Guerra in Ucraina, diretta. Bombe su Mariupol. «Acciaieria quasi distrutta». Biden: avanti con le armi a Kiev

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Martedì 19 Aprile 2022 di Cristiana Mangani
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Alle 17 di ieri una colonna di fumo bianco si è alzata dall’acciaieria di Mariupol. La Russia annuncia da giorni la battaglia finale contro quel pugno di uomini che resistono asserragliati nei bunker dell’Azvostal. Le truppe dello zar hanno dato un nuovo ultimatum, ma il loro vero obiettivo è abbattere definitivamente la roccaforte che blocca la presa della città martire. Lo riferisce anche il servizio di sicurezza ucraino che ha diffuso l’intercettazione di una telefonata in cui un militare russo parla di un ordine della leadership di radere al suolo le acciaierie. «Nonostante il numero superiore, gli occupanti russi non possono impadronirsi della Mariupol ucraina. Pertanto - scrivono gli 007 di Kiev su Telegram - vogliono radere al suolo l’acciaieria, dove i nostri combattenti tengono la difesa.

Gli occupanti trascurano il fatto che anche dei civili si nascondono nell’impianto. I russi stanno preparando “sorprese” da tre tonnellate dal cielo». 

FAB-3000

E le tonnellate, secondo il comandante del reggimento Azov, Denys Prokopenko, sono le bombe anti-bunker che i soldati di Mosca hanno già sganciato sull’acciaieria Azovstal, dove si trovano centinaia di civili oltre a membri del battaglione nazionalista. Prokopenko spiega in un videomessaggio che i russi hanno utilizzato queste bombe pur sapendo che i civili, soprattutto donne con bambini piccoli e anziani, si trovano ancora nei tunnel del grande impianto. E già la settimana scorsa il consigliere del sindaco di Mariupol, Petro Andriushchenko, aveva parlato di bombe ad alto potenziale esplosivo, come le FAB-3000, che i soldati russi sarebbero stati pronti a usare.

La città è ormai fantasma, ovunque è distruzione, ma finché anche l’ultimo militare ucraino non avrà mollato il presidio, la Russia non potrà dire di averla conquistata. Le autorità locali parlano di 40mila persone che sono state deportate in Russia o in regioni ucraine controllate dai russi. E da febbraio quasi 880mila persone - di cui 164 mila bambini - sono arrivate in territorio russo e nelle repubbliche autoproclamate. Mosca non sa fino a che punto, dentro l’acciaieria, si nascondano soldati e truppe speciali. Teme, infatti, un ingresso improvviso, perché probabilmente ogni via di accesso è minata. «Tenendo conto della situazione catastrofica presso l’impianto metallurgico Azovstal», è il proclama del ministero della Difesa della Federazione russa diffuso ieri mattina, le nostre forze armate «guidate da principi puramente umani» rinnovano l’ordine «ai militanti dei battaglioni nazionalisti e ai mercenari stranieri» di deporre le armi e le munizioni, e di dichiarare il cessate il fuoco dalle 12,00 (ora di Mosca) del 19 aprile. «A tutti coloro che depongono le armi è garantita la conservazione della vita». Insomma, Mosca sarebbe stata disponibile a creare una sorta di corridoio umanitario per consentire l’uscita in sicurezza. E in serata, ha annunciato che 120 civili nascosti nell’impianto sono usciti dopo l’ultimatum.

«Lo stabilimento dell’acciaieria di Mariupol, Azovstal, è praticamente distrutto - ammette il vice comandante del battaglione Azov, Sviatoslav Palamar -. Sull’acciaieria sganciano delle pesanti bombe e sotto le macerie ci sono tante persone», riferisce a “Radio Svoboda”. Mentre il leader ceceno Ramzan Kadyrov su Telegram, afferma che «le forze ucraine saranno presto completamente sgomberate dall’impianto. Prenderemo il controllo completo di Azovstal, al più tardi domani (oggi, ndr)». 

FASE 2

Nel frattempo, l’esercito di Vladimir Putin sta attaccando lungo un fronte di 480 chilometri in Ucraina orientale - da Kharkiv fino a Kherson e Mykolaiv passando per Lugansk e Donetsk - come parte della grande offensiva in quella che viene definita «una nuova fase della guerra». Lo Stato maggiore di Kiev afferma che le forze russe stanno concentrando i loro sforzi per prendere il pieno controllo della regione di Donbass, a est del Paese. L’armata di Mosca ha cercato di sfondare le difese dell’Ucraina lungo quasi tutta la linea del fronte, hanno specificato. Ma finora - ha spiegato l’amministratore militare regionale del Lugansk, Sergiy Gaidai - sono riuscite a passare solo attraverso due aree: la città orientale di Kreminna, di cui hanno preso il controllo, e un’altra piccola città. Sempre lo Stato maggiore ucraino ha riferito che i russi hanno iniziato a intensificare l’assalto su larga scala, con le forze che cercano di avanzare in diverse aree, anche dalla vicina regione di Kharkiv. E il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, conferma che è iniziata «la seconda fase dell’operazione speciale». «Non cerchiamo un cambio di regime in Ucraina - aggiunge -, lo abbiamo detto più volte. Vogliamo che gli ucraini siano liberi di decidere come vivere. E comunque, non verranno usate armi nucleari».

 

LA STRATEGIA 

C’è da dire, poi, che il nuovo assalto al Paese sembra pensato in maniera diversa. Le forze russe stanno mostrando di aver imparato dai loro errori nella prima fase dell’invasione. Anche se - spiegano fonti del Pentagono citate dal Washington post - rimangono problemi nella catena di comando e nel rifornimento di pezzi di ricambio. Secondo l’analista Mick Ryan, generale australiano a riposo, le prossime 48 ore aiuteranno a capire: se le forze di Mosca otterranno una significativa svolta sarà un segnale di maggiore competenza. Se non sarà così vorrà dire che non hanno imparato dagli errori e «gli ucraini sono bravi come pensiamo che siano». Per preparare l’offensiva appena partita, i russi hanno ammassato per settimane truppe e rifornimenti. «Stanno dispiegando artiglieria pesante, comandanti e controllori, l’aviazione, in particolare il sostegno con gli elicotteri», nota un alto funzionario del Pentagono. Per ora, evidenzia ancora, i combattimenti più pesanti sono attorno a Popasna, una città sotto controllo ucraino prima dell’invasione, situata fra le autoproclamate repubbliche separatiste di Lugansk e Donetsk. A quanto appare i soldati russi intendono muovere dalla città di Izyum, con l’obiettivo di cacciare i soldati ucraini dai centri abitati di Popasna e Slovyansk, zone 200 km a nord di Mariupol che già videro feroci combattimenti nel 2014. 

Ultimo aggiornamento: 20 Aprile, 08:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA