Armi pesanti all'Ucraina, gli Usa accelerano: «Dobbiamo indebolire Putin»

Il capo del Pentagono: «Kiev può vincere se ha le attrezzature giuste»

Martedì 26 Aprile 2022 di Marco Ventura
Il presidente Volodymyr Zelensky con il segretario di Stato Usa, Antony Blinken (a destra) e il segretario della Difesa Usa, Lloyd Austin

Armi e ancora armi.

Carri armati, veicoli blindati, corazzati lancia-missili, droni, obici da 155 di fabbricazione americana e proiettili per i 155 e per quelli da 152 ex-sovietici, lancia-missili spalleggiabili anti-tank Javelin e Stinger terra-aria. Stati Uniti e Gran Bretagna in prima fila nell’incremento dei rifornimenti militari, specie dopo la visita del Segretario di Stato e di quello alla Difesa degli Stati Uniti a Kiev, Antony Blinken e Lloyd Austin, condotta in gran segreto e seguita da una conferenza stampa in una località polacca ugualmente top secret.

«La nostra idea è che gli ucraini vogliono vincere la guerra e noi vogliamo aiutarli a vincere», attacca Austin. «La natura del conflitto in Ucraina è cambiata da quando la Russia si è ritirata dalle regioni boscose del Nord e si è concentrata sul cuore industriale dell’Est nel Donbass». Sono cambiate le esigenze. La guerra d’attrito tra linee fortificate richiede più carri armati e artiglieria pesante. Ed è quello che americani, britannici e alleati Nato, specialmente dell’Europa orientale confinanti con Russia, Ucraina e Bielorussia, hanno deciso di far avere a Kiev. 


IL SUPPORTO INTERNAZIONALE
Ma cambia anche la strategia degli aiuti e di questo si è parlato in tre ore di colloqui con Zelensky. Non si tratta più di donare armi, ma stanziare fondi per acquistare ciò che serve ed eventualmente ripagare gli alleati di forniture già inviate. Soldi per comprare armi, e non armi. Perché, come riporta il New York Times, accanto ai 184mila proiettili per gli obici da 155mm promessi a Zelensky, ne vanno acquistati 182mila per gli obici da 152 di fabbricazione sovietica, tramite aziende americane che appaltano la produzione a fabbriche europee. A volte è meglio dotare gli ucraini di armamenti che già conoscono, ereditati dall’URSS, anche se per dirla col ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba, «ci è voluto più tempo perché i nostri partner decidessero l’invio delle armi da noi richieste, di quanto ne serva ai nostri soldati per imparare a usarle». Austin è convinto che gli ucraini «possano vincere la guerra se hanno l’equipaggiamento adatto e il supporto adeguato e se noi facciamo tutto ciò che possiamo per garantire che li ottengano». 

 


Lo scopo degli Usa è quello di «indebolire la Russia al punto che non possa più fare quello che ha fatto invadendo l’Ucraina». Significa, incalza Blinken, «massimo supporto all’Ucraina e massima pressione sulla Russia che sta fallendo i suoi obiettivi, anzitutto quello di soggiogare l’Ucraina e strapparle la sua sovranità e indipendenza. Ma non ci è riuscita». 

Il presidente Volodymyr Zelensky con il segretario di Stato Usa, Antony Blinken (a destra) e il segretario della Difesa Usa, Lloyd Austin 


LA STRATEGIA
Austin e Blinken hanno annunciato altri 713 milioni di dollari per aiuti militari, 322 dei quali per l’Ucraina e i restanti per 15 Paesi alleati e partner, che hanno rifornito gli ucraini in queste settimane. Altri 165 milioni serviranno a comprare munizioni. L’aiuto militare americano all’Ucraina raggiunge così quota 3.7 miliardi di dollari dall’inizio dell’invasione, mentre il presidente Biden prevede già altri 800 milioni. Il Congresso ha approvato lo scorso mese un pacchetto di assistenza militare per l’Ucraina da 6.5 miliardi su un totale di 13.6 di tutti gli alleati. E proprio ieri il Segretario alla Difesa britannico, Ben Wallace, ha reso noto di aver autorizzato l’invio di 5mila missili anti-tank e sistemi di difesa aerea. 


IL VERTICE
Dalla Polonia, Austin si sposterà oggi a Ramstein, in Germania, per partecipare alla riunione dei ministri della Difesa della Nato e di altri Paesi, 20 in tutto, per chiedere ai partner di intensificare gli aiuti. Ci sarà anche il nostro ministro, Lorenzo Guerini. Il governo italiano si prepara attraverso un nuovo decreto ministeriale all’invio di altre armi che rientrano nella lista secretata già approvata in Parlamento allo scoppio della guerra. Per Zelensky, l’elemento chiave del processo che «porterà alla pace è la disponibilità di quantità e qualità sufficienti di armi e munizioni per dare forza alle forze armate ucraine». Dal Cremlino arriva il j’accuse di Putin agli Usa e alleati. L’Occidente, dice lo Zar, «vuole spaccare la società russa e distruggere la Russia dall’interno», anche con «provocazioni contro le forze armate russe e l’uso dei media stranieri».

Bizzarra la diplomazia che «invece di chiedere soluzioni diplomatiche» spinge per la guerra. Ed evoca «il passato coloniale dell’Occidente». La narrativa di Mosca, anche per giustificare gli insuccessi sul campo, è che la guerra non sia con Kiev, ma con tutto l’Occidente. Infine, il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, è andato ieri ad Ankara dal leader turco Recep Tayyp Erdogan, e insieme hanno riaffermato l’obiettivo comune di «porre fine alla guerra il più presto possibile». Ma gli ucraini contestano a Guterres di aver inserito nella sua agenda di colloqui Putin a Mosca.

Ultimo aggiornamento: 15:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA