi gruppi, come Ubi, Mps, Iccrea, Ifis, Intesa San Paolo e Unicredit. Fino a ieri sembrava che queste ultime due avessero lasciato un pertugio, ma ieri, a giochi fatti, è arrivata la notizia che solo Ifis avrebbe dato una certa disponibilità, seppur limitata e condizionata.

AVANTI ANCORA
«Ritengo doveroso convocare un tavolo di confronto per martedì 8 settembre - annuncia la Donazzan - con tutte le principali parti economiche e sociali regionali interessate dalla vicenda. L’obiettivo è quello di approfondire l’approccio del sistema bancario in situazioni di questo genere».

PRESTITI GARANTITI 
Acc non solo gode di un piano industriale definito «concreto» e validato dal Ministero, ma anche di un prestito garantito al 100% dallo Stato. «Sconcerta e preoccupa constatare che 50 giorni di interlocuzioni con gli istituti di credito non abbiano portato ad un risultato concreto - continua l’assessore -. Il sistema finanziario dovrebbe rappresentare una leva per far fronte a periodi di crisi economico-industriali, soprattutto se stiamo parlando di un’azienda con queste caratteristiche, strategica per l’intero Paese. Questa situazione mi lascia veramente basita e va affrontata con urgenza».
Dipendenti e sindacati sono in subbuglio, e già si profila un possibile assedio alle filiali delle banche. Il caso Acc, mai come ora, rischia di essere lo specchio di un Paese che deve ancora pagare l’alto prezzo del lockdown.

PORTAFOGLIO CLIENTI GONFIO
In questi mesi Castro non solo ha riassunto personale che venne licenziato da Wanbao, portandolo da 290 a 305 unità, ma ha riempito anche il portafoglio ordini tessendo rapporti con i più grandi produttori europei di frigoriferi. Quest’anno la produzione è di 1,8 milioni di pezzi con una crescita del 13,2 per cento.
«Solo Banca Ifis - afferma Castro -, con un atteggiamento in ogni caso apprezzabile almeno in termini comparativi, è disposta a sottoporre ai suoi organi deliberanti la richiesta di finanziamento, condizionandola al perfezionamento della garanzia statale».

LA NUOVA PROPOSTA
Per smuovere la rigidità delle banche, Castro cala una proposta: «La costituzione di un Organismo di controllo, composto da sei membri scelti tra le parti interessate e presieduto dal direttore di uno dei dipartimenti economici delle Università attive nel bacino territoriale di riferimento, Venezia, Padova o Trento), che segua in modo continuativo un percorso di monitoraggio e di vigilanza sull’esecuzione del Piano industriale».
 
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