«L'Ucraina resta neutrale». Ultima offerta per la pace con la mediazione dell'Ue

Soluzione diplomatica ritardando l'ingresso dell'Ucraina nella Nato

Giovedì 17 Febbraio 2022 di Alberto Gentili
«L'Ucraina resta neutrale». Ultima offerta per la pace con la mediazione dell'Ue

No alla guerra, sì a una soluzione diplomatica ritardando l'ingresso dell'Ucraina nella Nato: «Non è all'ordine del giorno», ha detto il ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Ma, nel caso di aggressione militare della Russia, «sanzioni robuste e severe» contro Mosca. È questo il menu che verrà servito oggi al Consiglio europeo straordinario di Bruxelles dedicato alla crisi ucraina.

E che è stato affrontato a margine della cena all'Eliseo, dedicata al Sahel, tra il presidente francese Emmanuel Macron, il premier italiano Mario Draghi, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, lo spagnolo Pedro Sanchez e diversi leader africani.

Proprio Scholz, rientrato da Mosca martedì, in serata ha avuto una telefonata con Joe Biden. Il cancelliere e il presidente Usa hanno convenuto, secondo quanto fatto filtrare da Berlino, che la situazione in Ucraina «resta estremamente grave», «sussiste il rischio di aggressione»: «Il ritiro delle truppe russe non è significativo». Mosca perciò «deve compiere atti concreti di de-escalation». Ma allo stesso tempo Scholz e Biden si sono trovati d'accordo, in base alla versione tedesca, nell'accogliere «con favore le dichiarazioni» di Putin «secondo cui gli sforzi diplomatici dovrebbero essere proseguiti a tutta velocità» per «avviare un dialogo costruttivo». Diverso il tenore di ciò che ha fatto filtrare la Casa Bianca che ha preferito evidenziare «l'impegno per la sovranità e l'integrità territoriale ucraina» e il «rinforzo del fianco orientale della Nato» se la Russia attaccasse Kiev.

La Ue e i leader europei mostrano di preferire una linea più prudente e meno muscolare di quella scelta da Washington. «Perché», come dice un'alta fonte del governo italiano, «per l'Europa la guerra in Ucraina sarebbe una vera tragedia, per gli americani meno...».

La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, al pari del ministro degli Esteri Luigi Di Maio - oggi a Mosca per incontrare il suo omologo Sergej Lavrov e chiedergli di «manifestare la concreta volontà per una soluzione diplomatica» alla crisi ucraina - ha sollecitato Vladimir Putin a compiere «fatti, non parole» e di «non scegliere la guerra». Per poi sottolineare che «l'Ue e i suoi partner transatlantici sono uniti» e ritengono «ancora possibile un percorso di cooperazione» con la Russia. Per dirla con il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, «la scelta è tra la guerra e i sacrifici tragici che la accompagnano e il coraggio del negoziato diplomatico». Se mancherà questo coraggio della diplomazia, l'Ue «saprà dare prova di fermezza». Perché gli europei «non abbandoneranno mai il popolo ucraino».

Ursula von der Leyen, che ha sentito al telefono Draghi, ha messo a verbale davanti all'Europarlamento: «Speriamo per il meglio, ma siamo preparati per il peggio. Abbiamo due futuri diversi davanti a noi. Uno in cui il Cremlino decide di dichiarare guerra all'Ucraina con enormi costi umani, l'altro in cui Russia ed Europa cooperano su interessi condivisi. Spetta al Cremlino scegliere, ma qualsiasi strada decidano di prendere, l'Europa sarà unita a sostegno dell'Ucraina».

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Il bastone e la carota

La presidente della Commissione ha garantito che nel caso di aggressione di Mosca a Kiev, l'Ue risponderà con «un pacchetto robusto di sanzioni che andranno ben oltre il solo congelamento dei beni e i blocco dei viaggi ad alcuni»: «Colpiremo gli interessi strategici differenziando la nostra economia, noi siamo leader nel mondo di componenti high-tech per cui la Russia dipende completamente da noi, le nostre sanzioni possono davvero lasciare il segno e il Cremlino lo sa bene».

Non ci sono però, come si diceva, solo avvertimenti e minacce volti a frenare le tentazioni militari di Putin. L'Ue, come l'Italia, la Francia e la Germania, per far strada a una soluzione diplomatica vorrebbe ritardare (preservandone la neutralità) l'adesione di Kiev alla Nato che Mosca considera «una minaccia diretta alla sicurezza della Federazione russa». «L'Ucraina ha diritto a scegliere i propri alleati e a difendere la propria sovranità», dice un'alta fonte diplomatica italiana, «e dunque non possiamo dire a Kiev: Non entrate nella Nato. Ma è evidente che è una procedura decisamente lunga, ci vorranno anni...». Ancora più netto a favore della neutralità ucraina il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, che al vertice Nato ha dichiarato: «Non è possibile accettare diktat volti a contrastare il diritto all'autodeterminazione dei singoli Paesi. Ciò detto, oggi il tema dell'adesione dell'Ucraina all'Alleanza atlantica non è all'ordine del giorno». Una linea che trova Washington almeno in parte d'accordo, come dimostrano le parole Derek Chollet, consigliere politico del segretario di Stato Antony Blinken: «Il principio della porta aperta della Nato a nuove adesioni non è negoziabile. Tuttavia non è una questione urgente e in ogni caso si tratta di un processo lungo...».

Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 09:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA