«A inizio febbraio abbiamo cominciato lo screening in rete con l'Istituto Superiore di Sanità per la variante inglese. Avevamo una incidenza del 7%, ora dal report di ieri il dato è del 20%».
«Siamo in una rete nazionale - spiega - e abbiamo la possibilità di sequenziare tutto il genoma del virus, per così individuare la variante inglese e anche altre possibili varianti che sono anche più pericolose. È chiaro che il dato di crescita è molto forte e quindi il contenimento è davvero necessario».