Il progetto: 120 km, metà in galleria, a pedaggio. Valico tecnologico da 8 miliardi per 8 milioni di veicoli all'anno

L'autostrada arriverà a Lienz attraverso il monte Cavallino

Domenica 30 Ottobre 2022
Il progetto: 120 km, metà in galleria, a pedaggio. Valico tecnologico da 8 miliardi per 8 milioni di veicoli all'anno

BELLUNO - Il prolungamento autostradale Venezia-Monaco, da Pian di Vedoia a Lienz (Austria) attraverso il monte Cavallino, avrebbe potuto essere progettato grazie al bando europeo che, nel 2019, metteva a disposizione 100 milioni di euro per la progettazione di grandi opere infrastrutturali nell’ambito della strategia Eusalp per lo sviluppo della macro regione alpina.

L’occasione tuttavia non venne sfruttata a seguito della mancata intesa tra la Regione Veneto e l’Austria dove la A27 avrebbe incrociato le grandi direttrici austriache per poi agganciare l’autostrada per Monaco.


NON SOLO ASFALTO
Pensare però alla Venezia-Monaco in modo tradizionale sarebbe riduttivo perché il prototipo elaborato non prevedeva, e non prevede, un semplice nastro di asfalto, ma un corridoio tecnologico che trasporterà anche energia, reti informatiche, acqua, gas, telefonia e altri possibili sottoservizi. 
L’idea di progetto ha un costo complessivo stimato in circa 8 miliardi di euro spalmati su una lunghezza di 120 chilometri da Pian di Vedoia a Lienz, di cui il 50 per cento circa in galleria. 


DUE TRONCONI
Il tracciato si compone di due tronconi: il primo riprende il progetto del 2011 del passante Alpe-Adria (21 km), da Pian di Vedoia a Macchietto di Perarolo (1 miliardo 250mila euro); il secondo da Macchietto a Lienz (100 km) attraverso il traforo del monte Cavallino (costo stimato 6,7 miliardi). Il primo tratto aveva già incassato il disco verde dalla Commissione Via nazionale, mentre il Ministero per i Beni ambientali e culturali chiedeva, e chiede, alcune modifiche progettuali ritenute comunque fattibili. Doveva partire da zero, invece, il secondo tronco che si chiamerà Autostrada delle Dolomiti.


DORSALE TRANSALPINA
Il passaggio del corridoio è stato definito centrale, avvicinando praticamente tutte le vallate bellunesi alla dorsale transalpina destinata non solo a dare uno sbocco fondamentale ad un Bellunese ricco di industrie e povero di infrastrutture, ma anche al porto di Venezia che resta centrale in quadro internazionale legato all’avvenuto raddoppio del canale di Suez.


TRASPORTI AGEVOLATI
Ma a questo si lega anche la questione pedaggi: si stima che il valico possa essere attraversato annualmente da 8 milioni si veicoli con una resa in termini di pedaggi calcolata in un range tra 146 e 284 milioni di euro l’anno. Inoltre, i costi per gli autotrasportatori si abbatterebbero anche del 35 per cento rispetto alla tratta lungo il Brennero, con un notevole vantaggio per le imprese.


L’IDEA DALL’ELETTRODOTTO
L’idea di un grande corridoio tecnologico era nata nell’affrontare l’arrivo dall’Austria del grande elettrodotto di Cordignano (Tv). In quel frangente era nata l’idea di una grande infrastruttura tecnologica. 


VIVAIO DOLOMITI
L’idea venne poi girata da Vivaio Dolomiti, associazione che si occupa di sviluppo della provincia, venne girata all’allora europarlamentare Remo Sernagiotto, scomparso nel novembre 2020, che l’accolse portandola in Europa. Nacquero tre emendamenti con i quali riequilibrare i collegamenti delle aree più marginali, come Belluno, rispetto ai 9 grandi corridoi della Rete Centrale, specificando la centralità del prolungamento della A27. 

Ultimo aggiornamento: 1 Novembre, 09:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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