Trump riapre metà degli Usa e attacca: «Ritorsioni contro la Cina, lavora per Biden»

Venerdì 1 Maggio 2020 di Anna Guaita
Trump riapre metà degli Usa e attacca: «Ritorsioni contro la Cina, lavora per Biden»

NEW YORK Per assicurarsi la vittoria a novembre, Donald Trump non ha bisogno solo di rimettere in piedi l'economia stroncata dal coronavirus, ma ha bisogno anche di galvanizzare la lealtà della sua base, identificando un comune nemico. Se nel 2016 era stata Hillary Clinton, quest'anno sembra che la scelta sia caduta sulla Cina.

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Il presidente fa leva su un generale spontaneo risentimento, essendo la pandemia nata in Cina, ed essendo oramai abbastanza chiaro che Pechino ne aveva presto capito la gravità ma l'aveva sminuita. Mentre il mondo e gli americani si chiedono quali siano davvero le colpe dei cinesi, Trump getta benzina sul fuoco e sostiene che Pechino vuole fare «di tutto» per impedire che lui venga rieletto. Pechino risponde di non avere alcun interesse «negli affari interni» degli Usa, e chiede di «non venire tirata in ballo» nella contesa elettorale fra Trump e Joe Biden.

LA PUNIZIONE
A sentire il New York Times, però Trump non solo starebbe meditando già qualche forma di punizione della Cina, ma starebbe anche facendo forti pressioni perché l'intelligence Usa trovi le prove della teoria che l'origine della pandemia sia nel laboratorio di Wuhan. I senior del settore si dicono preoccupati che la solerzia di soddisfare il presidente possa portare a false conclusioni. La crisi economica americana sta intanto dilagando, e il numero dei disoccupati è salito oltre i trenta milioni.

Per tentare di far ripartire le attività economiche, ieri Trump ha deciso di lasciar tramontare le restrizioni sul distanziamento fisico che aveva adottato 45 giorni prima, e ha trasferito ai governatori la libertà di decidere come muoversi. Vari Stati stanno difatti riaprendo parte delle attività economiche. Dopo la Georgia, tocca oggi al Texas, il Colorado e il Tennessee, e alla Florida lunedì, ma tutti si muovono con cautela, e comunque non si tratta di Stati che abbiano un grosso peso sull'economia federale. California e New York, i due Stati traino, non sono invece prossimi a riaprire. Anzi in California dopo che lo scorso week-end la gente si è riversata sulle spiagge, il governatore Gavin Newsom ha annunciato che adesso verranno chiuse al pubblico.
 


A New York il governatore Andrew Cuomo ha annunciato il lancio di una impresa «colossale», e cioè un progetto di contact tracing capillare. Ad aiutare lo Stato scende in capo l'ex sindaco di New York Michael Bloomberg, che sta creando un «esercito di migliaia di tracers», cioé personale addestrato a localizzare i contatti avuti da individui infetti. Il contact tracing sarà indispensabile per poter davvero riaprire l'economia sapendo che eventuali focolai possono essere identificati prontamente. Buone speranze però sono venute negli ultimi due giorni sia dalla sperimentazione del farmaco antivirale Redemsivir, sia dai primi passi verso un vaccino.

VACCINO A GENNAIO
L'epidemiologo Anthony Fauci ha anzi detto ieri che è possibile che un vaccino si renda disponibile in milioni di dosi già a gennaio.
Meno rassicuranti sono le proiezioni sul numero delle vittime, con le ultime che parlano di almeno 100 mila morti entro la fine dell'estate, mentre ieri il totale delle morti accertate è salito a oltre 62mila, con un balzo di oltre 2500 vittime in 24 ore. Dati federali appena rivelati comproverebbero per di più che ci sono state molte più morti da coronavirus di quanto non sia stato annunciato finora. I dati dimostrano infatti che - non tenendo conto dei decessi comprovati da Covid-19 - ci sono circa 5 mila morti in più rispetto alla media degli anni precedenti.

Ultimo aggiornamento: 15:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA