Napoli, così si perdono le tracce del nonno ricoverato d'urgenza in ospedale: test al Cardarelli

Domenica 8 Agosto 2021 di Maria Pirro
Napoli, così si perdono le tracce del nonno ricoverato d'urgenza in ospedale: test al Cardarelli

Il telefono squilla, ma nessuno risponde. Alle 17.12. Così ieri alle 13.16, alle 14.55 e alle 15.22. E si capisce perché: il Cardarelli, l'ospedale più grande del Sud, è il principale riferimento per i napoletani e gli altri cittadini campani, soprattutto per visite ed esami in emergenza, quando la situazione diventa disperata e non resta che chiedere aiuto. Anche l'ultimo bollettino lo dimostra: si contano 182 accessi al pronto soccorso in un giorno. Venti ricoveri effettuati con trasferimento diretto nei reparti; mentre altri 32 casi sono stati trasferiti dall'obi, l'osservazione breve intensiva, dove sono sistemati 82 malati.

Tanti, troppi.

Il caso non è isolato. «Abbiamo avuto - dice il vicesegretario generale di Cittadinanzattiva, Francesca Moccia - tante segnalazioni di questo tipo in Italia, di difficoltà cioè a comunicare. Una volta entrate in reparto, si perdano le tracce di persone non autosufficienti. Non solo colpiti dal Covid, il disagio si aggiunge alle difficoltà nella cura di altre patologie». 

Con la pandemia, tutto è più difficile. «Le misure di sicurezza limitano i contatti, le visite, gli spostamenti», fa notare Moccia. E, in casi particolari (che poi così particolari non sono), aumentano l'ansia e la tensione per i nonni trasportati in corsia, da soli, soprattutto per quelli con poca memoria, declino cognitivo e scarsa dimistichezza con lo smartphone.

Secondo le regole interne al Cardarelli, è il medico che provvede a telefonare a un parente, se è annotato un recapito e il degente non può farlo direttamente. Se non si vuole aspettare, è possibile raggiungere la struttura e ottenere informazioni. Ma c'è un "buco nero" nella procedura per avere notizie a distanza, quando mancano questi dati in cartella clinica e non c'è un accompagnatore del degente al momento del malore che può seguire l'iter. Allora, avere solo una risposta, prima che una parola di conforto, diventa complicato. Situazione che non dipende, ovviamente, da camici bianchi e infermieri chiamati a sostenere carichi di lavoro pesanti, di più in estate, con i colleghi in ferie. 

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In questi casi l'indicazione della direzione, peraltro, è la seguente: bisogna rivolgersi al centralino; +39 0817471111, è questo il numero  sul sito web dell'azienda ospedaliera ripetuto per tre volte, ieri, e di nuovo oggi, senza riuscire a sentire una voce. «Chiaro che con la carenza di personale in organico diventa tutto più faticoso, ma anche il canale di comunicazione va curato», insiste Moccia. «La tecnologia oggi risolve qualsiasi problema». Il numero due dell'associazione impegnata nella tutela dei diritti del malato cita diverse esperienze positive: «Di grande umanità. È questione di volontà e organizzazione», conclude.

Ultimo aggiornamento: 25 Settembre, 21:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA