LEOPOLI - Sabato mattina a Leopoli il cielo è limpido.
CARRIERA IN STAND-BY
Prima che iniziasse l’invasione russa al fianco del sindaco nel Consiglio comunale di Leopoli c’era anche Tetiana Shevchenko, infermiera di 49 anni, che oggi si è arruolata nell’esercito ucraino. Una donna in carriera, mamma di due figli, che tra un’esercitazione e l’altra ci concede qualche minuto del suo tempo per raccontare la sua storia in un parco nel centro città. «Mi spiace già da subito dirvi che non potrò rispondere a molte delle vostre domande - mette subito le mani avanti - Ci sono le leggi marziali qui in vigore, siamo in guerra, qualsiasi dettaglio sulle nostre operazioni potrebbe essere un’informazione utile per il nemico». Tetiana è una donna decisa, il suo tono di voce è forte e convinto, seleziona le parole da utilizzare senza esitazione, come una vera soldatessa. «Faccio tutto quello che è nelle mie possibilità per aiutare il mio Paese. Sono una volontaria, una patriota come tante che dopo l’inizio dell’invasione è andata all’ufficio per il reclutamento e si è arruolata».
DA UNA GUERRA ALL’ALTRA
Il patriottismo per Tetiana è una questione di famiglia. La nonna, anche lei infermiera, ha combattuto contro i tedeschi durante la seconda guerra mondiale nell’esercito sovietico. «Se oggi fosse ancora viva sicuramente sarebbe con me a lottare contro questa ingiustizia». Mostriamo alla soldatessa uno dei tanti video che girano sui gruppi Telegram in queste settimane: ritrae alcuni soldati russi fatti a pezzi dall’esercito ucraino. La sua reazione è fredda, anche davanti alla morte: «Ci tengo a sottolineare che sono molto religiosa, ma chiunque entri nel nostro Paese per commettere delle atrocità merita di fare questa fine». Tetiana non ha paura, è indignata per quello che sta accadendo in Ucraina: «L’odio e la rabbia sono emozioni negative, non mi piace provarle, ma in questo momento sono necessarie, sia per difendersi che per combattere. Purtroppo aiutano».
LA FAMIGLIA
Lasciare un marito, una figlia di 28 anni e un figlio di 13 per andare a combattere non è una decisione facile. «Abbiamo parlato tante volte della possibilità di una guerra, ma non pensavamo che sarebbe successo. Quella mattina ero a letto con mio marito e la guerra è iniziata davvero. Ho chiesto a mia figlia di stare vicina a mio marito e di prendersi cura di suo fratello, poi sono partita». Per la prima volta dall’inizio dell’intervista il volto di Tetiana si mostra per quello che è: il volto di una mamma preoccupata cancella quello della combattente impassibile. Un mese senza vedere la famiglia è difficile da affrontare: «Riusciamo a sentirci spesso, scorrono sempre lacrime». Non c’è tempo per emozionarsi in guerra, una distrazione può costarti la vita e così l’infermiera militare torna subito seria: «Nel momento in cui decidi di arruolarti prendi una decisione, sai che potranno mandarti al fronte, farai tutto quello che ti verrà ordinato, anche andare in prima linea se richiesto».