Variante inglese Covid, quei tamponi fai da te che bucano i controlli

Lunedì 21 Dicembre 2020 di Cristina Marconi e Camilla Mozzetti
Variante inglese Covid, quei tamponi fai da te che bucano i controlli

«Questa è la prima volta che il test mi viene fatto da qualcuno e francamente ho il sospetto che quello che mi sono fatta da sola prima di partire non sia stato eseguito nel modo corretto perché c'è una bella differenza». Stella Becci ha 27 anni ed è una dei 107 passeggeri atterrati ieri pomeriggio all'aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino. Proveniva da Bristol ed è risultata negativa allo screening che i medici delle Uscar regionali le hanno fatto prima di lasciare l'aeroporto dopo che il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato un'ordinanza per bloccare tutti i voli dalla Gran Bretagna ma permettendo di fatto a quelli previsti o già decollati di atterrare.
Quando la 27enne ha deciso di tornare in Italia per trascorrere le vacanze di Natale con la sua famiglia a Pomezia, ha dovuto fare un tampone due giorni fa senza il quale non si sarebbe potuta imbarcare.

Soltanto che l'esame in questione se lo è fatta da sola: ha preso il kit, lo ha aperto e si è inserita nel naso il tampone.

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IL SISTEMA
Funziona anche così il sistema di analisi in Gran Bretagna, dove i cittadini che decidono di sottoporsi a un test antigenico perché devono partire e si rivolgono pertanto alla medicina del territorio nelle strutture omologhe alle nostre aziende sanitarie trovano spesso un servizio a metà. I medici e gli infermieri mettono in mano i kit che vengono aperti e usati direttamente dai pazienti e soltanto dopo analizzati dai sanitari oppure spediti a casa dove le persone lo fanno senza nessun tipo di supervisione. In sostanza si tratta di un vero e proprio auto-prelievo che può essere svolto anche a domicilio. «Il tampone - prosegue Stella - te lo fanno fare da soli, c'è un medico supervisor che ti guarda mentre fai il prelievo ma non interviene fattivamente». Il paziente ha a disposizione uno specchio per vedere se le operazioni spiegate verbalmente o con un video-tutorial pochi istanti prima siano eseguite nel modo corretto. Non solo. Il tampone si può richiedere anche a domicilio ma in questo caso il kit viene consegnato e non c'è nessuno che svolge l'esame sul paziente né che sia lì a controllarlo. A meno che le condizioni fisiche della persona richiedano necessariamente l'intervento di un medico o di un sanitario. Anche a casa comunque si fa tutto da soli poi chiude in una busta il tampone e lo si rimanda al laboratorio aspettando il risultato. «È molto difficile - conclude Stella - riuscire a fare un tampone in Gran Bretagna soprattutto a 48 ore prima di una partenza. Io sono riuscita a prenotarlo tramite l'università ma poi l'ho svolto da sola perché così funziona con l'Nhs (il National Health Service ovvero il sistema sanitario nazionale del Regno Unito ndr)» che garantisce la prestazione gratuitamente purché venga svolta dal diretto interessato.

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I RISCHI
E sono tanti coloro i quali usano questo canale, a partire dagli studenti, preferendolo a quello di laboratori privati e cliniche accreditate dove la prestazione viene svolta dai sanitari ma a un costo che oscilla tre le 100 e le 150 sterline. Gioco forza l'attendibilità dei risultati può non essere precisa in ragione del fatto che il prelievo (tra l'altro fastidioso) non viene svolto da un sanitario e quindi ai fini della raccolta biologica delle secrezioni potrebbe essere imperfetto. Ieri pomeriggio due passeggeri provenienti da Londra (un uomo e una donna) sono stati trovati dai medici delle Uscar positivi al tampone antigenico rapido ma erano saliti sull'aereo forti di una negatività accertata da un'analisi svolta a 48 ore dalla partenza. I passeggeri sono stati posti in isolamento mentre i tamponi molecolari saranno analizzati dall'Istituto nazionale per le Malattie infettive Lazzaro Spallanzani per capire se si tratti di falsi positivi (come può accadere) se invece siano positivi reali o ancora se l'esito corrisponda alla nuova mutazione del Covid-19 già riscontrata dall'ospedale militare Celio su due coniugi arrivati nella Capitale qualche giorno fa dalla Gran Bretagna.

Ultimo aggiornamento: 12:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA