Venezuela, così Guaidò ingegnere figlio di un pilota ha picconato la dottrina chavista

Giovedì 24 Gennaio 2019 di Alfredo Spalla
Venezuela, così Guaidò ingegnere figlio di un pilota ha picconato la dottrina chavista
L'auto proclamazione di Guiadó - che sulla carta ha comunque carattere provvisorio - accelera l'ormai inesorabile declino del chavismo, protagonista di un regime dittatoriale in cui le istituzioni sono svuotate del proprio significato. Il Parlamento, che dal 2015 soffre l'ostilità del governo Maduro, si è appellato agli articoli 233, 333 e 350 della Costituzione, secondo cui, in caso di assenza prolungata del Capo di Stato, i poteri dell'esecutivo sono automaticamente trasferiti al Presidente dell'Assemblea Nazionale. Da parte sua, la dirigenza chavista, basandosi su una decisione del 2016 del Tribunal Supremo, organo piegato alle esigenze della maggioranza, non riconosce la legittimità del Parlamento venezuelano. Della dottrina di Hugo Chavez, castrista e guevarista, non resta granché nel paese. Tanto che anche i quartieri operai di Caracas, serbatoio di consensi del «socialismo democratico», ridotti allo sfinimento da una crisi economica senza fine, si sono schierati col giovane ingegnere industriale di 35 anni che ha preso il potere ieri.

In realtà all'inizio dell'anno, non erano tante le persone nello stesso Venezuela che avevano sentito parlare di Juan Guaidò. Due settimane dopo, il giovane parlamentare e presidente dell'Assemblea Nazionale venezuelana è emerso come leader dell'opposizione al governo di Nicolas Maduro, fino ad arrivare a ieri, giorno in cui si è autoproclamato ed ha giurato come «presidente incaricato» del Paese sudamericano, assumendo ad interim i poteri dell'esecutivo.

LA CRISI ECONOMICA
In un clima di forte crisi economica e sociale interna e di rapporti internazionali, con decine di Paesi che hanno dichiarato illegittimo il secondo mandato di Maduro iniziato il 10 gennaio, Juan Guaidò ha colmato un vuoto, ed è diventato una figura chiave per l'opposizione nel Paese. Classe 1983, figlio di una insegnante e di un pilota di aerei di linea, Guaidò è cresciuto in una famiglia di classe media insieme ad altri sette fratelli. Ha vissuto sulla propria pelle il disastro naturale conosciuto come la «tragedia di Vargas» nel 1999, che ha lasciato la sua famiglia temporaneamente senza casa, e che secondo i suoi colleghi ha influenzato le sue opinioni politiche, data la risposta giudicata inefficace fornita dal governo guidato allora da Hugo Chavez. Diventato ingegnere industriale nel 2007, Guaidò si è fatto le ossa nei movimenti di protesta studenteschi negli anni 2000. Nel 2015 è stato eletto parlamentare per l'Assemblea Nazionale venezuelana per il partito oppositore Volontà Popolare, ed è diventato presidente del Parlamento nel dicembre 2018. Poco dopo la nomina, l'Assemblea nazionale costituente, controllata dai sostenitori di Maduro, ha minacciato Guaidò e altri con una indagine per tradimento.

IL RUOLO DI LOPEZ
L'architetto dell'ascesa di Guaidò come leader dell'opposizione venezuelana è Leopoldo Lopez, il più popolare leader oppositore in Venezuela, attualmente agli arresti domiciliari e considerato dagli oppositori del governo un prigioniero politico. Lopez ha lavorato dietro le quinte per il suo partito Volontà Popolare per ottenere la presidenza del Parlamento, per poi affidarla a Guaidò, suo fedele accolito dal 2014. L'ascesa di Guaidò ha registrato una brusca accelerazione l'11 gennaio scorso, quando ha chiamato il Paese ad una «mobilitazione di massa» contro il governo di Nicolas Maduro per ieri, candidandosi a sostituirlo provvisoriamente ad interim, e a convocare nuove elezioni.
 
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