Ucraina-Russia, da Kiev demilitarizzata e "neutrale" al riconoscimento della Crimea: ecco le richieste di Putin

Lunedì 28 Febbraio 2022
Ucraina-Russia, da Kiev demilitarizzata e "neutrale" al riconoscimento della Crimea: ecco le richieste di Putin

Uno spiraglio si è aperto nella crisi in Ucraina. Al termine dell'incontro tra le delegazioni di Russia e Kiev, durata 6 ore in una località segreta al confine con la Bielorussia, anche Mosca ha ammesso di aver trovato «alcuni punti su cui è possibile individuare un terreno comune». Ad aprire la giornata di trattative era stata una telefonata tra il presidente francese Macron e Putin: il presidente russo ha dettato all'Occidente le condizioni per dare uno stop alle armi e fermare l'avanzata verso Kiev. E cioè l'Ucraina neutrale e il riconoscimento della Crimea come territorio russo. Ma cosa si intende con la neutralità? «Se l’obiettivo della Russia è un’Ucraina smilitarizzata e compiacente, come indicano le dichiarazioni e i discorsi di Putin, è difficile immaginare come possa raggiungere questo scopo senza qualche elemento di occupazione militare - ha spiegato Crisis Group, il think tank impegnato sulla risoluzione dei conflitti - Il dispiegamento delle truppe della Guardia nazionale russa insieme alle unità offensive ai confini dell’Ucraina dall’inizio del 2022, suggerisce che Mosca si stia preparando ad occupare almeno parti dell’Ucraina».

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La rinuncia alla Nato

L'Ucraina dovrebbe rinunciare all'adesione alla Nato, acconsentendo quindi così alle richieste di Mosca.

Zelensky al momento sembra tutt'altro che orientato a questa opzione. 

«L’occupazione quasi sicuramente incontrerà resistenza e sarà enormemente costosa, il che potrebbe portare Mosca a cercare di installare un governo ‘surrogato’. Ma la creazione di un’autorità di governo in grado di controllare una popolazione ostile sarà costosa e difficile, anche se Mosca può aspettarsi -probabilmente erroneamente- che la maggior parte degli ucraini soccomba». 

«È probabile che un’Ucraina occupata dalla Russia debba affrontare sanzioni, il che significa che la sua economia si deteriorerebbe. L’obiettivo della Russia è un’Ucraina sottomessa, non prospera, e il sostegno della Russia - la cui economia gemerà sotto le nuove sanzioni -  è probabile che sarà scarso. La migrazione di massa verso parti dell’Ucraina non controllate dalla Russia, e forse verso gli Stati vicini, è probabile se rimane fattibile. Così è anche la migrazione verso la Russia stessa». 

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Riconoscimento della Crimea come territorio russo

Tra le richieste del presidente Vladimir Putin per porre fine all'attacco della Russia in Ucraina c'è anche il riconoscimento della Crimea come territorio appartenente a Mosca. La penisola è stata invasa dai russi nel febbraio 2014: fino ad allora, era una Repubblica autonoma indipendente all'interno dell'Ucraina. Instaurato un governo filorusso e organizzato un referendum lampo, Mosca aveva annesso la Crimea violando il diritto internazionale della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina. Dal 20 febbraio a Sebastopoli si videro i primi posti di blocco russi insieme ai mezzi corazzati. Il 27 il via ai conflitti a fuoco con le forze armate ucraine, dopo i quali la Russia assunse il controllo del Consiglio supremo della Crimea (il Parlamento) occupando i posti strategici della penisola. In un tempo record fu organizzato un referendum sull'autodeterminazione della Crimea, che si concluse con il 95% dei voti favorevoli. Così il 28 marzo 2014 Mosca incorporò formalmente la Crimea e Sebastopoli come soggetti federali della Federazione russa. 

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