Bimba abusata dall'amico di famiglia: dopo 11 anni mamma-coraggio vince la sua guerra, l'orco andrà in galera

Giovedì 16 Luglio 2020 di Olivia Bonetti
Bimba abusata per anni dall'amico di famiglia
VALBELLUNA - «Andrà in carcere, andrà in carcere: giustizia è stata fatta». Questa la reazione della mamma-coraggio che si è messa contro tutta la comunità musulmana bellunese denunciando l'orco che aveva ripetutamente violentato la sua bimba in una casa della Valbelluna.
Ieri, mercoledì 15 luglio, a 11 anni da quando erano iniziati quegli abusi e a 7 dalla denuncia, è arrivata la decisione della Cassazione: la Suprema Corte ha rigettato il ricorso presentato da Bouchaib Lambarki, tramite l'avvocato di fiducia Mario Mazzoccoli contro la condanna a cinque anni di reclusione. Il rigetto era stato chiesto dal procuratore generale e i difensori della mamma che rappresentava la minorenne, gli avvocati Roberta Resenterra e Liuba D'Agostini di Feltre. Nulla da fare invece per l'avvocato Mazzoccoli che ha puntato il suo ricorso sul fatto che la ragazzina non fosse da ritenere credibile, linea difensiva che ha mantenuto fin dal primo grado. E fin dal primo grado quella condanna è rimasta immutata, passando per tre gradi di giudizio: 5 anni di reclusione e il risarcimento di 50mila euro per i danni patiti dalla vittima oltre all'interdizione perpetua dai pubblici uffici e quella legale per l'intera durata della pena. Ieri intorno alle 10 di mattina la notizia e la gioia della mamma. Ora per Bouchaib Lambarki, 48enne marocchino residente a Ponte nelle Alpi, si spalancano le porte del carcere: è questione di giorni, il tempo che gli venga notificata la sentenza.

L'ORRORE
La mamma nel 2013 aveva denunciato l'amico di famiglia, quando la figlioletta si confidò con lei e la bimba più piccola con la maestra. Bouchaib Lambarki a cui la mamma aveva affidato la figlia mentre lei andava a lavorare, invece di proteggere la minore l'ha sottoposta a violenze e atti sessuali: all'epoca dei fatti la bimba andava in seconda elementare. L'incubo si sarebbe protratto dal 2009 al 2012, da quando lei era in seconda elementare. L'uomo le avrebbe usato violenza in più occasioni in modo rapido e repentino prendendole la mano e tenendosela premuta a forza sulle parti intime. L'avrebbe inoltre costretta a compiere e a subire atti sessuali, toccandola, accarezzandola, baciandola in bocca e andando anche oltre. Si sarebbe poi masturbato di fronte a lei. Anche la sorellina della presunta vittima avrebbe subito violenza, ma non è mai stato provato perché la piccola ha sempre negato di conoscere quell'uomo. 

IL PROCESSO
L'imputato, che ha scelto il rito abbreviato in primo grado e la sentenza arrivò il 6 marzo del 2015 in Tribunale di Belluno. Un macigno che non è stato scalfito negli altri gradi di giudizio: 5 anni, confermati fino a ieri. La bimba era stata anche sottoposta a consulenza che ha confermato la sua credibilità e che quegli atti di natura sessuale sarebbero avvenuti numerosissime volte. Ma, ad oggi, Bouchaib Lambarki non ha ancora fatto un giorno di galera. «La giustizia è stata lenta ma inesorabile - commenta la mamma - ora la mia speranza è che vada presto dietro le sbarre e paghi finalmente per quanto ha fatto. Non posso però non temere che possa anche darsi alla fuga: proprio oggi, il giorno in cui ho appreso della decisione della Cassazione, l'ho incrociato in auto».
 
Ultimo aggiornamento: 19 Luglio, 21:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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