Fenomeni aerei non identificati (Uap, l'acronimo che tenta di scalzare lo storico Ufo) preoccupano gli studiosi del Pentagono e di Harvard. La conferma arriva dalla bozza di articolo stilata dal direttore dell'All-Domain Anomaly Resolution Office (AARO) del Pentagono Sean Kirkpatrick e dal presidente del dipartimento di astronomia dell'Università di Harvard Abraham Loeb.
I due studiosi stanno collaborando per chiedere un approccio più rigoroso alla valutazione di fenomeni aerei non identificati. Nulla che vedere, insomma, con le sonde di queste ultime settimane, ma in linea con le ricerche avviate dalla Nasa.
Cosa sappiamo
Abraham Loeb di Harvard e il dottor Sean Kirkpatrick sono stati coautori e hanno condiviso una bozza di un articolo scientifico ancora in fase di revisione. Il documento tenta di utilizzare la fisica per escludere una serie di avvistamenti Uap che sembrano essere oggetti «in grado di essere manovrati».
Dunque, Loeb e Kirkpatrick hanno scoperto che se alcuni Uap si muovessero davvero in quelle direzioni e a quelle velocità, apparentemente impossibili, l'attrito che si creerebbe dovrebbe generare una palla di fuoco visibile e una corrispondente «traccia radio» individuabile dai radar. «La mancanza di tutte queste sottoscrizioni potrebbe implicare misurazioni imprecise della distanza (e quindi della velocità derivata) per i sensori a sito singolo», conclude il documento.
As we grow the Office, begin building upon the previous @deptofdefense efforts in this area, and communicate with Congress, we will provide updates on our progress here. This is an exciting and intellectually stimulating opportunity for us here at AARO.
— All-domain Anomaly Resolution Office (@DoD_AARO) July 20, 2022
In altre parole, un certo numero di avvistamenti di Uap potrebbe essere spiegato da illusioni ottiche o dai limiti di alcune tecnologie. In effetti, durante le udienze del Congresso dello scorso anno, i funzionari della Difesa Usa hanno dimostrato come gli occhiali per la visione notturna utilizzati con le lenti delle telecamere possano far apparire un drone sfocato come un oggetto triangolare dal contorno più... «intrigante».
«Per quanto i rapporti del personale militare siano intriganti e motivino il mio lavoro in questo momento, voglio che i miei strumenti mi dicano cosa sta realmente accadendo», ha dichiarato Loeb a NBC News. Da sottolineare che Loeb ha avviato il Progetto Galileo ad Harvard che si propone di utilizzare metodi scientifici sistematici per valutare le centinaia di osservazioni dell'UAP che sono state recentemente rese pubbliche.
Loeb, uno «studioso-credente»
Nel suo libro del 2021 «Extraterrestre: The First Sign of Intelligent Life Beyond Earth» (Il primo segno di vita intelligente oltre la Terra), sostiene che il primo oggetto interstellare rilevato nel nostro sistema solare era probabilmente una sonda artificiale inviata da un'intelligenza extraterrestre da altre parti del cosmo.
Ha anche sostenuto che alcuni meteoriti che hanno colpito la Terra sembrano essere interstellari. Il Progetto Galileo sta organizzando uno sforzo per recuperare uno di questi oggetti dal fondo del mare nel prossimo futuro.
In sostanza, Loeb ritiene che possano essere vere due cose allo stesso tempo: che gli alieni siano là fuori, ma che la maggior parte delle cose strane che vediamo nei nostri cieli non siano loro.
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