Coronavirus in Campania, quarantena fino a Pasqua: «Roma non manda le forniture, così conteremo solo i morti»

Giovedì 26 Marzo 2020 di Adolfo Pappalardo
Coronavirus in Campania, quarantena fino a Pasqua: «Roma non manda le forniture, così conteremo solo i morti»

Non ci gira attorno e i toni della missiva sono apocalittici: «Permanendo questa nullità di forniture, non potremo fare altro che contare i nostri morti», scrive ieri mattina il governatore De Luca al premier Conte e ai ministri della Sanità, degli Affari regionali e per il Sud. E, ancora una volta, lamenta come, nonostante le richieste, la Protezione civile non abbia spedito in Campania né ventilatori, né maschere o tubi endotracheali. Niente. E lì dalla cabina di regia contro il Coronavirus guidata da Arcuri fanno notare come in questo momento i morti non si contano al Nord, in Lombardia e, in particolare, nelle province di Bergamo, Brescia, Savona e Piacenza dove mancano gli strumenti in questione e sono esauriti anche i posti in terapia intensiva per i malati di Covid 19. Scenario molto più drammatico, dicono, rispetto al Sud che non vive un'emergenza così acuta. Nessuna risposta ufficiale ma, è ovvio, filtra un certo disappunto per l'attacco (nei modi e nei toni) di De Luca. Non solo alla struttura guidata da Arcuri ma anche al governo tanto che tocca al segretario del Pd di Napoli, l'orlandiano Marco Sarracino, difendere i ministri democrat e in generale l'esecutivo: «Le richieste del presidente De Luca rappresentano un campanello d'allarme ma non entrano assolutamente in conflitto con gli sforzi che il governo nazionale sta mettendo in campo, tutt'altro. Occorre invece la massima collaborazione istituzionale». Poi in serata il governatore forza ancora la mano: vara un'ordinanza per prorogare la quarantena e la chiusura di negozi e aziende sino al 14 aprile mentre nel resto del Paese (ad oggi) si arriva al 3 aprile. E di fatto La Campania si autoequipara alla Lombardia la cui stretta dura sino al 15 sì ma è l'epicentro del contagio.


Il governatore, ieri mattina, alza improvvisamente i toni e mette in guardia da quello che potrebbe accadere nelle prossime ore. Non a caso, basta riavvolgere il nastro, dei suoi allarmi sui pericoli di chi si posta dal Nord al Sud e la richiesta pressante dei militari per strada a controllare chi elude i controlli. La situazione, anche se in emergenza, in Campania viene giudicata ancora sotto controllo anche se preoccupa. A cominciare dall'area rossa a Sud di Salerno, nel vallo di Diano, che si appresta a diventare la Codogno del Mezzogiorno vista l'impennata di contagi e morti.
 

 

«Il richiamo a numeri più contenuti di contagio al Nord, rischia di cancellare del tutto il fatto che non solo la crisi non è in via di soluzione, ma che al Sud sta per esplodere in maniera drammatica. I prossimi dieci giorni saranno da noi un inferno. Siamo alla vigilia di una espansione gravissima del contagio, al limite della sostenibilità. La prospettiva, ormai reale, è quella di aggiungere alla tragedia della Lombardia quella del Sud», avverte De Luca. «Da Roma non è arrivato quasi nulla dal punto di vista delle forniture essenziali per il funzionamento dei nostri ospedali. Il livello di sottovalutazione è gravissimo. Non si è compreso che - attacca - gli obiettivi strategici sono due: contenere il contagio al Nord e impedire la sua esplosione al Sud. Dopo aver creato decine di posti letto nuovi per la terapia intensiva, rischiamo di non poterli utilizzare per mancanza di forniture essenziali». E, infine «ci separa poco dal collasso, se il Governo è assente».
 


E proprio sulla creazione dei posti letto in terapia intensiva ruota tutta la vicenda. Ogni sera, alla struttura commissariale, verificano le esigenze in tutta Italia e decidono l'invio, per il giorno successivo, delle attrezzature mediche nelle province più colpite. Per ora precedenza massima a Bergamo e Brescia e poi Cremona, Lodi, Savona e Piacenza dove i posti in terapia intensiva e sub intensiva sono saturi, non ci sono attrezzature per tutti i contagiati e mancano pure le bombole d'ossigeno. Allarme rosso che non c'è ora in Campania: i posti in terapia intensiva ci sono e le attrezzature saranno spedite nel giro di qualche ora, se e quando lo scenario dovesse diventare critico. E veleni e polemiche sono da evitare per la struttura commissariale che si muoverà sempre su questo percorso: le truppe prima al fronte sotto attacco.
 

Ma De Luca imprime un'altra accelerata. In mattinata sui tamponi: i risultati devono arrivare senza sforare le 24 ore come sta accadendo. «Dobbiamo stringere i denti e se è necessario bisogna lavorare anche di notte», dice De Luca.
Poi, ieri sera, come al solito, dopo l'allarme arriva dopo qualche ora un nuovo decreto. È un'ordinanza di proroga e inasprimento delle misure d'emergenza decise dal governo. E se in tutta Italia ad oggi la chiusura totale dura sino al 3 aprile (tranne la Lombardia), in Campania non si potrà uscire dalle proprie abitazioni, «residenza, domicilio o dimora nella quale ci si trovi» fino al prossimo 14 aprile. Con chiusura di tutte le attività (negozi e aziende) sino a dopo Pasqua. 

Ultimo aggiornamento: 13:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA