NEW YORK «La Francia e gli Stati Uniti, insieme a tutti i nostri alleati, sono più forti che mai contro la brutale guerra della Russia contro l'Ucraina». Queste le parole con cui Joe Biden ha cominciato la conferenza stampa a fianco di Emmanuel Macron ieri pomeriggio. La guerra nel cuore dell'Europa, il Medio Oriente, le tensioni nella regione Indo-Pacifica, il clima, i diritti civili sono stati al centro delle conversazioni con il presidente francese in visita di Stato. Particolare calore i due leader hanno espresso sull'Ucraina, con evidente indignazione per «la brutalità dell'aggressione russa». «Non mi aspettavo tanta brutalità, contro i civili, contro le famiglie» ha commentato Biden, che insieme a Macron ha promesso «Putin pagherà le conseguenze della sua guerra».
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SFORZO COLLETTIVO
I due capi di Stato hanno riconfermato l'impegno a continuare il «sostegno alla difesa della sovranità e della integrità territoriale dell'Ucraina, compresa la fornitura di assistenza politica, di sicurezza, umanitaria ed economica per tutto il tempo necessario».
Dalla Russia è giunta una reazione non del tutto negativa, per bocca del ministro degli Esteri Sergei Lavrov, che ha auspicato «un dialogo rispettoso» e ha indicato nell'attuale zar del clima ed ex segretario di Stato John Kerry il possibile interlocutore: «Aiuterebbe a risolvere i problemi». Dal canto suo Biden si è detto pronto a parlare con Vladimir Putin, ma ha aggiunto scettico: «Se davvero sta cercando un modo per porre fine alla guerra».
Pur con l'Ucraina sullo sfondo, nella loro conferenza stampa Biden e Macron sono stati subissati da domande su un tema che sin dalla vigilia appariva l'elemento di una possibile nuova guerra commerciale fra i due continenti: i sussidi che il governo Usa garantisce alle aziende che abbracciano la transizione energetica, e in particolare il sostegno alla produzione di veicoli elettrici, batterie e energie rinnovabili che siano «made in America». Biden ha reagito: «Non chiedo scusa, ma succede che quando si scrivono leggi complesse e vaste come la Ira (Inflation Reduction Act) si registrano dei difetti da ripulire». Il presidente ha assicurato che c'è la volontà di ripararli: «Continueremo a creare posti di lavoro ma non alle spese dell'Europa». Dal canto suo Macron ha sottolineato che nel suo viaggio intendeva «risincronizzare gli sforzi» e «garantire un forte sistema di integrazione per le industrie critiche». Sia Macron che Biden si son detti soddisfatti di come sono andati i colloqui sul tema dei sussidi, e hanno rivelato che le rispettive squadre continueranno a discutere sul tema dei sussidi e della supply chain, «con l'intento comune di creare più lavori e industrie più forti».
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IL DISCO IN OMAGGIO
Che insomma la spaccatura avvenuta un anno fa quando l'alleanza Usa-Gran Bretagna-Australia penalizzò i sottomarini francesi sia pienamente superata è più che chiaro. I due leader lo avevano fatto capire con i loro stessi gesti sia con la cena privata la sera di mercoledì, sia nella stretta di mano sul prato della Casa Bianca ieri mattina, una stretta che si è prolungata fino a diventare quasi un abbraccio, mentre sul sottofondo musica patriottica e bandiere sventolanti creavano un palcoscenico di spettacolare efficacia. Con un gesto di fine sensibilità, i Macron hanno portato in regalo alla coppia americana un disco in vinile con la registrazione originale della colonna sonora del film Un Uomo e una Donna, il film che Joe e Jill andarono a vedere nel loro primo appuntamento. Biden ha riconosciuto in Macron non solo «il leader della Francia, ma anche uno dei leader dell'Europa», e l'affermazione non è sfuggita a nessuno, per quanto lasciava trasparire l'importanza che il presidente attribuisce all'alleanza con l'Europa, soprattutto in funzione anti-Russia, ma anche come contrafforte contro l'espansionismo economico della Cina.
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