Uccide le figlie piccole a 18 giorni di distanza l'una dall'altra: «Erano un ostacolo»

Giovedì 4 Luglio 2019 di Federica Macagnone
Uccide le figlie piccole a 18 giorni di distanza l'una dall'altra: «Erano un ostacolo»
Due morti apparentemente inspiegabili. Due sorelline decedute nel giro di 18 giorni. Un dolore che sarebbe stato impossibile da sopportare per qualunque madre, ma non per quella donna senza cuore che aveva deciso di liberarsi delle sue bambine di 3 anni e 17 mesi, “colpevoli” di ostacolare la sua vita.
 
Adesso Louise Porton, 23enne di Warwickshire, in Inghilterra, è comparsa per la prima volta in tribunale con l’accusa di omicidio: ha ostruito volontariamente le vie aeree delle sue bimbe sperando che quelle morti potessero apparire come naturali. Non aveva fatto i conti con i medici e con la polizia che, in breve tempo, hanno compreso che quelle bimbe non potevano essere morte per una disgrazia. Erano state uccise.
 
Secondo la ricostruzione fatta in tribunale, Louise ha chiamato per la prima volta l’ambulanza il 2 gennaio dell'anno scorso dicendo che la piccola Lexi, 3 anni, aveva smesso di respirare. Ha portato in ospedale la bimba che, dopo essere stata esaminata, è stata dimessa. Il mattino seguente ha richiamato l’ambulanza ripetendo che la piccola non respirava più: anche in quell’occasione, dopo essere stata visitata, la bimba era stata rimandata a casa. Qualche giorno dopo stessa scena e, dopo alcuni giorni di ricovero, la piccola è stata dimessa: secondo i dottori aveva un'infezione al torace, curabile con degli antibiotici. Il 15 gennaio la tragedia: quando i paramedici sono arrivati in casa sua Lexi era morta. Ciò che è saltato subito all’occhio degli investigatori è stata la totale freddezza della donna, che è stata anche vista scherzare con alcuni uomini mentre organizzava il funerale della figlia. Appena il cadavere di Lexi è stato portato via lei ha messo in macchina l’altra figlia ed è andata al supermercato come se nulla fosse successo.
 
A rivelare la totale tranquillità della donna sono stati i messaggi sul cellulare e le chat delle ore successive alla morte di Lexi. Scherzava con uomini ai quali offriva le sue foto nuda in cambio di soldi. Se il compenso fosse stato abbastanza alto avrebbe anche fatto sesso con loro.
 
Ma il suo piano, che nella sua mente folle doveva portarla alla totale libertà, non era ancora concluso. Poco più di due settimane dopo la morte di Lexi, i servizi di emergenza hanno ricevuta un’altra chiamata: la piccola Scarlett, 18 mesi, non respirava. Quando i medici sono arrivati sul posto era ormai troppo tardi. Il suo piano di morte era concluso, ma a quel punto Louise era diventata l’indiziata numero uno.
 
È bastato poco ai medici legali per capire che quelle morti erano collegate: entrambe le bimbe erano decedute dopo che qualcuno aveva volontariamente ostruito le loro vie aeree. L’arresto ha portato a galla anche le mancanze di Louise, che lasciava a casa da sole le figlie per uscire con uomini che la pagavano in cambio di sesso. Aveva anche inviato immagini esplicite a un uomo in cambio di denaro mentre Lexi era ricoverata in ospedale. Secondo l’accusa, inoltre, la  aveva cercato informazioni sull’annegamento, su morti per soffocamento e sul raffreddamento di un cadavere. Un quadro del tutto compatibile con le accuse che oggi le vengono mosse. «Sentiva che le sue piccole erano un ostacolo – ha detto l’accusa – Erano un peso e si intromettevano nel suo stile di vita».
 
Ora Louise, che si professa innocente, è accusata di omicidio davanti alla Crown Court di Birmingham. «Senza dubbio essere la giovane madre di due bambine piccole era un onere troppo pesante per l’imputata - ha detto il procuratore Oliver Saxby - E' difficile non trarre la conclusione che per lei le figlie fossero un peso».
 
Ultimo aggiornamento: 20:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA