Ucraina, già morti 7mila soldati russi, peggio che in Afghanistan e in Cecenia. Gli errori di Putin, i fantasmi di Breznev ed Eltsin

Giovedì 17 Marzo 2022 di Paolo Ricci Bitti
Ucraina, già morti 7mila soldati russi, peggio che in Afghanistan

Ucraina, il numeri dei caduti (i soldati morti) è da sempre la prima carta della propaganda. Così, nell'aggressione dell'Ucraina da parte della Russia, spicca la cifra riporatata oggi dal New York Times: «Sono almeno 7.000 i soldati russi morti in 21 giorni di guerra.

La stima è stata elaborata da fonti Usa. I soldati russi rimasti feriti nei combattimenti sono invece oltre 14.000, molti dei quali sono già stati rimpatriati passando dalle basi in Bielorussia».

Le stesse fonti americane possono essere sospettate di propaganda quanto quelle ucraine e quelle russe, ma il dato non può essere accantonato in fretta alla luce delle oggettive difficoltà di attuazione del  piano Shoigu-Gerasimov con il quale Putin sperava di chiudere in fretta la pratica Ucraina senza scatenare reazioni anche sul fronte interno: a Mosca e dintorni magari non leggono il Nyt e non credono a Zelensky, ma intanto si contano fra amici e parenti coloro che hanno ricevuto la notizia di familiare morto in guerra, forse anche un militare di leva che si sapeva in addestramento in Crimea e non certo impegnato a lanciare granate e missili su caseggiati abitati solo da civili. Senza contare gli effetti delle sanzioni.

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Settemila soldati morti in tre settimane: più di 330 al giorno, compresi quattro generali, compresi appunto militari di leva. Settemila caduti su 190mila soldati mandati a combattere. E' una cifra attendibile? Nei primi sei giorni di guerra  le autorità russe hanno annunciato ufficialmente la perdita di 83 soldati al giorno, assai meno dei 330 su cui si sarebbe assestata la media nei giorni successivi, almeno secondo gli analisti Usa citati dal New York Times. Ma comunque un numero alto di morti anche perché, dicono gli ucraini, non vengono conteggiati miliziani di altre formazioni che stanno aiutando l'esercito russo. 

Putin, in altre parole, starebbe riuscendo di fare peggio di ogni leader che l'ha preceduto risalendo fino a Stalin ovvero ritornando fino all'ecatombe della seconda guerra mondiale che del resto Zelensky ha già citato paragonando, con evidente esagerazione propagandistica , Mariupol e Lelingrado (San Pietroburgo) .

In effetti però, né la guerra in Afghanistan, dal 1979 al 1989 né le due guerre cecene (1994-1996 e 1999-2009)  hanno fatto registrare - in proporzione - tante vittime quante quelle attribuire adesso a Mosca 

«Se la guerra contro il popolo ucraino continua, le madri russe perderanno più figli che nelle guerre afgana e cecena messe insieme». Lo ha detto il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, in un video pubblicato sui social. Poi è tornato a rivolgersi ai soldati nemici: «Ogni soldato russo che depone le armi avrà una possibilità, una possibilità di sopravvivere. Mi rivolgo in modo specifico ai coscritti che sono stati gettati nel calderone di questa guerra. La guerra di un altro. E agli altri soldati russi che hanno ancora un istinto di autoconservazione. Mettete giù le armi. È meglio che morire sul campo di battaglia, sulla nostra terra».

Afghanistan

Ha ragione Zelensky? Ricordato ancora una volta che sul numero effettivo dei caduti russi in Afghanistan e Cecenia è impossibile raggiungere un accordo per la riservatezza, sono ritenuti possibili i 50mila morti sofferti dall'esercito russo nella campagna afghana durante un conflitto durato 10 anni. La cifra di 50mila è ricavata tra i 26mila dichiarati da Mosca e gli altri dati ipotizzati dalle forze locali e da quelle occidentali. Quello è che certo è il fallimento totale della campagna iniziata da Breznev e archiviata da Gorbaciov quando ormai erano devastanti le crepe nel regime sovietico che deve la sua caduta anche a questa guerra contro il paese in cui si erano già impantanate grandi potenze, compreso. senza andare troppo indietro nei secoli, l'Impero britannico.

Devastante anche il fatto che la durissima lezione presa dai russi sulle montagne afghane non sia stata imparata nei decenni seguenti durante i quali non solo sono morti migliaia di soldati occidentali (oltre 2.300 americani e 53 italiani) ma si sono dovuti fare i sanguinosi conti anche con il terrorismo internazionale allestito da fazioni islamiche.

Cecenia 

Difficile accordarsi anche sui caduti russi nelle due guerre cecene, dal respiro inferiore alla campagna afghana e ancora più impermeabili all'informazione, ma non meno determinanti nelle sfortune dei leader russi. A ogni modo nella prima, quella orchestrata da  Boris Eltsin e della neonata Federazione russa dal 1994 al 1996, si possono calcolare almeno 5.500 caduti, in mezzo alla forchetta 3500-7mila basata su più fonti non russe. 

Nella seconda, dal 1999 al 2009, con un ruolo quindi decisivo di Valadimir Putin dal 2000 - la sua guerra d'esordio la si potrebbe definire -  se ne possono aggiungere altri 7mila. Per entrambi i conflitti gli osservatori occidentali sono concordi nel definire deludenti i risultati ottenuti da Mosca a fronte non solo dei caduti al fronte, ma anche delle vittime civili causate in centinaia di attentati anche nel cuore di Mosca da parte dei ceceni.

 

Gli errori di Putin

Comincia insomma a diventare assai alto il prezzo che Putin sta pagando per «denazificare» l'Ucraina. Puntava a chiudere la partita strangolando in fretta Kiev, ma ora i tempi si allungano: non gli interessa - non gli è mai interessato - spingere il piede sul gas e schiacciare gli ucraini con tutta la potenza di fuoco di cui evidentemente dispone, ma la resistenza sottovalutata delle truppe di Zelensky sta sollevando parecchi dubbi al Cremlino che deve cambiare le carte al tavolo delle trattative. Per adesso sono i nemici a riecheggiare gli scenari di Afghanistan e Cecenia davanti a Putin, ma presto potrebbe essere chi gli è vicino a ricordarglieli.

Ultimo aggiornamento: 19 Marzo, 06:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA