Ucraina, la mappa delle truppe schierate. Biden invia tremila soldati a Est. Ed è sfida aerea Londra-Mosca

Per il Cremlino la mossa di Washington è una decisione distruttiva

Giovedì 3 Febbraio 2022 di Flavio Pompetti
Ucraina e Russia, Biden invia tremila soldati ad Est. Ed è sfida aerea Londra-Mosca

NEW YORK Prove tecniche di invasione. Il canale televisivo della Difesa russa ha trasmesso ieri le immagini delle esercitazioni compiute dai suoi soldati schierati in Bielorussia, ai confini con l’Ucraina.

Nel breve filmato si vedono colonne di mezzi corazzati che marciano con i cannoni spianati su un terreno pianeggiante che ricorda il paesaggio ucraino, mentre in cielo elicotteri da combattimento assistono l’avanzata.

Questa fase di “coordinamento difensivo” durerà per una settimana, e sarà fatto seguire da grandi manovre che interesseranno l’intero contingente russo nel paese amico, che conta tra i 25 e i 30 mila soldati. Sono filmati di propaganda, ma spostano ancora più in avanti la prospettiva che l’attacco diventi reale. E a conferma di tale ipotesi, la statunitense Maxar Technologies mostra immagini satellitari dalle quali si evince che le truppe russe acquartierate a ridosso del confine, fino a pochi giorni fa lasciate in funzione di avanguardia, si sono munite in tempi recenti di veri e propri accampamenti che lasciano immaginare postazioni in via di consolidamento, e che potrebbero fornire il supporto di retrovia nel caso di invasione.


Sfida tra cielo e terra - La tensione si estende ben oltre i confini caldi dell’Ucraina. Ieri alcuni Typhoon britannici si sono levati in volo, protetti da uno scudo antiradar, per intercettare quattro jet russi che si erano avvicinati all’area di interesse della Gran Bretagna, e li hanno costretti a cambiare rotta prima che potessero violare lo spazio aereo nazionale. Gli Stati Uniti rispondono con un loro movimento di truppe, tutte all’interno dei confini della Nato, ma che sicuramente non contribuiscono ad allentare la tensione. Joe Biden manda 1.700 marines in Polonia e altri 300 in Germania, mentre un’unità corazzata di mille militari si sposterà dalla Germania alla Romania. Dietro di loro ci sono poi gli 8.500 soldati attivati da Biden negli Stati Uniti la settimana scorsa per un eventuale ampliamento della “forza di risposta” della Nato, la cui attivazione richiede il consenso di tutti e trenta i paesi membri. «Putin sta continuando a dislocare nuove truppe intorno ai confini dell’Ucraina; gli ultimi arrivi sono delle ultime ore in Bielorussia e nella Russia occidentale, ma anche nel Mediterraneo e nell’Atlantico del nord. - accusa il portavoce del Pentagono, John Kirby – Questo non è l’atteggiamento di chi è pronto a tornare sui suoi passi e cercare un accordo». Identica la reazione di Putin, il quale si è lamentato due giorni fa nel discorso televisivo a Mosca che la pressione di Usa e Nato sulla Russia chiude anche «il piccolo spiraglio» della trattativa che è comunque in atto.


Mediazione al palo - Il problema è che la trattativa al momento sembra arenata su posizioni inconciliabili. Lo si vede dalla lettura dei documenti che Washington e Bruxelles hanno mandato a Mosca negli ultimi giorni, e che il quotidiano spagnolo El Pais ha pubblicato ieri causando nuove frizioni diplomatiche. Quello statunitense ribadisce posizioni già note: disponibilità ad accordarsi sul dislocamento di missili in Europa, e di limitare la presenza di militari Usa in Ucraina alla sola funzione di supporto logistico, a patto di vedere ritirare i soldati russi. Le missive non fanno alcun riferimento ai punti che Putin continua a considerare chiave per la stipula di un accordo: la garanzia contro ogni futura tentazione di ammettere l’Ucraina all’interno della Nato, e il ritiro delle forze alleate da ogni posizione strategica acquisita dopo il 1997 a ridosso dei confini della ex URSS. Gli scritti contengono invece nuove minacce: se la Russia non mostrerà entro tempi brevi la volontà di ritirare le sue truppe dal confine con l’Ucraina, la Nato sarà costretta a rinforzare le sue forze difensive. Se Kiev trema ormai da settimane difronte all’ipotesi di uno sviluppo bellico, Mosca e Washington non sono immuni dalle polemiche. Nella capitale russa 2.000 cittadini hanno firmato una lettera di denuncia del “partito della guerra” capitanato da Putin. In quella statunitense alcuni deputati repubblicani chiedono a Biden un totale disimpegno dalla crisi ucraina, così lontana dagli immediati interessi nazionali che il loro campione isolazionista, Donald Trump, aveva perseguito fino all’anno scorso. 

 

Ultimo aggiornamento: 4 Febbraio, 10:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA