Ucraina, Biden punge Zelensky: «Ignorò l’allarme sull’invasione». Kiev risponde: chiedemmo sanzioni preventive

La replica di Kiev: «Chiedemmo subito sanzioni preventive e non ci ascoltarono»

Sabato 11 Giugno 2022 di Flavio Pompetti
Guerra Ucraina diretta, sindaco Mariupol: «Palazzi demoliti senza togliere i cadaveri». Le perdite Kiev: «Finora caduti 10mila soldati»

NEW YORK - Segnali di screzi tra Washington e Kiev nelle ultime ore.

Il presidente degli Usa, Joe Biden, durante una serata di raccolta di fondi elettorali a Los Angeles è tornato a parlare dei giorni che hanno preceduto l’invasione russa lo scorso febbraio, quando gli Stati Uniti lanciavano messaggi di allarme per quello che prevedevano sarebbe avvenuto di lì a poco, e il governo ucraino li rimproverava di stare seminando tensione pericolosa. «Calmiamoci, e facciamo un lungo respiro profondo», aveva detto a proposto Zelensky in una nota pubblicata sul sito web governativo. Era fine gennaio. Il 18 febbraio, con il consiglio per la sicurezza internazionale ancora aperto a Monaco, Biden aveva rilanciato l’appello: «Pensiamo che l’attacco al Paese, a cominciare dalla capitale Kiev, sia imminente. Potrebbe accadere nella prossima settimana, o anche solo tra pochi giorni».

LE INFORMAZIONI
«Eravamo in possesso di informazioni solide di intelligence e le abbiamo condivise anche con il governo ucraino – ha ricordato Biden – ma non ci hanno voluto ascoltare». Stizzita è la replica del portavoce presidenziale ucraino, Sergei Nikiforov: «Abbiamo avuto tre o quattro conversazioni su quel tema in quei giorni, per cui la frase va forse chiarita. Inoltre noi in quella fase chiedevamo agli alleati un pacchetto di sanzioni preventive che convincessero Mosca a ritirare le sue truppe e ridurre la tensione. E su questo punto sappiamo bene che gli alleati non ci hanno voluto ascoltare». Lo scambio di messaggi è significativo, perché sembra incrinare l’intesa per la “sconfitta della Russia” che l’amministrazione Biden ha annunciato di voler perseguire lo scorso 19 aprile, con l’inizio della battaglia del Donbass. Un alleato che è pronto a sostenere lo sforzo bellico del paese aggredito, non ha certo interesse ad aprire un fronte di recriminazioni sul processo che ha portato all’inizio della guerra. Questa contraddizione è però ben visibile a Washington, dove il termine “sconfitta” ha valenze diverse per diversi settori dell’apparato governativo e dello spettro politico. Nel breve spazio degli ultimi due mesi gli Stati Uniti hanno vissuto cambiamenti radicali nei parametri che fanno da sfondo all’impegno a favore dell’alleato ucraino. 

L’INFLAZIONE
L’inflazione è cresciuta al punto di far temere l’inizio di un nuovo periodo di recessione e il costo dell’energia, impazzito con la guerra, ha un ruolo centrale nel paniere dei beni che spingono l’aumento dei prezzi. Fare i conti con questa emergenza tocca al governo e al partito democratico che lo guida, il quale deve aggiungere l’incubo della recessione ai tanti timori che già aleggiano sul voto di metà mandato, il prossimo novembre. È dall’amministrazione che infatti si sono levate in tempi recenti diverse voci, come quella del direttore della Cia William Burns, di nuovo preoccupato dal fatto che, messo all’angolo nella campagna militare, Vladimir Putin potrebbe essere tentato di ricorrere alle armi atomiche. Al Senato, la direttrice della intelligence nazionale Avril Haines ha detto di recente che la situazione di stallo in Ucraina sta aprendo la porta a sviluppi «imprevedibili, potenzialmente escalatori». Il New York Times ha offerto una sponda al ripensamento strategico con un editoriale, che chiedeva quali sono gli “obiettivi realistici” di questa guerra. Il fronte politico ha mostrato forte compattezza in occasione dell’ultimo voto sul finanziamento degli aiuti militari e non a Kiev. Ma nel dibattito è emersa tra i conservatori una fronda di stampo “America First” che è destinata a rafforzarsi nei prossimi mesi in chiave elettorale, e della quale il senatore floridiano Marco Rubio sembra ben contento di prendere la testa. In questo quadro la “sconfitta” di Putin nella lettura di Washington potrebbe anche non maturare sul campo, ma essere forzata ad un tavolo di negoziato al quale la Russia arriverebbe stremata militarmente e quasi asfissiata nei fondamentali dell’economia. 

Ucraina, le ultime notizie in diretta

Ore 23.37 - I civili hanno cominciato a lasciare Azot

I civili rifugiati nell'impianto chimico Azot a Severodonetsk hanno iniziato a lasciare il complesso. Lo afferma la Tass citando l'ambasciatore di Lugansk in Russia. All'interno dello stabilimento si trovano circa 800 persone tra militari e civili.

Ore 22.55 - Zelensky: Donbass tiene duro

«Dobbiamo fare di tutto per far pentire gli occupanti di aver fatto tutto questo, e renderli responsabili di ogni omicidio e di ogni colpo all'Ucraina». Lo afferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un video messaggio postato su Telegram, sottolineando che all'inizio di maggio la Russia sperava di occupare l'intero Donbass e che a giugno, al 108ø giorno di guerra, il «Donbass tiene duro». «Le perdite subite dagli occupanti, anche in quest'area, sono molto significative», aggiunge Zelensky.

Ore 21.59 - Kiev: Musk ha dato Starlink ai nostri 007

«Elon Musk non lavora solo alla missione su Marte, ha dato alla nostra intelligence Starlinks, davvero necessaria per le missioni speciali» degli 007 ucraini: lo scrive su Twitter il ministero della Difesa di Kiev pubblicando l'immagine di tre militari con il volto oscurato e una scatola con il sistema. La rete Starlink per l'internet globale è già disponibile in 32 Paesi ed è di gran lunga la flotta di satelliti più grande mai messa in orbita. A febbraio speculazioni mediatiche avevano parlato di una fornitura al Battaglione Azov a Mariupol.

Ore 20.28 - Bild: visita Scholz-Draghi-Macron a Kiev prima summit Ue

Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha in programma di recarsi a Kiev nei prossimi giorni insieme al presidente del Consiglio, Mario Draghi, ed al presidente francese, Emmanuel Macron. Lo riferisce la Bild, precisando che i tre leader europei vogliono incontrare il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, prima del vertice Ue del 23-24 giugno.

Ore 19:34: Kiev: incendio in impianto chimico Azot dopo raid russo

Bombardamenti russi sull'impianto chimico Azot nella città di Severodonetsk hanno provocato lo scoppio di un violento incendio dopo una perdita di tonnellate di petrolio. Lo ha denunciato il governatore del Lugansk Serhiy Gaidai alla tv nazionale, senza specificare se l' incendio sia stato spento. Nell'impianto sono rifugiate circa 800 persone.

Ore 18.30 - Kiev: pesanti perdite russe, nuovo ospedale da campo a Belgorod

Le truppe russe stanno subendo pesanti perdite e stanno schierando un ulteriore ospedale da campo nel villaggio di Shebekino, nella regione di Belgorod. Lo afferma in un comunicato lo Stato maggiore delle forze armate ucraine, riporta Unian. «Il nemico continua a subire perdite significative. Al fine di organizzare il supporto medico per le azioni di un gruppo di truppe russe nella direzione di Slobozhansky, il 442ø ospedale militare di San Pietroburgo sta schierando un ospedale da campo a Shebekino, nella regione di Belgorod», si legge nel comunicato. Secondo lo stato maggiore ucraino, sono morti finora 32.050 soldati russi.

Ore 17.45 - Hillary Clinton: non umiliare la Russa? Il limite è stato superato

«Quando si dice che non si voglia umiliare la Russia, francamente, mi sembra che il limite sia stato superato». Così Hillary Clinton intervistata dalla trasmissione francese Affaires étrangères ritorna sulla polemica per le parole pronunciate da Emmanuel Macron, che sono state fortemente criticate dall' Ucraina ed alcuni Paesi della Ue. «Putin ha da tempo superato la linea rossa», ha continuato l'ex segretario di Stato ed ex candidata alla Casa Bianca sconfitta da Donald Trump nel 2016, sottolineando che «è finito» il periodo in cui, dopo la fine della Guerra Fredda, si è tentata una «relazione più stretta con una nuova Russia». Oggi Putin «si considera come Pietro il Grande», ha aggiunto Clinton ricordando che da anni conduce una politica aggressiva verso i Paesi baltici, dell'Europa orientale, della Scandinavia. «È probabilmente quelli che sono sulla linea del fronte, sulla prima linea dell'aggressione russa, come i leader baltici o polacchi che hanno una visione molto più chiara di chi Putin sia veramente e dei suoi obiettivi», ha concluso Clinton.

Ore 17.19 - governatore Luhansk: «Controlliamo impianto chimico di Severodonetsk»

È ancora sotto il controllo ucraino l'impianto chimico Azot di Severodonetsk, nell'Ucraina orientale, all'interno del quale sono rifugiati centinaia di civili. Lo ha confermato il governatore della regione di Luhansk, Serhiy Haidai, in un messaggio pubblicato su Telegram. «L'informazione sul blocco all'Azot è una bugia», ha dichiarato riferendosi all'impianto la cui vicenda ricorda in parte quella dell'Azovstal di Mariupol, l'immensa acciaieria assediata per settimane dalle forze russe. 

Ore 16.30 - Ucraina e Polonia discutono di armi e sanzioni alla Russia

Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha reso noto di aver parlato con il suo omologo polacco Zbigniew Rau per discutere delle future consegne di armi pesanti all'Ucraina. Kuleba in un tweet ha scritto di aver discusso anche delle future sanzioni dell'Unione europea contro la Russia.

Ore 15.30 - Zelensky: serve settimo pacchetto di sanzioni

«Sono grato all'Unione europea per la politica di sanzioni contro la Federazione russa, aiuta molto la nostra lotta. Sei pacchetti di sanzioni sono diventati un importante strumento di pressione sulla Russia, ma la guerra, purtroppo, continua e quindi serve il settimo pacchetto di sanzioni. E deve essere ancora più forte». Lo ha ribadito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in occasione della seconda visita dall'inizio della guerra di Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione europea. «Le sanzioni devono investire tutti i funzionari russi, tutti i giudici russi che lavorano per la guerra, per le repressioni - ha detto -. L'Ue deve bloccare completamente l'attività di tutte le banche russe senza eccezioni, a partire da Gazprombank, uno dei portafogli principali per pagare la politica antieuropea della federazione russa». 

Ore 14.50 - Kiev: controffensiva a Kherson 

L'esercito ucraino ha lanciato un contrattacco su tre direzioni nella regione di Kherson occupata dai russi. Lo ha reso noto il consiglio comunale della città nel sud del Paese, come riferisce Unian. Gli attacchi sono condotti «in direzione di Kyselivka, Soldatske e Oleksandrivka, mentre il villaggio di Tavriiske è stato completamente liberato».

Ore 14.24 - Severdonetsk, si combatte strada per strada

«Le forze russe intorno a Severdonetsk non hanno fatto progressi nel sud della città. Sono in corso intensi combattimenti strada per strada ed entrambe le parti stanno probabilmente subendo un numero elevato di vittime». Lo si legge oggi nell'ultimo aggiornamento giornaliero di intelligence pubblicato dal ministero della Difesa britannico. La Russia sta anche ammassando artiglieria e sfruttando le capacità aeree, nel tentativo di sopraffare le difese ucraine. Da aprile, Mosca sta anche utilizzando ampiamente missili anti-nave Kh-22 (designazione NATO, AS-4 KITCHEN) risalenti agli Anni '60 contro obiettivi terrestri. Questi missili sono «altamente imprecisi e possono quindi causare danni collaterali significativi e vittime civili», ha denunciato il rapporto.

Ore 14.10 - Von der Leyen: Kiev sulla strada giusta per l'Europa

«Kiev era già sul giusto binario prima della guerra, ha una democrazia parlamentare solida, ha un'amministrazione funzionante. Vediamo un Paese ad alta digitalizzazione. È un Paese che ha già accordi commerciali e di associazione. Ci sono ancora riforme da fare sul campo della corruzione e in campo amministrazione per attrarre gli investitori». Lo ha detto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, nella dichiarazione congiunta con Volodymy Zelensky a Kiev. «Apprezziamo gli enormi sforzi» di Kiev, ha aggiunto.

Ore 14.00 - Zelensky: siamo nel momento decisivo 

«Questo è un momento decisivo non solo per l'Ucraina ma per tutto il continente europeo: la Russia vuole dividere e indebolire l'Ue. L'Europa è il suo obiettivo». Lo ha detto il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky nella dichiarazione congiunta con Ursula von der Leyen, sottolineando come Kiev «attende un responso positivo» da parte dell'Ue sulla candidatura ucraina. «Attendiamo questo supporto al vertice europeo che si preannuncia storico», ha aggiunto Zelensky.

Ore 13.40 - Zelensky risponde a Biden 

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky chiese ai partner occidentali sanzioni preventive contro la Russia prima che questa invadesse l' Ucraina, ma non fu ascoltato: lo ha affermato il portavoce presidenziale Sergei Nikiforov, commentando così le parole del presidente Usa Joe Biden, secondo cui Zelensky «non volle sentire» gli avvertimenti americani sul pericolo di un attacco russo. Secondo Nikiforov, Zelensky ebbe tre o quattro conversazioni telefoniche con Biden: i leader si scambiarono opinioni e valutazioni sulla situazione in merito alla minaccia dell'invasione russa. «Pertanto, la frase 'non voleva sentirè probabilmente necessita di chiarimenti. Inoltre, se ricordate, il presidente invitò i partner a introdurre un pacchetto di sanzioni preventive per spingere la Russia a ritirare le truppe e ridurre la tensione. E in questo caso possiamo dire che i nostri partner 'non vollero sentircì», ha aggiunto il portavoce.

Ore 12.45 - Severodonetsk, Ucraina mantiene controllo Azot

L'Ucraina mantiene il controllo della fabbrica Azot a Severodonetsk. Lo ha assicurato il governatore Serhiy Gaidai, precisando che «le informazioni diffuse dalla propaganda russa sono delle fake news». Lo scrive il Guardian. «Le nostre forze mantengono» il controllo della «zona industriale di Severodonetsk e stanno distruggendo l'esercito russo», ha precisato.

Ore 10.48 - von der Leyen: sul tavolo candidatura Kiev a Ue

«Torno a Kiev per incontrare il presidente Zelensky e il premier Shmyhal. Faremo il punto sul lavoro che sarà necessario fare assieme per la ricostruzione» dell'Ucraina e «sui progressi fatti» dal Paese «nel suo percorso europeo». Lo ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen parlando con un ristretto gruppo di media internazionali, tra i quali l'ANSA, sul treno che la sta portando a Kiev. L'aggiornamento sul tema della candidatura dell'Ucraina che verrà fatto negli incontri di oggi «contribuirà alla nostra valutazione, che arriverà presto», ha aggiunto von der Leyen.

Ore 10.30 - von der Leyen in visita a Kiev

La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, a quanto constata l'ANSA, è in visita a Kiev. Von der Leyen è arrivata nella capitale ucraina in treno e senza preannunciare la sua missione per motivi di sicurezza. A Kiev la numero uno dell'esecutivo vedrà il presidente Volodymyr Zelensky ed avrà una serie di incontri con i massimi vertici delle istituzioni ucraine. È la seconda volta, dall'inizio della guerra, che von der Leyen visita Kiev e l'Ucraina.

Ore 9.10 - I caduti dell'Ucraina oltre quota 10mila 

Sono circa 10mila i militari ucraini rimasti uccisi dall'inizio dell'invasione russa il 24 febbraio scorso. A dichiararlo è stato il consigliere della presidenza ucraina, Alexei Arestovich, in un'intervista video al programma Fegin Live ripresa da 'TCH'. Quanto all'esercito russo, ha aggiunto, «ha subito perdite pari a mille soldati al giorno durante i primi 20-30 giorni. Ora ne muoiono tra i 200 e i 300».

Ore 7.30 - Passaporti russi distribuiti a Zaporizhzhya

A partire da oggi, passaporti russi verranno distribuiti nelle zone della regione ucraina di Zaporizhzhya controllata dalle truppe di Mosca. I titolari saranno considerati cittadini russi a pieno titolo, ha annunciato all'emittente russa Rossiya-24 Vladimir Rogov, membro dell'autorità russa di occupazione. Secondo quanto sostenuto da Rogov, più di 70.000 persone avrebbero presentato domanda nella regione. Il presidente russo Vladimir Putin ha semplificato il mese scorso la procedura per ricevere un passaporto russo. Mosca ha distribuito i documenti in alcune aree occupate e ha introdotto il rublo come valuta mentre le autorità ucraine continuano a denunciare le forze russe, accusate di costringere i residenti a prendere la cittadinanza russa.

Ore 6.17 - Il sindaco di Kramatorsk: «Qui le armi sono 1 a 10 per i russi»

«Abbiamo bisogno di armi pesanti. Per favore mandateci cannoni e missili contraerei. Senza l’aiuto militare dei nostri alleati occidentali non riusciremo a convincere Putin che non può vincere la guerra, quindi continuerà ad attaccarci e la pace resterà impossibile», dice subito all’inizio dell’intervista nel suo ufficio Oleksandr Goncharenko, 47 anni, dal novembre 2020 sindaco di Kramatorsk, una delle città più importanti del Donbass verso cui avanzano le colonne corazzate di Putin. Ci riceve con la mappa della regione in mano e non esita a descrivere la situazione militare. Poche ore prima, il vicecapo dell’intelligence di Kiev, Vadym Skibitsky, aveva avvertito che «abbiamo quasi esaurito le nostre munizioni».

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Ore 6.12 - Zelensky: «Feroci combattimenti nel Donbass»

Il Donbas continua a essere preso di mira dalle forze di Mosca. Il presidente ucraino Volodymir Zelensky ha definito «molto feroci» i combattimenti e ha accusato l’esercito russo di voler distruggere tutte le città della regione orientale ucraina. «I combattimenti molto feroci continuano nel Donbass. Ripeto questi nomi ogni giorno: Severodonetsk, Lysychansk, Bajmut, Sloviansk, molti, molti altri», ha detto Zelenzky nel suo consueto punto serale sulla giornata di guerra. Il leader ha parlato della «rovina di città un tempo felici» e dei «crateri lasciati dalle esplosioni: questo è tutto ciò che la Russia può dare ai suoi vicini, all’Europa e al mondo». Ha aggiunto che le truppe ucraine stanno facendo tutto il possibile per fermare l’offensiva degli occupanti e ribadito la richiesta di armi pesanti e artiglieria moderna ai Paesi che supportano Kiev.

Ore 6.10 - Il sindaco di Mariupol: «Palazzi demoliti senza rimuovere i corpi dei morti»

Grave denuncia del sindaco di Mariupol, Vadym Boychenko. Le forze russe che occupano la città ucraina avrebbero demolito ben 1.300 palazzi residenziali, senza però rimuovere le centinaia di cadaveri che sono rimasti tra le macerie. Il primo cittadino - fuggito da Mariupol verso il territorio controllato dall’Ucraina -, afferma che in un primo tempo «gli occupanti hanno coinvolto i residenti di Mariupol nello smantellare con cura le macerie» ma quando poi hanno visto il numero effettivo di corpi che venivano trovati hanno immediatamente fatto allontanare i residenti locali. «Il numero reale di cadaveri sotto le macerie delle case distrutte è spaventoso - scrive Boychenko sul canale Telegram del Consiglio comunale di Mariupol -. Tra le 50 e le 100 persone sono state uccise in quasi tutti gli edifici distrutti e 1.300 palazzi sono stati abbattuti» in città. Il sindaco aggiunge che poiché la demolizione degli edifici è stata effettuata indiscriminatamente, i corpi dei residenti di Mariupol uccisi nei combattimenti sono stati portati in discarica assieme alle macerie. Il Comune di Mariupol ritiene che almeno 22.000 residenti della città ucraina sudorientale siano stati uccisi durante i primi tre mesi di guerra. «Purtroppo il numero reale delle persone uccise potrebbe essere molto più alto di quanto riportato», secondo Boychenko.

 

Ore 6.08 - Estonia convoca ambasciatore russo dopo le parole di Putin sulla storia del Baltico

«Osservazioni del tutto inaccettabili». Per questo l’Estonia ha convocato l’ambasciatore russo a Riga per protestare contro le frasi del presidente russo Vladimir Putin sulla storia del paese baltico, con un’allusione alla conquista della città di Narva nel 18° secolo in un discorso tenuto giovedì. Osservazioni «inaccettabili» come le ha definite il ministero degli Esteri estone a Tallinn». Putin aveva paragonato la guerra russa contro l’Ucraina alla Guerra del Nord sotto lo zar Pietro I, noto anche come Pietro il Grande, e aveva parlato di una bonifica del suolo russo. Pietro I non aveva conquistato l’area intorno all’odierna megalopoli di San Pietroburgo dagli svedesi, ma l’aveva bonificata. Lo stesso - ha detto Putin - vale per Narva, che si trova direttamente al confine con la Russia. Con poco meno di 60.000 abitanti, Narva è la terza città più grande dell’Estonia, membro dell’Ue e della Nato, che ha una popolazione totale di 1,3 milioni che vede una forte minoranza russofona.

Ore 6.05 - Lo scrittore russo Glukhovsky: «Noi nelle mani di un pazzo»

Dmitry Glukhovsky è lo scrittore più venduto in Russia negli ultimi 10 anni, autore popolarissimo tra gli adolescenti per via di una saga post apocalittica dalla quale è stato tratto un videogame di grande successo. Ora è inseguito da un mandato di cattura, accusato di aver gettato discredito sull’Armata russa, attraverso le parole del suo ultimo artico: reato punibile con una pena variabile tra i dieci e i quindici anni di reclusione.

Nella pubblicazione di Glukhovsky si leggono frasi forti contro il Cremlino, come «Stiamo imparando a chiudere gli occhi davanti alla spirale di follia che si è impadronita dei nostri governanti». E ancora: «Non è forse meglio mangiare merda piuttosto che andare a letto pensando che la tua vita è nelle mani di un pazzo scatenato?»

Ore 6.03 - Filorussi ai militari Azot: arrendetevi

I circa 800 tra militari e civili rifugiati nello stabilimento chimico Azot, a Severodonetsk, hanno cercato contatti per avviare negoziati. Lo riferisce l'agenzia russa Ria Novosti, citando un rappresentante dei separatisti del Lugansk. «Ai militanti ucraini nascosti nello stabilimento Azot, è stato spiegato che devono deporre le armi e arrendersi, non si accettano altre condizioni», ha detto l'esponente filorusso.

Ore 6.00 - Onu, processo a prigionieri britannici è crimine di guerra

L'Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha espresso «preoccupazione» per la condanna a morte emessa da una "Corte suprema" dell'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk nei confronti di «tre militari», ovvero i britannici Aiden Aslin e Shaun Pinner e il marocchino Ibrahim Saadun. Lo ha detto in una conferenza stampa a Ginevra la portavoce dell'Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani Ravina Shamdasani. «Tali processi ai prigionieri di guerra equivalgono a un crimine di guerra», ha affermato Shamdasani, aggiungendo che «dal 2015 abbiamo osservato che la cosiddetta magistratura di queste sedicenti repubbliche non ha rispettato le garanzie essenziali di un giusto processo, come le udienze pubbliche, l'indipendenza, l'imparzialità dei tribunali e il diritto a non essere obbligati a testimoniare». Il processo a Pinner, Aslin e Saadun era iniziato martedì e si era svolto a porte chiuse.

Ore 3.26 Vladimir Putin sta cercando di cancellare non solo la nazione dell' Ucraina ma anche la sua cultura. Lo afferma il presidente americano Joe Biden nel corso di una raccolta fondi, durante la quale spiega che il presidente russo vede la capitale Kiev come la «sede della Madre Russia». Biden quindi osserva come il presidente dell' Ucraina, Volodymyr Zelensky, e molti altri non hanno tenuto conto degli avvertimenti lanciati dagli Stati Uniti su una possibile invasione della Russia. «Zelensky non ha voluto sentire, in molti non hanno voluto sentire», mette in evidenza il presidente Usa.
 

Ultimo aggiornamento: 12 Giugno, 07:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA