Ucraina, droni e social media: le armi della tecnologia sgonfiano la disinformazione

Mercoledì 6 Aprile 2022 di Cristiana Mangani
Ucraina, droni e social media: le armi della tecnologia sgonfiano la disinformazione

Negano di essere stati gli autori dell'attacco all'ospedale di Mariupol, con oltre 300 morti.

Negano la strage di Bucha. Nella guerra della disinformazione che la Russia sta continuando ad alimentare c'è, prima di tutto, la volontà di far credere che, dietro l'uccisione di migliaia di civili, tra i quali tantissimi bambini, non ci siano i missili e la violenza di Mosca, ma una strategia ben organizzata dall'Ucraina. Ieri le immagini diffuse in tutto il mondo hanno mostrato lo scempio di Mariupol. Il giorno prima, quello delle fosse comuni di Bucha. La Russia continua a negare ogni responsabilità, e mette in dubbio la veridicità delle immagini diffuse, dalle quali, affermano «esperti» del ministero della Difesa, emergerebbero particolari «falsi» e «manipolati». Ma in epoca di satelliti, di geolocalizzazioni, diventa impossibile anche negare. Soprattutto perché ai video si aggiungono le testimonianze, le interviste, i servizi effettuati dai media internazionali.

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L'ANALISI
Si basa proprio su nuove foto satellitari la ricostruzione sul massacro di Bucha. L'analisi delle immagini è stata condotta dal New York Times e fa risalire l'uccisione di molti civili a più di tre settimane fa, quando i russi avevano il controllo della città, smentendo così la versione di Mosca secondo cui le esecuzioni sono avvenute dopo l'allontanamento delle truppe. Un video girato lo scorso 2 aprile mostra diversi corpi nelle strade, e dalle immagini satellitari di Maxar Technologies, si vede che alcuni di questi si trovavano lì già dal 19 marzo.
«Le accuse di atrocità contro i civili da parte delle truppe russe sono una provocazione, una messinscena. I nostri militari non hanno fatto nulla di quello di cui sono stati accusati - insiste l'ambasciatore di Mosca all'Onu, Vassily Nebenzia - Abbiamo le prove e le mostreremo». Tra queste ci sarebbe un filmato del sindaco di Bucha dopo il ritiro dei militari russi, in cui si dice felice - secondo la traduzione - perché parla di vittoria per l'esercito ucraino, senza menzionare le atrocità. Una tesi, quella di una messinscena, che il Nyt respinge con documenti fotografici.

 


Sulla disinformazione russa lavora con particolare attenzione anche il sito di intelligence Bellingcat che indica una intervista trasmessa da Zvezda, il canale televisivo delle forze armate russe, nella quale un ufficiale con il volto coperto parla proprio delle attività svolte alla periferia della Capitale e dice di avere partecipato a delle zachistka ossia alle operazioni di pulizia: dalla guerra di Cecenia questo termine viene usato per indicare i rastrellamenti porta a porta. Un'espressione diventata sinonimo della pulizia etnica, degli arresti illegali e dei saccheggi condotti durante il feroce conflitto in Cecenia.
L'intervistato si qualifica come il maggiore Aleksiej Szabulin, ufficiale della fanteria di marina: un corpo scelto simile ai marines statunitensi. Una serie di siti ucraini usando software di riconoscimento facciale sostengono invece che il nome sia falso: si tratterebbe del maggiore Aleksei Bakumenko, appartenente alle truppe da sbarco e veterano della guerra di Siria. La fanteria di marina sarebbe entrata in azione nella zona dei massacri pochi giorni prima della ritirata, per coprire i compagni provati dagli scontri. E nella stessa zona è stata registrata la presenza di Hussein Mezhidov, comandante del battaglione Sud della Rosgvardia cecena, e di Anzor Bisaev, meno famoso e con lo stesso compito di pulizia del territorio.


TELEGRAM
Per contrastare questa tesi la disinformazione alimentata anche dai social, fa riferimento a un video condiviso su Telegram il 1 aprile dove il segretario del consiglio comunale di Bucha, Taras Shapravsky, afferma: «Attualmente la città è ancora occupata, molte miniere, case e persino cadaveri. Continua la liberazione della città, le Forze armate dell'Ucraina, la difesa del territorio stanno lavorando per riconquistare ogni metro di terra natia». Le foto scattate qualche ora dopo, però, mostrano anche alcuni civili che vengono colpiti mentre sono in bicicletta. I loro corpi rimangono sull'asfalto per giorni in Yablunska Street a Bucha. E tra il 1 aprile e il 2 aprile, nuove immagini mostrano lo stesso punto, con gli stessi cadaveri e le stesse macerie visibili nella stessa posizione.

Ultimo aggiornamento: 10:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA