Ucraina, il duello fra il Boeing Doomsday “Giorno del giudizio” e il Putin Air Force. Perché si chiamano così: una sala di comando per la guerra nucleare

Mercoledì 23 Marzo 2022 di Paolo Ricci Bitti
Ucraina, il duello nei cieli fra Boeing Doomsday “Giorno del giudizio” e Putin Air Force

Hanno un soprannome definitivo - "Giorno del giudizio" (Doomsday) - che in tempi di guerra diventa ancora più lugubre.

Sono gli aerei dai quali, restando in aria per giorni e giorni, è possibile comandare eserciti e flotte navali e aeree e presto anche spaziali senza mai esporre a pericoli troppo ravvicinati le alte sfere delle gerarchie militari. Così, da enormi distanze, in queste settimane si fronteggiano nei cieli europei i giganti dell'aria come i Boeing 747 E4-B Nightwatch dell'Usaf e l'Ilyushin II-96-300 PU, dove PU, sta proprio per Putin, insomma, il Putin Air Force.

In realtà  l'antagonista più logico di quest'ultimo è l'Air Force One (sembra ricavato da un Jumbo,  il Boeing 747-200 ribattezzato VC-25A) che adesso ha portato il presidente americano Joe Biden a Bruxelles, ma il confronto fra quadrigetti regge comunque per il Putin Air Force che, pur dotato di suite presidenziale, è comunque imbottito di strumentazioni e apparecchiature quasi come i rivali appunto E4-B e anche Northrop Grumman E-10 MC2A e Boeing E-6 Mercury.  Una centrale operativa volante. Fra i velivoli puramente con funzioni Awacs (Airborne warning and control system, sistema aviotrasportato di allarme e controllo) va poi citato il nuovissimo russo Beriev A-100, quello dotato dell'antenna radar esterna (sopra la fusoliera) più grande.

A ogni modo solo Usa e Russia hanno gli aerei soprannominati "Giorno del giudizio", facilmente tracciabili nelle loro missioni esattamente come gli aerei di linea a patto che tengano acceso il transponder, il che è assai raro per i russi che si fanno vedere anche dai siti come Flightradar24 solo per sfrontata propaganda. Già in tempi normali almeno uno di questi velivoli è sempre in volo: uno americano e uno russo. Figuriamoci in tempi di crisi come quella attuale. Alla base inglese di Mildenhall, a nord di Londra, l'Usaf ne ha rischierati al servizio della Nato almeno quattro, insieme a una  coppia di tanker, aerei cisterna. I Doomsday possono essere riforniti in volo e quindi i tempi delle loro missioni sono allungabili a giorni e giorni grazie a squadre "ridondanti" di piloti e di tecnici e poderose scorte di cibo e acqua. 

Ce ne dev'essere sempre uno in volo perché da lassù, anche in caso di catastrofiche perdite a terra (Il giorno del giudizio, appunto), si può continuare a guidare le forze armate. Questi aerei  sono impermeabili ai cyber-attacchi e quindi la complessa strumentazione radio e radar può essere messa fuori uso solo centrando l'aereo con un missile, sempre che si superi la difesa dei caccia che affiancano i "giganti" quando sale la tensione. 

Il Boeing 747 E4-B dell'Usaf è chiamato anche "Pentagono volante" e inbarca, a fianco degli operatori radio, anche analisti militari in grado di consigliare "in diretta" lo stesso presidente americano che magari sta volando sopra l'altro capo del mondo, lontano dagli scenari di guerra: c'è l'altissima probabilità che la decisione di scatenare un conflitto nucleare o  di rispondere a un attacco di questo tenore arrivi grazie alle notizie raccolte da un aereo "Giorno del giudizio", più in grado di scampare agli attacchi nel nemico rispetto alle basi a terra la cui posizione è nota.   

Paolo Ricci Bitti

Ultimo aggiornamento: 24 Marzo, 10:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA