Matteo, il bimbo focomelico che pranzerà con l'arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia

Lunedì 27 Settembre 2021 di Francesca Mari
Matteo, il bimbo focomelico che pranzerà con l'arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia

«L’adozione di Matteo l’abbiamo accolta come parto di Dio che ce l’ha consegnato secondo il Suo disegno. Il nome Matteo, di origine ebraica, significa appunto “dono di Dio” e noi l’abbiamo accettato con immenso amore». In questa espressione di Tommaso Castaldo, 44enne di San Giorgio a Cremano e dipendente della Clinica Pineta Grande di Castelvolturno, c’è tutto il senso della scelta intrapresa 13 anni fa insieme a sua moglie, Giuseppina Patriciello, a pochi anni dal matrimonio e che ha dato un senso profondo alla loro vita.

Quella scelta si chiama Matteo, loro figlio, un bambino di origini indiane nato focomelico (senza gambe e senza braccia) che appena nato (il 23 luglio del 2008) fu lasciato nella Clinica casertana e fu adottato dalla coppia nel settembre del 2008 senza esitazioni. 

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Oggi Matteo è un tredicenne tosto, positivo e ottimista. Frequenta la terza media nella sezione F dell’IC «Massaia» di San Giorgio: due olive nere i suoi occhi, sguardo vispo e intelligenza pronta. Non si lamenta mai della sua condizione, scrive e mangia da solo, gioca autonomamente e pratica nuoto con i suoi amici. Adora giocare con il suo cagnolino Briciola.  A breve dovrà subire un intervento per ridurre uno dei moncherini, ma lo farà con forza e determinazione come sempre. A breve riceverà una gradita visita. «L’arcivescovo di Napoli don Domenico Battaglia- riferisce il padre Tommaso- l’abbiamo incontrato nella sua parrocchia di appartenenza della Santissima Addolorata. Disse a Matteo di ritenersi impegnato perché presto sarebbe venuto a trovarlo a casa. Ci lasciò, naturalmente, nel più gioioso stupore. Il nostro sogno è poter camminare con lui».


L’ingresso di Matteo nella famiglia Castaldo ha portato un raggio di sole costante che rende la coppia ancora più unita. Tommaso e Giuseppina si sono sposati nel 2002 nella basilica di Pozzano a Castellammare, e desideravano, come ogni giovane coppia di sposi, un figlio che però non arrivava. Così hanno deciso di chiedere il preaffido di due fratellini bierolussi: hanno accolto per due anni (solo per alcuni periodi)  la femminuccia di 8 anni e per i restanti tre anni il maschietto di 7. Nel 2007 i bimbi vanno via. «Le pratiche per l’adozione – spiega Tommaso – sono molto farraginose e spesso le lungaggini burocratiche fanno passare molto tempo e causano stress». Poi nel settembre del 2008 l’illuminazione, grazie ad un servizio del Tg3 Campania. «Eravamo a pranzo io e Pina- racconta Tommaso- quando abbiamo sentito in Tv di un bambino lasciato in clinica. Non appena sentiamo che si cerca una coppia disposta ad adottarlo, ci guardiamo e… abbiamo già scelto. Diamo subito la nostra disponibilità e in poco meno di una settimana Matteo è a casa nostra. Ci viene dato in preaffido e in un anno concludiamo le pratiche per l’adozione».


Tommaso e Pina ogni giorno ringraziano Dio per quel dono perché Matteo è davvero una forza della natura e ha stravolto loro la vita positivamente. La coppia da 20 anni frequenta il Rinnovamento nello Spirito Santo di Avellino, diocesi di Benevento, dove si reca ogni martedì per pregare e fare volontariato. Ora si prepara all’intervento di Matteo. «Per la sua patologia- spiega Tommaso- tendono a crescere le ossa e non la pelle, arrecandogli dolore. Per cui ha bisogno di interventi chirurgici. Matteo fa terapia al Centro Horizon a San Giorgio. Siamo convinti di aver scelto la strada giusta, anche se non la più facile. Il nostro sogno è camminare accanto a Matteo».

Ultimo aggiornamento: 28 Settembre, 08:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA