«Quelle che vediamo sembrano le scene del massacro al Bataclan di Parigi, siamo sotto choc, è terrificante». Andrea Parenti, architetto cinquantenne di Roma che abita con la famiglia e lavora da anni a Vienna, si affretta a dire «tutto ok, noi stiamo bene». Ora è chiuso in casa. Vienna è avvolta nel terrore. Un testimone oculare, austriaco, racconta alla tv Orf: «Ho sentito un'esplosione, sembrava un petardo, invece erano colpi. Ho visto una persona che correva lungo il Seitenstetten e sparava all'impazzata, a caso, con un'arma automatica. Ha svoltato al locale Roter Engel da lì in direzione di Schwedenplatz. Ha continuato a sparare selvaggiamente. Poi è arrivata la polizia e ha sparato». Altri testimoni hanno riferito di «almeno 50 colpi». Girano le prime immagini sui social. C'è chi urla parolacce a un attentatore.
Vienna, gli spari e la fuga dai locali affollati per l'ultima sera prima del lockdown
Tute anticovid
Una ripresa inquadra un incursore: tuta bianca come quelle anti-covid, cappuccio, arma lunga in pugno.
Andrea mentre sente il rumore incessante degli elicotteri e delle sirene delle ambulanze e delle forze di polizia che setacciano dall'alto e per le strade la città. Gli attentatori potrebbero essere ancora liberi e pronti a uccidere di nuovo, forse nascosti in qualche edificio o già in periferia, lontani dal Centro. Le notizie si rincorrono confuse subito dopo l'attacco avvenuto nei pressi della sinagoga. «Sembra che ci siano almeno 7 morti e molti feriti - dice ancora Andrea - credo sia ancora in corso una caccia all'uomo. E proprio poco fa è arrivato preciso dalle autorità l'ordine di non diffondere notizie e siamo tutti molto confusi». Le autorità hanno chiesto a tutti i cittadini di non muoversi da casa.
I ragazzi nel mirino
«Gli attentatori, partendo dalla Seitenstettengasse, hanno iniziato a sparare a caso nei vicini locali», spiegava ieri sera, a caldo, il sindaco di Vienna Michael Ludwig. Da lì si sono spostati in altre zone del centro, lasciando una scia di sangue. Il rabbino Schlomo Hofmeister, che vive in un appartamento che si trova direttamente sopra la sinagoga, è sicuro: «Miravano ai ragazzi seduti nel giardino di un bar e non alla sinagoga». «Io ero tre o quattro strade di distanza - racconta Matteo Witt, giornalista freelance - e all'improvviso si è scatenato l'inferno. Non si capiva nulla, mano a mano si sentivano gli spari, ci siamo riparati dove capitava. La polizia ci è venuta incontro dicendo di metterci al riparo». Vienna è choccata e ferita. Interroga se stessa, una città molto tranquilla senza apparenti tensioni sociali o aree degradate e povere. E con una forte immigrazione con fede islamica.
Vienna, attacco in sei punti della città: "Tre morti e 15 feriti, ucciso terrorista simpatizzante dell'Isis". Attentatori in fuga
Notte di terrore nel cuore della capitale austriaca dove un commando armato ha sferrato coordinati in almeno sei punti della città, compresa la zona della sinagoga.
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