Non c'è ancora la parola pace all'orizzonte della guerra in Ucraina, con la Russia che continua ad avanzare tentando di minimizzare le perdite subite sul campo in quella che continua a chiamare "operazione militare speciale": «L'operazione speciale russa continua in Ucraina», ha detto il portavoce del ministero della Difesa
russo Igor Konashenkov sullo sfondo dei colloqui russo-ucraini in corso in Turchia. «Le forze armate russe stanno continuando l'operazione militare speciale», ha affermato questa mattina Konashenkov in una conferenza stampa.
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I tre vantaggi dell'esercito ucraino
La lista dei vantaggi dell'Ucraina nel respingere la Russia è presto fatta: tecniche di guerra, missili anticarro e assalti "fantasia". Non è la tecnologia, dunque, a far la differenza sul campo di battaglia, secondo Elliot Ackerman, ex ufficiale della marina e dell'intelligence americana che ha servito il suo Paese in Iraq e Afghanistan come marine, come riporta The Atlantic.
Il massimo vantaggio per i combattenti della resistenza ucraina sugli invasori russi, dunque, deriva dalla determinazione: l'esercito ucraino non ha l'equipaggiamento e le armi a disposizione dell'esercito di Putin, ma ha dimostrato di combattere i russi fino a fermarne l'avanzata.
Missili anticarro
Per fermare i carri armati russi i soldati ucraini possono contare sui missili Javelin, di fabbricazione americana, e Nlaw, di fabbricazione britannica. E dopo oltre un mese di guerra sono molte le perdite inflitte al reparto corazzato dell'esercito russo. Anche i carri armati russi più avanzati, come quelli della serie T-90 , si sono dimostrati vulnerabili, colpiti e poi abbandonati carbonizzati lungo le strade ucraine. Ma non solo missili anti-carro, perché all'esercito ucraino vengono forniti anche i missili anti-nave per cercare di allontanare la morsa della marina russa nel mar Nero e nel mar d'Azov.
Tecniche di guerra
Ma non solo i missili anti-carro fanno la differenza sul campo. Un ruolo decisivo è riservato alle tattiche d'assalto, scrive Ackerman: i russi, visti dalle trincee a Nord Ovest di Kiev, sembrano non avere immaginazione, e continuerebbero a bombardare le posizioni di difesa ucraine, attaccato in grandi formazioni e, nonostante gli assalti falliti, ricomincerebbero tutto da capo. Nel frattempo, tuttavia, i soldati ucraini avrebbero fatto irruzione tra le linee russe in piccoli gruppi notte dopo notte, logorandoli.
Assalti "fantasia"
A far la differenza sul campo, poi, ci sarebbe anche la gestione dell'intera missione: mentre l'esercito russo si basa sul comando e controllo centralizzati, i soldati ucraini agirebbero su iniziativa individuale, dai riservisti ai generali, adattandosi alle esigenze di un campo di battaglia caotico e in continua evoluzione per portare a termine la loro missione. L'esercito di Vladimir Putin, secondo Ackerman, non ha mai abbracciato la struttura di comando e controllo decentralizzata, segno distntivo invece delle truppe ucraine. Senza dimenticare che i generali russi non danno potere ai loro soldati, anzi: dicono ai loro soldati di andare dal punto A al punto B, e solo quando saranno arrivati al punto B verrà detto loro dove andare dopo, senza spiegare il motivo per cui stanno svolgendo il loro compito. E questo, sostiene Ackerman, rende le truppe russe vulnerabili, incapaci di adattarsi agli eventi non pianificati, con conseguenze che possono portare anche agli ingorghi dei mezzi corazzati che si sono verificati a pochi chilometri dalla capitale ucraina Kiev. Tutto questo sta segnando gli sviluppi di questa guerra che ci auguriamo possa finire il prima possibile.
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— Il Messaggero (@ilmessaggeroit) March 29, 2022