Acc di Mel, nella gestione anche gli operai. La Donazzan: «Svolta storica»

Giovedì 11 Giugno 2020 di Lauredana Marsiglia
Acc di Mel, nella gestione anche gli operai. La Donazzan: «Svolta storica»
Otto punti attraverso i quali suggellare un patto per dare un futuro alla nuova Acc di Mel, dopo l'uscita del gruppo cinese Wanbao che in cinque anni ha lasciato sul terreno circa 60 milioni di perdite, senza investire mai in innovazione. Nel frattempo la tecnologie dei compressori per la refrigerazione domestica hanno accelerato. Mel, tuttavia, resta l'unico sito italiano in questo segmento, pronto a spiccare il volo verso un mercato di alta gamma rappresentato da colossi quali Bosch, Miele, Electrolux, Whirlpool. Obiettivo: rimettere in forza la produzione rendendola appetibile a nuovi potenziali investitori.

Nel frattempo, finanziariamente, grazie alla legge Prodi-bis, si attingerà dal Fondo di garanzia dal quale, nella crisi 2013 legata al fallimento Acc Compressors (450 milioni di buco mai recuperati), vennero prelevati circa 14 milioni di euro. Ma sarà indispensabile coinvolgere anche il sistema bancario, nazionale e locale. Non è stato tuttavia invocato un contiano gesto d'amore. Saranno riassunti anche 18 ex dipendenti, licenziati dal gruppo di Canton e verranno attivate ore straordinarie.

LA FIRMA IN MUNICIPIO
L'intesa è stata firmata ieri nella sede del municipio di Mel durante la riunione del Consiglio di sorveglianza socio-istituzionale, presieduto dal sindaco di Borgo Valbelluna, Stefano Cesa, alla presenza del commissario straordinario Maurizio Castro, l'assessore regionale al lavoro Elena Donazzan, i rappresentanti dei Comuni di Feltre e Lamon, le Organizzazione sindacali, le Rsu, il presidente della Provincia, Roberto Padrin, e in videoconferenza anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà. Scopo del Consiglio, istituito nel 2013, è quello di sorvegliare sulla fase di commissariamento del sito dando voce al territorio in tutte le sue componenti. Perché Acc è un bene che va ben oltre il nudo compressore.

I LAVORATORI AL CENTRO
Il fulcro dell'accordo è il riconoscimento ai 290 lavoratori, in applicazione dell'articolo 42 della Costituzione e della Legge regionale n. 5 del 5 gennaio 2010, del diritto di partecipare alla gestione dell'azienda. «Un passaggio storico e in assoluto unico in Italia» ha assicurato la Donazzan.
Allo scopo sarà istituito il Co.I.Co.Per, ovvero il Comitato Industriale di Consultazione Permanente, composto, sul versante aziendale, da tre rappresentanti (il commissario straordinario e due rappresentanti da lui designati fra i dirigenti e i consulenti di Acc), e, sul versante sindacale, da tre rappresentanti (designati dalle Organizzazioni sindacali fra i dirigenti territoriali e i rappresentanti sindacali aziendali. Si riunirà ogni 15 giorni.

SINERGIA TRA LE PARTI
Il canovaccio sul quale si lavorerà sarà quello della cooperazione fra tutte le parti interessate a tenere in vita il sito zumellese, nel quale non c'è solo uno straordinario patrimonio professionale, ma anche la capacità umana e il coraggio dei dipendenti di rimboccarsi le maniche a qualsiasi ora. Altro passaggio di rilievo, annunciato dalla Donazzan, è quello dell'innovazione e ricerca attraverso un coinvolgimento dell'Università di Padova. La Regione Veneto, come ha spiegato Mattia Losego, farà la sua parte anche economicamente in un quadro più ampio, da concordare in sede di Commissione europea al fine di superare i limiti sul divieto di aiuti di Stato, per drenare risorse a tutte quelle imprese entrate in crisi a seguito del lockdown Covid-19.
WANBAO ASSOLTA
Corale la soddisfazione per la conferma di Castro al ruolo di commissario bis; navigato manager del settore, fu proprio lui a traghettare la fallita Acc Compressors al gruppo cinese.
«Wanbao - ha commentato diplomaticamente Castro, facendo però storcere il naso ai Sindacati - non ha mai violato i patti in questi anni, restando collaborativa anche in questa fase che ha portato al commissariamento. I punto debole è stata l'incapacità manageriale di interpretare il settore. Hanno preferito inseguire una riduzione di prezzo delocalizzando parte della produzione della componentistica. Diciamo che non sono stati smart, come si direbbe oggi». Insomma, «errori strategici in buona fede».
Al contrario, al centro dell'azione di Castro ci sono proprio quegli elementi «sottovalutati» dai cinesi, guardando soprattutto ai produttori tedeschi.
Inizia una nuova fase. Per tutti un sospiro di sollievo dopo mesi passati nell'incubo di una chiusura.
 
Ultimo aggiornamento: 19:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci