Ucraina, ragazzi in guerra e musica trap: sui social è il momento di "WarTok"

Martedì 1 Marzo 2022 di Raffaele D'Ettorre
Ucraina, ragazzi in guerra e musica trap: sui social è il momento di "WarTok"

L’artiglieria russa infuoca il cielo notturno di Kiev ma i bombardamenti stavolta hanno una cadenza diversa, seguono il ritmo della musica elettronica sparata fino a soffocarli, mentre chi sta girando il video mostra una faccia impassibile, come se la guerra lo sfiorasse appena. Il conflitto tra Russia e Ucraina è entrato nelle case della cosiddetta “Gen Z”, i ragazzi nati a cavallo del 2000, e il palcoscenico del nuovo e popolarissimo hashtag #waronukraine, guerra in Ucraina, è come sempre TikTok, la piattaforma social che di quella generazione è il simbolo.

E che, tra balletti scanzonati per le strade della capitale e soldati alla carica su beat di hip hop, sta trasformando la guerra in un meme.

 

«Sono solo video» dice Andriy Kurilenko, ucraino, classe 2000, a chiunque gli chieda cosa ne pensi dell’esplosione di popolarità che la sua pagina TikTok ha avuto nelle ultime ore. Kurilenko è nelle forze armate ucraine da tre anni ma fino allo scorso gennaio, come tantissimi altri suoi coetanei, usava la piattaforma social per registrare gli allenamenti di boxe, dando consigli ai suoi follower (oggi quasi 150mila) su dieta e fitness. Adesso la sua homepage è diventata un diario di guerra. Via le magliette attillate e indosso un giubbotto antiproiettile. In testa un berretto nero con una gopro fissata in cima, per mantenere intatto il mantra della sua generazione: riprendere tutto, sempre, per poi caricare subito su TikTok. 

@andriykurilenko0 ♬ оригинальный звук - СТЕПАНЫЧ

Il New York Magazine l’ha battezzata «la nascita di WarTok»: la vita dei giovani in guerra è un tripudio di music trap ed elettronica, montata ad arte su filmati di artiglieria pesante e conflitti a fuoco ripresi in tempo reale. Sono contenuti brevi - i 15 secondi canonici - montati ad arte per sembrare un film di Michael Bay. Ma l’ansia e l’urgenza tipiche del regista statunitense qui lasciano spazio al distacco emotivo tipico della Gen Z, creando un mix surreale.

Con il cambiamento di contenuti sulla pagina di Kurilenko il suo pubblico è aumentato esponenzialmente, e i suoi video oggi ricevono milioni di visualizzazioni. Tantissimi i connazionali che lo stanno imitando, tutti ragazzi che hanno vent’anni o giù di lì: influencer vestite con abiti firmati che posano nel cortile di casa tra resti di bombe e detriti, giovani soldati che fanno “moonwalking” al ritmo di Smooth Criminal di Michael Jackson, più una pioggia di meme sull’ansia di vivere al confine con la Russia. L’imperativo, come sempre quando si parla di Gen Z, è quello di esserci ma, al netto delle performance, la solidarietà che si respira nei video è genuina.

@andriykurilenko0 #українатоп #украінанайкраща🇺🇦💪 #поліція ♬ original sound - TechnoBlazer ⚡️

C’è però un rischio intrinseco nella spettacolarizzazione della guerra, e cioè che il confine tra vero e falso si assottigli fino a diventare indistinguibile. Dall’inizio dell'invasione russa, i social media sono stati inondati di foto e video del conflitto in corso, ma la bufala è sempre dietro l’angolo. È successo ad esempio che un video che mostrava il lancio di un soldato con il paracadute, con l’hashtag #ukraine, diventasse subito virale su TikTok, ma si è poi scoperto che quel video era già stato pubblicato sette anni fa su Instagram in tutt’altro contesto. La nuova sfida per le aziende che controllano i social adesso sarà prevenire la diffusione della disinformazione, storico tallone d’Achille del web 2.0 che in questo contesto assume però una valenza tutta nuova, perché in tempi di guerra una fake news – specie quando ci sono di mezzo operazioni di soccorso ed evacuazione - può fare davvero la differenza tra la vita e la morte.

Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 07:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA